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25 aprile – Liberazione fa rima con Costituzione

“… Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione” (Pietro Calamandrei, Milano 26 gennaio 1955)

” Tutti si alzarono e lo studente spiegò un foglio e lesse (…). Nel momento in cui erano più fitte le tenebre avete saputo dare al mondo la sua luce più chiara. Mi auguro che la vittoria tanto vicina vi trovi tutti fraternamente uniti e che troviate in voi stessi una forza e un coraggio ancora più grandi: quelli di cui avremo bisogno per vincere senza opprimere a nostra volta e per perdonare senza dimenticare: firmato partigiano Nadeja” (Romain Gary, Educazione europea, Neri Pozza, 2006)