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Pax Christi in Italia

Le origini

In Italia Pax Christi nacque nel 1954, per desiderio di Mons. Montini della Segreteria di Stato Vaticana, e Mons. Vallainc fu incaricato di seguirne i primi passi come segretario nazionale.

Il primo presidente fu Mons. Carlo Rossi, vescovo di Biella, che rimase in carica fino al 1959. Dal 1959 al 1968 presidente nazionale fu Mons. Mario Ismaele Castellano, arcivescovo di Siena a cui successe Mons. Bettazzi. Mons. Vallainc dopo aver passato l’incarico di segretario al commendator Gagnesi, rimase per molti anni assistente generale del movimento e direttore responsabile del bollettino di Pax Christi, che usciva 3-4 volte all’anno, quando cioè i mezzi lo permettevano, perché Pax Christi (allora come oggi) non disponeva di molti fondi.

Nei primi anni l’impegno del movimento fu quello di “responsabilizzare i cattolici italiani in crociate di preghiera per la pace nel mondo” e “…divulgare l’insegnamento della Chiesa sulla Pace.” Si organizzarono per questo convegni nazionali a Vicenza nel 1956 (presente il Card. Roncalli), ad Assisi, Pisa, Savona, Bergamo… marce (Assisi-Roma), routes regionali ed internazionali.

L’impostazione iniziale del movimento internazionale e delle sezioni nazionali fu dunque prevalentemente spirituale, ma dopo la promulgazione della “Pacem in Terris” e l’avvento del Concilio Vaticano Il, Pax Christi fu quasi “costretta” ad allargare il proprio campo di azione.

Nel 1964 la route internazionale con a tema l’enciclica “Pacem in Terris”, si tenne in Piemonte. A quel tempo Pax Christi in Italia era sviluppata soprattutto al nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto) ma contava già alcuni gruppi anche a Roma, Firenze e Siena. La segreteria nazionale era a Roma, mentre al nord l’organizzazione faceva riferimento al gruppo vercellese che dal 1960 fino agli anni 70 garantì anche il collegamento tra la Pax Christi italiana e quella internazionale.

Gli anni ’70

Nel 1968, quando Mons. Luigi Bettazzi (Vescovo di Ivrea) successe nella presidenza a Mons. Castellano, anche Pax Christi era attraversata dal problema della contestazione. I giovani dei vari gruppi del nord chiedevano un impegno più concreto e profetico sui temi della pace. Lo Statuto fu messo in discussione e abolito, perché si desiderava essere un gruppo spontaneo e non rigidamente determinato.

Alcuni gruppi si sciolsero: Verbania, Asti, Milano… e si ricominciò con ottanta aderenti.

Fu del 31 dicembre 1968 la prima Marcia di Capodanno a Sotto il Monte – Bergamo (23 Km) dal titolo “La pace non è americana, come non è russa, romana o cinese; la pace vera è Cristo” (padre Davide Turoldo), voluta per contestare il modo consumistico di iniziare l’anno e per appoggiare l’impegno per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza.

Da allora le Marce della Pace diventeranno momenti di sensibilizzazione sui problemi urgenti della società civile ed ecclesiale.
Si iniziò uno studio più approfondito e una azione più decisa in favore dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Il tema fu discusso in due tavole rotonde a Padova e a Bologna e fu poi oggetto di ulteriore approfondimento in due marce della pace, una a Peschiera nel 1969, con sit-in dinanzi al carcere della città dove erano detenuti i primi obiettori, e l’altra a Filetto, in Abruzzo, nel 1970, con la discussione sul singolare caso “Dreifegger”.

Alla fine degli anni ’60 si riorganizzano così gruppi di Pax Christi là dove è possibile, e il coordinamento dei singoli, dove il gruppo non esiste.
A Milano si fanno riunioni mensili ” … quasi una assemblea costituente”.

Nel 1970 il primo congresso a Bergamo con la prima bozza del nuovo statuto.

Si valuta se Pax Christi deve continuare o no il suo lavoro nella Chiesa.

Alcune persone sostengono che la chiesa italiana è pronta per portare avanti l’impegno sulla pace. Si adotta lo Statuto provvisorio composto di sette punti con un allegato di proposte per il movimento.

1973 – Congresso di Bologna Cessa la fase spontaneistica e riparte un impegno organizzativo.

Si approva definitivamente lo Statuto e si riconfermano i membri del consiglio nazionale e la segreteria. Si stabilisce una quota minima di adesione al movimento.

I punti di riferimento per Pax Christi Internazionale e Nazionale sono la Pacem in Terris e il Concilio Vaticano II.

Nel 1973 Pax Christi Italiana è contattata per preparare la III Assemblea Mondiale dei cristiani solidali con Vietnam, Laos e Cambogia.
L’assemblea si terrà a Torino dal 1° al 4 novembre presenti personalità (Card. Pellegrino, padre Chenu…). Per preparare l’assemblea si inviano in Vietnam don Chiavacci al Sud e don Trentini al Nord.

Dal 1974 mons. Bettazzi e don Chiavacci partecipano agli incontri con la Chiesa Ortodossa Russa avviati da Pax Christi Internazionale.

Sempre nel 1974 Pax Christi Internazionale chiede alla sezione italiana di ospitare e organizzare l’incontro con la Conferenza per la Pace di Praga.

La sezione italiana solidarizza e sostiene anche economicamente il vicariato di solidarietà del Cile. Si impegna per il rispetto dei diritti umani in America Latina, Vietnam, Spagna ….

Nel 1974 si inizia a discutere sul ruolo dei cappellani militari. Il problema è tuttora aperto (vedi lettere aperte all’ordinario militare, Seminari, pubblicazioni, ecc…)

Anche sul piano internazionale avvengono alcuni cambiamenti (modifica dello statuto Kevelaer 1973). Si impegna il movimento sui seguenti temi: disarmo, educazione alla pace, spiritualità della pace, diritti umani, rapporti est-ovest, nonviolenza ….

Nel 1978 mons. Bettazzi diventa presidente di Pax Christi Internazionale.

Da quel momento inizia la ricerca di un sostituto per la presidenza italiana che si concluderà definitivamente nel 1985.

E’ del 1978 la richiesta del Consiglio Direttivo di Pax Christi Internazionale al Vaticano di istituire un vicariato di solidarietà in Argentina. Ma il Vaticano rifiuta.

PX Internazionale ha per statuto la possibilità di essere membri corrispondenti là dove le dittature impediscono di lavorare, così possono diventare membri corrispondenti le madri della Plaza de Mayo e in seguito Marianela Garcia Vilas.

Gli anni ’80

Agli inizi degli anni ’80 si prepara il manifesto sul disarmo che verrà presentato nel 1982 all’ONU da mons. Helder Camara.

Alle due assemblee dell’ONU 1978 e 1982 (entrambi sul disarmo) partecipa mons. Bettazzi. Con le marce di capodanno in Italia (Varese, Brescia, San Benedetto del Tronto…) si avvia la campagna contro la produzione bellica e il commercio delle armi.

Sui temi disarmo, spese militari, rapporto nord-sud si avvia una grande collaborazione con la Università Cattolica di Milano (facoltà di economia) con cui si collabora per molti anni.

Sempre con l’Università Cattolica di Milano si lavora anche per l’educazione alla pace (facoltà di pedagogia).

Potremmo dire che siamo passati dallo slogan allo studio, all’impegno.

Nel 1983 Pax Christi Internazionale riceve il Premio Unesco per l’educazione alla pace.

Pax Christi, essendo un movimento povero di risorse, ha sempre avuto alcuni problemi:

– farsi conoscere
– recuperare dei fondi.

Quando esisteva solo il bollettino Pax Christi ha collaborato con il “Regno” di Bologna, con Rocca e la Cittadella.

In collaborazione con la Cittadella Pax Christi Italia ha realizzato alcuni incontri storici:

– il confronto tra il gen. Capuzzo e don Chiavacci al convegno “Smilitarizzare l’uomo” del 1983
– il Convegno “Sfregiati dalla mafia e dalla camorra” del 1984.

Per sostenere economicamente PX italiana si organizzarono gli Ostelli di Roma e poi di Venezia, dove gli iscritti si prestarono come volontari.

Nel 1979 Pax Christi Italia accettò di partecipare ad una missione in Salvador poi sospesa. Dopo l’assassinio di mons. Romero si realizzò invece una missione in Centro America, alla quale per l’Italia partecipano mons. Bettazzi e Gianni Novello.

Alla pubblicazione del rapporto scoppiò una grande polemica.

I rapporti vennero tradotti e pubblicati in italiano come speciale “Asal” che avrebbe poi pubblicato anche il rapporto della missione successiva ad Haiti.

Marianela Garcia Vilas, fondatrice della Commissione per i diritti umani del Salvador, collaboratrice di mons.Oscar Romero, catturata il 13 Marzo 1983 in un’area di conflitto dove si era recata per documentare l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito Marianela Garcia Vilas venne assassinata il 16 marzo 1983 e Mons. Bettazzi ne tenne la commemorazione ufficiale in Campidoglio a Roma alla presenza del presidente Pertini e delle massime autorità dello Stato.

Il movimento proseguì poi il suo cammino sulle “obiezioni” e a quelle già esistenti si aggiunse l’obiezione alle spese militari.

Dal 1985, don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, fu presidente nazionale e leader carismatico, non solo di Pax Christi ma di tutto il movimento pacifista in Italia, fino al 1993, anno della sua morte.

Il movimento si schiera contro i bombardamenti in Libia.

Negli incontri con i politici per la legge sul commercio delle armi don Tonino parla del sogno di Isaia e scrive la lettera aperta agli operai dell’industria bellica.

Per l’impegno di Pax Christi, che lo porta a toccare temi scottanti, don Tonino non sempre è capito dalla sua chiesa che anzi gli crea qualche problema.

E’ del 1987 l’impegno contro l’installazione dei poligoni di tiro nelle Murge.

Don Tonino invita i vescovi della provincia di Bari a scrivere un documento su “Puglia arca di pace e non di guerra”. Subito dopo contro gli F16 di Gioia del Colle coinvolge tutta la Conferenza Episcopale Pugliese.

Gli anni ’90

Foto di don Tonino Bello a Sarajevo

La realtà della disoccupazione e l’impegno per i giovani porta don Tonino a costituire la cooperativa “La Meridiana” con la proposta di fargli stampare il bollettino di Pax Christi che diventerà nel settembre del 1990 “Mosaico di Pace”.

Nella vita di Pax Christi Italia sono molte le pubblicazioni; alcune prestigiose edite dalla Queriniana, da Asal, dalla Meridiana ….
Altre più artigianali edite dai gruppi di Brescia, Mestre…

Un momento di grande solitudine per mons. Bello e mons. Bettazzi fu la Guerra del Golfo del 1991, ma fu pure un momento di gratificazione per il coinvolgimento di tanti gruppi e di tanta gente contro la guerra.

Particolarmente significativo risultò il seminario organizzato allo “Stensen” il 6 aprile del 1991.

Nel 1990-91 fu iniziata la sistemazione (con inaugurazione) della “Casa per la Pace” di Firenze dove nacque anche il “Centro Studi Economico e Sociale per la Pace”.

Nel 1992 don Tonino Bello propose di andare come nonviolenti a Sarajevo; e nonostante la ripresa della malattia volle essere presente.

La Marcia di Capodanno del 31 dicembre 1992 costituì di fatto l’addio a don Tonino: moltissima gente ha voluto stringersi attorno a Lui per dirgli il grazie più cordiale ed affettuoso.

Mons. Diego Bona, vescovo di Saluzzo, ne raccolse la ricca e pesante eredità nel 1994, e coadiuvato da don Antonio Dell’Olio quale segretario nazionale, ha guidato il movimento alle soglie del terzo millennio in un momento particolarmente difficile della storia dei movimenti pacifisti e di solidarietà per la cosiddetta “caduta degli ideali”, l’epoca cioè di sfiducia generalizzata verso i grandi temi, che sta attraversando la nostra epoca.

don Tommaso Valentinetti
Dal 2003 al 2009 presidente del Movimento è stato don Tommaso Valentinetti – arcivescovo di Pescara . Il coordinatore nazionale dal 2005 al 2009 è stato don Fabio Corazzina (Punto Pace Brescia). In questi anni il movimento ha orientato la propria attività verso un sempre maggior coinvolgimento dei punti pace nelle attività e campagne nazionali. Pax Christi ha inoltre collaborato con associazioni quali Libera e Tavola della Pace.

Don Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, è stato nominato presidente nel Novembre del 2009 ed è stato in carica fino al 2015, quando, in pieno secondo mandato, è stato costretto a dimettersi per motivi di salute.

L’attuale presidente di Pax Christi è Mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura, Gravina e Acquaviva  Fonti.  Nel corso della sua presidenza Pax Christi ha definitivamente acquisito la proprietà della Casa per la Pace di Tavarnuzze. Coordinatore nazionale è don Renato Sacco del punto pace di Cesara, in Piemonte.

Mosaico di Pace

Il bollettino della Sezione Italiana di “Pax Christi” ha riferito puntualmente sui temi trattati nelle diverse marce di capodanno ed è stato sempre uno strumento prezioso per la vita del movimento in Italia. Ha costituito il collegamento tra quanti già condividevano ideali e programmi e quanti si avvicinavano a tali temi per la prima volta. Dal settembre del 1990 per desiderio di don Tonino Bello ha fatto un salto di qualità ed è diventato “Mosaico di pace”, la rivista mensile promossa da Pax Christi, una rivista al servizio della “convivialità delle differenze”, cioè tesa a promuovere la cultura della pace.