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Parole che sprigionano – Scrittori dal carcere di Opera

Scrittori dal carcere di Opera

Parole che sprigionano – Edizioni Biblioteca Francescana

Spesso si parla di carcere, se ne parla per le condizioni di sovraffollamento, se ne parla per i drammi, talvolta le tragedie, che accadono all’interno, ma questo libro è un’altra cosa, non è un libro sul carcere, ma dal carcere. E’ un libro che raccoglie le voci di un gruppo di detenuti nel carcere di Opera, alle porte di Milano, che hanno partecipato ad una iniziativa proposta da alcuni volontari, una periodica ora di lettura, che si è trasformata in un’occasione di scrittura. I brani di autori celebri proposti dai volontari, alcuni dei quali intervallano nel libro le voci dei detenuti, hanno provocato riflessioni, suscitato pensieri ed emozioni, ispirato poesie. E prodotto alla fine questo libro che è attraversato dall’emozione: voci di uomini con storie diverse, caratteri diversi, pensieri diversi che hanno in comune la condizione di carcerati, la mancanza di libertà, ma che attraverso la parola si “sprigionano” e raggiungono il cuore del lettore.

 E, nonostante il peso della condizione carceraria sia sempre molto presente, riescono a trasmettere sogni, propositi, rimpianti, nostalgie, sofferenze, talvolta con rabbia, ma anche con ironia e senso dell’umorismo. Silvano, Federico, i due Gabriele, Nazareno, Maurizio, Michele, Marco, Roberto, si mettono a nudo, con la loro umanità, che è la nostra umanità. E ci comunicano con chiarezza come i temi dell’uomo siano gli stessi, dentro e fuori dal carcere e che, come scrive Nazareno “c’è un muro nella società e qualcuno è di qua e qualcuno è di là. Però, fondamentalmente, sono le stesse persone”. E il muro non è solamente quello reale, che circonda ogni carcere, il muro è anche quello impalpabile che chi sta fuori costruisce per non vedere, per non sapere, per far finta che ciò che sta al di là non lo riguardi. Questo libro supera il muro, getta un ponte di parole che passano da un cuore all’altro, e che sono la testimonianza visibile di quella libertà di pensiero di cui ogni essere umano è portatore e che nessuna condizione oggettiva può limitare.

 Alcuni scritti sono veramente commoventi, quando mettono a nudo l’anima, che si consegna alle parole e arriva a noi diretta, senza paura di mostrarsi per quello che è, fragile, confusa, ma anche poetica …..”se sapessi che alla mia morte tu versassi una lacrima, per una tua lacrima morirei adesso…” scrive Gabriele, che ha un egastolo da scontare e riconosce al carcere di averlo aiutato a riflettere, a scoprire prima di tutto se stesso. O come Silvano, che in uno dei suoi contributi scrive “Durante questa carcerazione mi è bastato vivere con tutto il corpo e riattivare la mente alla curiosità ed alle riflessioni per trarne un vantaggio di benessere e liberare il cuore……Come ogni uomo imprigionato vivo tutto al presente……Se riesci a gestire il tuo tempo attuale senza farti del male e piangerti addosso, ….non può certo esimerti dall’amare la vita. In fondo l’inquietudine nasce dal cuore dei vivi.”

Un libro che è anche un messaggio di speranza e di fiducia nella inesauribile capacità di reazione e di cambiamento dell’essere umano.

Rosanna Tommasi