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La 185 non si tocca

Fabrizio Truini

La legge 185/90 sull’export bellico non si tocca.

Questo l’obiettivo della conferenza stampa al Parlamento di giovedì 4 aprile e poi dell’assemblea del 17 nella nuova sede romana di Libera, per fermarne il progetto di revisione. Se fosse attuata verrebbero tolte le restrizioni alla vendita di armi ai Paesi in guerra; privato il Parlamento del controllo sul loro commercio; cancellata infine la trasparenza bancaria. Ecco le ragioni dell’opposizione di un ampio settore della società civile espresse prima nella conferenza stampa da Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Pace e Disarmo, e da Anna Fasano, presidente di Banca Etica: Basta favori ai ‘mercanti d’armi’. Tesi poi ribadita con ancora più forza dall’assemblea successiva, e molto partecipata, introdotta da don Luigi Ciotti, che ha parlato di un vulnus alla democrazia, e da tanti altri rappresentanti di Associazione cattoliche e laiche, quali Aci, Acli, Agesci,Arci, RIPD, Caritas,Focolari, Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Cristiana e Pax Christi, che coralmente hanno anche ribadito che l’aumento delle armi porta a far sempre più guerre. La strada per la pace dunque non può essere quella di maggiori e diffusi armamenti, ma quella del disarmo. Significativo l’intervento pungente di Alex Zanotelli, accolto da un grande applauso, che chiama ad agire con nonviolenza, anche con espressioni di disobbedienza civile. Importante anche l’intervento dell’on. Laura Boldrini, che ha sollecitato i presenti e tutta la società civile a supportare la battaglia della minoranza parlamentare per fermare i tentativi antidemocratici di gran parte del Parlamento. La legge 185 è un argine irrinunciabile, che va sorretto, pur se in molti vive sempre la speranza biblica che non si producano mai più armi.