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Fermate quella condanna a morte, logica di vendetta e di guerra.

La condanna a morte comminata all’ex vice presidente iracheno Tareq Aziz rappresenta una sconfitta dal punto di vista del rispetto per l’uomo; per questo Pax Christi Italia chiede con fermezza che non venga ratificata ed eseguita.

La condanna a morte comminata all’ex vice presidente iracheno Tareq Aziz rappresenta una sconfitta dal punto di vista del rispetto per l’uomo; per questo Pax Christi Italia chiede con fermezza che non venga ratificata ed eseguita.

La sentenza capitale di un uomo è una sconfitta dal punto di religioso, perchè Dio, in qualunque modo lo si chiami, è sempre il Dio della vita.

E’ una sconfitta umana, perchè calpesta la dignità della persona: anche chi fosse riconosciuto colpevole ha diritto al rispetto e alla vita.
E’ anche una sconfitta politica, perchè la condanna a morte è sempre un segno di debolezza di uno Stato, e non di forza, di qualsiasi Stato, si chiami Iraq, Iran, Cina, Stati Uniti o altri. La condanna a morte segue la logica della vendetta. In questo momento il Governo Iracheno ha una grande occasione per dare un messaggio al mondo per il suo futuro politico, non percorrendo strade già conosciute e perdenti, come la pena di morte, ma imboccando altre strade, quella del diritto, della democrazia, del rispetto della vita di tutti.

Pax Christi – che da tanti anni è a fianco della popolazione irachena, segnata da guerre, embargo e violenze di ogni genere – chiede che non si aggiunga morte a morte, violenza a violenza e ricorda che la pena di morte continua purtroppo ad esprimere la logica della guerra all’interno della società civile.

La condanna di ogni guerra cammini a pari passo con il rifiuto della pena di morte.