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Credere e conoscere

Carlo Maria Martini Ignazio Marino

Credere e conoscere ed. Einaudi 2012

Un libro prezioso questo, scritto a due mani tra l’uomo di fede, una delle massime autorità spirituali del nostro tempo, e l’uomo di scienza, chirurgo di fama internazionale e ora politico attento ai diritti delle persone. Un libro prezioso anche perché, in sole 83 pagine, riporta all’attenzione e alle coscienze temi sensibili, che ci riguardano direttamente, la vita, la morte, la sessualità, il progresso della scienza. Temi che non fanno parte di ristretti circoli di studiosi, ma investono ciascuno di noi in modo sempre più urgente.

Martini e Marino usano il dialogo come metodo di ricerca della verità, un dialogo che implica il sapersi ascoltare, l’affrontare gli interrogativi in maniera non dogmatica, ma rispettosa delle riflessioni reciproche, senza pretendere l’adesione completa alle tesi dell’altro, ma facendo leva sui punti comuni. Un metodo che è di per sé una indicazione da tenere in gran conto, a prescindere dai contenuti, per un percorso di ricerca finalizzato, come dicono gli stessi autori nelle conclusioni, a conoscere e utilizzare nel modo più adatto all’essere umano, e alla dignità della sua vita, gli strumenti del tempo in cui viviamo.

E’ un libro denso, che affronta, in undici brevi capitoli, i temi dell’inizio della vita umana, con tutte le questioni aperte, embrioni, nascita in provetta, staminali ecc; della sessualità, argomento, secondo Marino, troppo spesso ignorato dalla Chiesa cattolica, e, in questo ambito, del celibato dei sacerdoti e dell’omosessualità, fino al problema delle decisioni ultime e del fine vita, con riflessioni sul senso del testamento biologico previsto per legge e sull’eutanasia.

E’ prevedibile che facciano scalpore certe posizioni di apertura, laica e misericordiosa al tempo stesso, sulle unioni omosessuali, che, secondo Martini, se stabili, potrebbero sottoscrivere un patto civile riconosciuto dallo Stato, che non metterebbe assolutamente in discussione il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori.

Anche il tema della sessualità viene affrontato, nel dialogo, con un grande equilibrio, quasi una consonanza tra lo scienziato e l’uomo di fede, che, entrambi, la considerano come una grande forza della natura, una lotta continua, instancabile contro la morte, che tende sia alla generazione, sia alla comunione di persone. Per Martini, la sessualità umana, qualcosa di molto personale e difficilmente esprimibile a parole, è percorsa da un “dinamismo verticale”, una forza interiore che la porta a essere a poco a poco strumento e luogo di amicizia profonda e di intimità di animi, e come tale supera l’inevitabile usura del tempo e l’aspetto puramente sensibile e corporeo.

Prevale comunque in questo libro l’attenzione alla persona, alla sua realtà, spesso dolorosa, come appare nelle considerazioni sul fine vita, sempre con una grande umana comprensione, soprattutto di fronte a sofferenze che diventano insopportabili.

E si conclude con l’invito da parte di Martini alla Chiesa e ai religiosi in particolare ad essere “Vangelo vivente”, cioè sottoposti ad esso in ogni gesto e in ogni parola, per farlo vivere come realtà primaria che sta alla base di tutto. “Ecco l’esempio e la responsabilità della Chiesa: dimostrare disponibilità, disinteresse, umiltà e farsi modello del gregge, mantenendo sempre presente, oggi più che mai, il rispetto per la persona, per la sua autonomia e la sua intelligenza.”