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robinson pax christi usa: disarmo come?

Relazione del Dott. ROBINSON presidente di PAX CHRISTI USA

Il tema del mio intervento e’ il disarmo oggi dopo vent’anni dalla guerra fredda le cui dinamiche dominano ancora oggi nelle politiche degli stati

Affronto il tema tenendo in debito conto che:

– Sono un cittadino statunitense che ha conosciuto le politiche di Bush e ora di Obama

– sono un cittadino di un paese membro della Nato, che conduce la guerra in Afghanistan di cui noi siamo braccio militare

– sono membro di Pax Christi Usa che opera in PAX Christi Internazional e sono un cattolico

Due cose di cui parlare: le tendenze per il disarmo e come noi possiamo come Chiesa entrare in questo processo e quale ruolo attivo dobbiamo avere.

La corsa agli armamenti e le forti spese militari sono temi che ci devono impegnare ma non in una maniera convenzionale; oggi infatti domina l’attenzione la presenza di un altro attore non statuale, rappresentato dall’aumento incredibile dei contractor militari e aziendali, tra cui si annovera tra i più famosi la Blackwater, ma sono ormai centinaia i contractor creatisi nelle ore immediatamente successive al 11 settembre, per il beneficio che potevano ottenere alle operazioni militari conseguenti. Ricordo che queste aziende non devono dare conto a nessuno ma solo agli A.D. e quindi solo a logiche di profitto.

Da Bush subito dopo l’undici settembre sono stati dati ai contractor appalti e commesse nell’ambito della privatizzazione senza gara di appalto o supervisione.

Se vogliamo una cosa, infatti, creiamo gli incentivi, e nella guerra di combattimento, torture,distruzioni e ricostruzioni si sono creati gli incentivi per fare affari.

Ci sono sempre stati i mercenari e gli eserciti privati per farsi pagare le guerre, ma ciò cui assistiamo oggi è diverso e ha una gamma e un’ampiezza diversa di cui ne vediamo solo la punta.

Obiettivo principale del disarmo sono quindi le azioni necessarie per irretire e porre sotto controllo tutti questi attori privati. In qualche modo si devono portare sotto controllo le aziende private e ciò appare in USA più difficile che combattere i terroristi o i movimenti di liberazione. Ai diplomatici il compito di capire come fare!

Una delle decisioni recenti che mi ha colpito è quella della Corte Suprema degli USA che a gennaio 2010 ha dato la garanzia di trattamento delle corporazioni come persone e quindi ne sono stati garantiti i diritti umani ai loro componenti.

Una sfida che in Usa noi, movimenti di base , dobbiamo accogliere per riuscire a controbilanciare questo nuovo potere che è stato assegnato alle corporazioni militari.

Particolarmente rilevante è inoltre l’espansione della potenza militare degli Usa e Nato nell’Asia del sud.

Durante la campagna elettorale il sottoscritto è stato colpito dalle grandi speranze che rappresentava il candidato Obama. Sono stato uno dei consulenti chiamati da Obama per i cattolici americani. In tutto il mondo vi è stata una grande speranza quando Obama fece il suo discorso inaugurale.

Devo riconoscere che Obama ha ereditato una situazione disastrosa, una crisi economica globale, due guerre in corso, ma nonostante questo il Presidente non sta mantenendo fede alla campagna elettorale.

La revisione quadriennale della politica militare sarà a breve relazionata e la sua anticipazione mi ha molto deluso sul disarmo e non solo. Alcune delle terminologie più ostili del documento strategico di Bush sono state rimosse, quali la guerra preventiva, stati canaglia, ect; il documento è più morbido ma le politiche sono state confermate compreso la proiezione in avanti, il dispiegamento avanzato, ben 200 basi militari nel mondo.

Non devo dirlo a voi che dibattete sull’incremento della base di Vicenza. Ma anche ad Okinawa e in altre parti del mondo si stanno costruendo basi di grande importanza. in Asia in particolare (Kazakistan, Uzbekistan, Iraq) prevale questo nuovo militarismo con basi ovunque.

Non voglio contraddire il diritto delle nazioni a difendersi, ma gli Usa hanno l’obiettivo di dominare su tutte le altre nazioni.

Mentre io parlo di Usa, anche per voi vale il ragionamento in quanto membro Nato, di cui l’Italia è uno di sostenitori più leali. Mentre altri paesi come il Canada, la Gran Bretagna e la Germania hanno deciso di ridimensionare il loro ruolo in Afghanistan, l’Italia ha promesso altre forze in campo, avvalorando l’escalation di Obama.

Quando in estate si sarà completato il programma di rafforzamento, 140.000 soldati saranno in Afghanistan. Ma in Afghanistan vi sono 130.000 contractor, quindi un quarto di milione di truppe di ruolo e private che cercano di sconfiggere 300 membri di Al Qaeda. Perché?

Servono veramente tutte quelle truppe? Ben altro è il motivo! L’Afghanistan è per noi l’oleodottistan. Mentre 25 anni fa vedevamo il mondo secondo la guerra fredda oggi esiste un nuovo paradigma, è il grande gioco, l’occidente contro Cina e India. Uno dei riferimenti della revisione quadriennale è infatti rivolto alla Cina e per l’India. Mentre Bush era aggressivo, Obama invece addolcisce i toni ma la crescita di queste potenze preoccupa gli Usa

Le risorse di combustibile fossile sono limitate ma la globalizzazione ha determinato l’industrializzazione dei paesi del sud del mondo e questo significa che chiunque controlli le risorse energetiche controlla l’economia mondiale. Dobbiamo capire le dinamiche di ogni armamento perché sembra che ci troviamo in una parte finale di una partita dove vi è uno scontro tra potenze energetiche e il fatto che Cina e India abbiano l’atomica non è un fattore da poco.

Obama a Praga ci ha entusiasmati; è stato il primo Presidente a dire che gli USA hanno una responsabilità morale nell’atomica perché per primi l’anno usata. La visone di Obama di un mondo libero dall’atomica è condivisibile e credo chela Chiesa ha parlato con più forza in questi 15 anni.

Dichiarazioni e pronunciamenti sia a Vienna che all’AIEA e a New Jork ci portano fuori dalle tentazioni nucleari e ciò è importante per noi Pax Christi perché non sempre le Conferenze episcopali nazionali agiscono con la stessa forza che viene dalla Santa Ssede e quindi la leadership è fondamentale anche in vista della revisione del trattato sulle arme nucleari.

Sarebbe importantissimo se Papa Benedetto XVI appoggiasse la messa al bando delle armi nucleari e che dichiarasse che la loro detenzione non è più accettabile. Il mondo ha bisogno di tale pronunciamento.

Infine abbiamo sentito dire che l’inizio del disarmo è nei nostri cuori. Ciò che dobbiamo sviluppare, e la Chiesa ci deve aiutare, è una spiritualità della vulnerabilità. Noi siamo privilegiati rispetto alla stragrande maggioranza dei figli di Dio che vive in una vulnerabilità che non riusciamo nemmeno ad immaginare. Dobbiamo ascoltare questa vulnerabilità che viene dall’Africa e dai paesi emergenti, ne dobbiamo scoprire la spiritualità più profonda nelle nostre vite quotidiane. Negli USA la mentalità e la spiritualità è quella post 11 settembre che va invece verso l’invincibilità e l’invulnerabilità. Ci si dice che siamo ostaggio dell’undici settembre e così abbiamo triplicato le spese, abbiamo privatizzato gran parte dei meccanismi di guerra nonché abbiamo fatto radicare l’aspettativa dei cittadini dii rafforzarsi e impegnarsi per l’invulnerabilità e ciò è sbagliato come lezione dell’undici settembre.

Ci sarà un altro 11 settembre e nessuno può essere invincibile e invulnerabile e quindi questa ricerca spasmodica si scontra con la realtà, così che sempre più negli USA si sta cercando di capire che cosa è la vulnerabilità e come accettarla.

Se noi non riusciamo ad avere un senso di resistenza e di protagonismo soggettivo che ci permetta di affrontare un altro 11 settembre la nostra società morirà. Questa è la sfida che dobbiamo accettare!.

Nb. Rispondendo a domande dal pubblico ha aggiunto:

Sul nucleare civile ho i miei dubbi e le nuove centrali rischiano di creare un nuovo mercato di plutonio con nuove ricerche di espansione militare nucleare per tale materiale. Attualmente nella crisi dei cambiamenti climatici ci si propone l’utilizzo dell’energia nucleare per lo sviluppo, ma questa è la più costosa e poi ci sono i problemi delle scorie; è nelle energie rinnovabili il futuro per uno sviluppo dei popoli.

Quanto alla guerra giusta di cui ha fatto riferimento Obama recentemente, come Pax Christi dico che la teoria della guerra giusta va riposta nello stesso cassetto dove è stata riposta la teoria della Terra piatta.