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La Pasqua di Vittorio

Vittorio carissimo, siamo anche noi qui. A fare Pasqua con mamma Egidia, la tua gente e tantissima gente che rappresenta l’intero popolo palestinese.

Qui a ringraziarti. Perchè ci hai insegnato davvero a restituire ad ogni persona, qualunque fosse la sua provenienza o fede, la sua piena umanità.

Hai usato le parole per denunciare i soprusi subiti da quella parte di mondo che sta soffrendo senza colpa, ferita, terrorizzata, lacerata nella carne e nello spirito.

Hai usato il tuo corpo, mettendo in gioco la tua vita in modo nonviolento, per esserci, per stare, per parlare con i fatti quando le parole, gli slogan e le petizioni non bastavano più.

Ti sei fatto prossimo degli ultimi di Gaza, samaritano della prima ora. E lì sei rimasto, offrendo le tue braccia a chi non poteva più abbracciare, i tuoi passi a chi non aveva più piedi per scappare via dall’incubo; il tuo grido di dolore a chi aveva solo una bocca spalancata per l’orrore inenarrabile.

Ti hanno fermato, amico coraggioso e scomodo. Il tuo sogno di un mondo più giusto e umano per tutti ha fatto più paura dei missili dell’esercito di occupazione, perchè chiamava alla vita piena, alla libertà costruita nella mitezza, nel rispetto dei diritti di tutti.

Oggi ti affidiamo al Gesù di Emmaus, a quel Signore della Pace incontrato lungo le strade di Palestina che, risorto a vita nuova, si è fatto viandante e calibrando i suoi passi con quelli degli amici smarriti e tristi come noi questa sera, ha spezzato il pane della condivisione e della fraternità insieme a loro, innalzando a vita nuova tutti i martiri, i torturati e i perseguitati della storia.

staff della Campagna Ponti e non muri di Pax Christi,

Bulciago, 24 aprile 2011