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signorNO!

Aderendo all’appello ricevuto da Olga Karatch (attivista nonviolenta Bielorussia riparata in Lituania) in difesa di Nikita Sviryd, obiettore di coscienza bielorusso- anche egli fuggito ini Lituania- che rischia la deportazione e conseguentemente una condanna che potrebbe comportare fino alla pena di morte, la sezione italiana di Pax Christi, con una lettera a firma del presidente mons. Giovanni Ricchiuti ha inoltrato alla Corte suprema Amministrativa della Lituania la seguente istanza (scusate la traduzione un po’… maccheronica):

Gentili Onorevoli Giudici della Corte Suprema Amministrativa della Lituania.

Vi chiediamo gentilmente di annullare la decisione del Dipartimento per la Migrazione contro il bielorusso MIKITA SVIRYD e di inviare il caso ILTU kodas 90003548189 per un nuovo esame a causa del fatto che Mikita è in pericolo di pena di morte o di una lunga pena detentiva a causa della sua diserzione. Vi chiediamo gentilmente di allegare questo appello al materiale del tribunale e di tenerne conto quando emetterete il vostro giudizio su Mikita Sviryd. Descrizione del caso di Mikita: MIKITA SVIRYD, nata a settembre 22, 2002, è cittadino bielorusso. Il 28 ottobre 2021 ha ricevuto una convocazione per il servizio militare obbligatorio e non ha avuto la possibilità di rifiutare il servizio nell’esercito bielorusso. Entro il 24 febbraio 2022, il suo periodo di servizio aveva raggiunto i quattro mesi, durante i quali Mikita aveva già prestato giuramento. Durante i quattro mesi trascorsi nella compagnia in cui Mikita prestò servizio, furono provati un paio di volte i compiti tattici, furono condotte più volte esercitazioni di tiro con le armi, furono intraprese frequenti marce ed era comune l’impiego in varie unità militari come assistenti. Durante questo periodo, parteciparono numerose conferenze ideologiche che promuovevano l’idea che l’Occidente fosse abitato da nemici e nazisti, sostenevano che la bandiera bianco-rosso-bianca veniva usata dagli occupanti durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e sostenevano l’esecuzione di coloro che sostenevano l’opposizione. Mikita, come la maggior parte dei suoi compagni, non condivideva questo punto di vista. Tuttavia non era possibile avviare un dibattito con i docenti; la maggior parte dei coscritti dormiva così. Dopo la fuga di Mikita, militari, polizia e il KGB hanno visitato la sua casa in Bielorussia. Hanno detto ai genitori di Mikita che non sarebbe stato punito se fosse tornato e avrebbe potuto completare il suo servizio in pace. Sotto la loro pressione, i suoi parenti hanno chiamato Mikita e lo hanno esortato a tornare in Bielorussia. Ma capì che se fosse tornato sarebbe stato arrestato. Mikita rischia fino a 20 anni di carcere in Bielorussia e forse anche la pena di morte. Oltre a diserzione, potrebbe essere accusato di terrorismo, estremismo e tradimento. Mikita è fuggito da una missione con le armi (che ha lasciato in Bielorussia), ha informato le autorità lituane del movimento di equipaggiamento militare russo e ha fornito dettagli sugli eventi avvenuti al confine con l’Ucraina durante i giorni dell’invasione russa. il Dipartimento per la Migrazione del Ministero degli Interni della Repubblica di Lituania ha negato l’asilo a Mikita sul territorio della Lituania (caso Nr. ILTU kodas 90003548189). La ragione ufficiale del rifiuto dell’asilo è che il Dipartimento per la Migrazione ritiene che sia sicuro per Mikita ritornare in Bielorussia e che lì non corre alcun pericolo. Questo non è vero. Mikita è minacciata di reclusione e persino di pena di morte in Bielorussia. Vi chiediamo di rendere annuale la decisione del Dipartimento lituano per l’immigrazione e di dare a Mikita la possibilità di una vita pacifica e sicura in Lituania. I migliori saluti,

Il Presidente di Pax Christi Italia aps, Mons. Giovanni Ricchiuti

https://www.mosaicodipace.it/index.php/archivio/2022/novembre-2022/dossier-novembre-2022