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Fari di pace – porto di Monfalcone

È un lungo percorso quello intrapreso da una serie di associazioni dei cittadini e dei lavoratori intorno a Monfalcone e al suo porto. Vi si intrecciano, una volta di più, armi e migranti.
Monfalcone è una delle città italiane con la maggior presenza di cittadini stranieri, quasi il 30% dei residenti, attirati dal lavoro in Fincantieri, che qui ha il suo più importante centro di produzione di grandi navi da crociera. La composizione slava e soprattutto bengalese ha creato, come ovunque, qualche problema di accoglienza e integrazione, ma a Monfalcone una amministrazione locale a guida leghista ha esacerbato gli animi con l’insistenza sui temi della sostituzione etnica e della libertà di culto.

Vi si è aggiunto quello che avviene in porto, denunciato a più riprese dagli stessi lavoratori portuali. Di recente, il porto è periodicamente toccato dalla nave «Capucine», stabilmente noleggiata dall’Esercito italiano per spostare materiale militare, per lo più in occasione di manovre militarizzazione. Tuttavia non è abilitato al passaggio di armamenti, fatto che è ben noto sia alle organizzazioni dei lavoratori che all’Autorità portuale di Trieste, da cui dipende il porto di Monfalcone. La stessa nave, peraltro, è stata ripetutamente notata nel porto di Alexandroupoli, nella Macedonia orientale greca, a sua volta hub statunitense per i rifornimenti via mare di armi all’Ucraina.

Infine, Monfalcone e il suo porto sono molto vicini allo stabilimento di Leonardo Spa situato a Ronchi dei Legionari, dove tra l’altro si fabbricano grandi droni militari testati in Pakistan sui civili delle “aree tribali”.

È in questo quadro e su questi temi che la società civile locale sta cercando di costruire un momento di confronto pubblico, che metta al centro il rispetto delle leggi e dei trattati in vigore circa il controllo dei trasferimenti internazionali di armi, perché le armi fabbricate e spedite dall’Italia non vadano a contribuire ad altri sanguinosi conflitti. L’intenzione è di portare anche a Monfalcone l’iniziativa dei Fari di pace che già si è realizzata in altri porti italiani, da Genova a Ravenna, con il contributo di Pax Christi e dell’osservatorio Weapon Watch.