Sabato 14 gennaio 2012 si è svolta a Lecco la Marcia della Pace, promossa dalla zona pastorale III, la cui organizzazione ha visto la collaborazione di numerose associazioni del territorio: Azione Cattolica, Agesci, Caritas, Centro Assalam di cultura islamica, Coordinamento lecchese di Libera, Gruppo Ecumenismo, Comunità di via Gaggio, Pax Christi.
La città ha risposto alla grande (circa 2000 partecipanti di cui tantissimi ragazzi e giovani); il corteo, colorato e rumoroso, ha attraversato le vie del centro ed ha toccato luoghi significativi in relazione al tema voluto dal papa (Educare i giovani alla giustizia e alla pace): il carcere, un bene confiscato alle mafie, il dormitorio, il tribunale, il municipio, un istituto scolastico e un oratorio.
Alla partenza musica e balli, ma anche una toccante testimonianza di Walaa Ismaeel, architetto egiziana, in Italia da un anno. Durante la primavera araba assieme a tanti giovani era in piazza Tahrir al Cairo a protestare contro Mubarak. Lei che ha vissuto la dittatura, ha visto imprigionare e uccidere tanti giovani, ha sottolineato il concetto della giustizia sociale ed ha dedicato il proprio intervento alla memoria dei fratelli e delle sorelle egiziane che hanno sacrificato le loro vite per un futuro migliore per le nuove generazioni.
A seguire l’intervento dell’artista tunisino Raouf Gharbia “Quando ognuno di noi nasce riceve immediatamente un regalo” – ha raccontato ai ragazzi e anche bambini seduti lì vicino in cerchio – ” Un pianeta intero da godere e conservare”. E con il regalo un libretto d’istruzioni che, con un gioco di quadrati su carta, va a formare le parole ‘conoscenza’, coscienza’ un pizzico di ‘tolleranza’ e tanta ‘istruzione’ per arrivare a ‘pace’ e ‘giustizia’.
Al termine del cammino per le vie della città, un intenso messaggio conclusivo del vicario episcopale, don Bruno Molinari: “In questo itinerario abbiamo sentito diverse toccanti e sofferte testimonianze. A coloro che ce le hanno consegnate esprimiamo la nostra piena vicinanza e solidarietà.
E forse ciascuno di noi dentro di sè ha ricordato anche altre testimonianze ricevute nella propria esperienza da grandi e nobili figure da tutti conosciute, come pure da belle e semplici figure di donne e uomini che credono seriamente e lavorano senza sosta per la pace nella quotidianità della vita.
Col pensiero alla primavera suscitata dai giovani in diverse nazioni e in varie regioni del mondo, di cui abbiamo sentito qualche testimonianza, sentiamo e diciamo che c’è bisogno anche di una primavera europea e italiana di giustizia e di pace.
Una primavera che non può essere fondata solo sulla giusta e doverosa indignazione, o sulla sofferta rassegnazione, né tantomeno sull’arrendevole timore o sul disonesto compromesso
ma appoggia sui pilastri della idealità, dell’impegno, della responsabilità, sul guardare al futuro con la fiducia che qualcosa si deve fare, anzi molto si può fare.
Ai giovani che sono qui dico: lasciatevi ispirare dalle testimonianze coraggiose viste e ascoltate e non temete di essere a vostra volta coraggiosi testimoni di giustizia e di pace.”