Carla Bellani
Gibuti, piccolo paese del Corno d’Africa (meno di un milione di abitanti), situato sullo stretto di Bab al-Mandab è un passaggio obbligato tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano per i traffici tra Europa e Asia. Ospita basi militari appartenenti a Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Germania, Spagna, Italia, Francia e Arabia Saudita, situate a brevissima distanza l’una dall’altra. La Cina, che è il primo partner commerciale dell’Africa, ha fatto di Gibuti un tassello fondamentale per espandere la propria influenza nel continente. Per la forte presenza di basi militari, Gibuti è in cima all’attenzione geopolitica di strateghi militari e responsabili delle politiche di sicurezza di tutto il mondo.
Dal suo stretto passail 30 per cento del traffico dei containerche navigano lungo il canale di Suez in direzione Oceano Indiano o al contrario in direzione Mediterraneo, incluse le petroliere che vengono dal Golfo Persico. Le potenze economiche mondiali hanno perciò interesse a rendere sicure con la presenza militare le loro merci; pure le catene della logistica globale hanno bisogno che i loro traffici non vengano interrotti. Gibuti è pertanto un presidio di sicurezza economica e commerciale.
La presenza delle basi militari garantiscono al piccolo Paese stabilità interna e lo preservano dai conflitti e dalle minacce che arrivano dai Paesi confinanti. Come dalla vicina Somalia che è sotto tiro del gruppo terroristico al-Shabab, o dall’Etiopia dilaniata da conflitti interni, o dall’Eritrea che appoggia i movimenti armati dell’area Eritrea – Sudan. Che cosa ha in testa Afwerki? – Nigrizia
Ai conflitti dei Paesi del Corno d’Africa che si affacciano sul Mar Rosso, oggi si aggiunge la guerra in Medio Oriente che si è estesa a questo Mare e che vede Gibuti, piccolo stato caserma, fare da supporto logistico agli interventi nei vari punti di crisi. Al di là dello stretto di Bab al-Mandab, nella penisola arabica, c’è la guerra in Yemen, (dal 2014) alimentata da attori internazionali. Ci sono gli Houthi dello Yemen che, per rappresaglia agli attacchi di Israele sui palestinesi, colpiscono le navi mercantili occidentali nel Mar Rosso e vengono contrattaccati dai raid statunitensi e britannici. Gli Houthi prendono di mira anche i cavi sottomarini, della comunicazione web della dorsale che va dall’Europa all’Asia. C’è poi la missione militare europea “Aspides” (a comando operativo italiano) che fa da scudo navale ai mercantili minacciati dagli Houthi che stanno provocando un’escalation di attacchi. Così, Gibuti roccaforte armata in questa striscia di Mare infuocato da un crocevia di conflitti si trova a fare il gendarme armato anche degli interessi geopolitici delle potenze mondiali.
Segnaliamo il podcast tratto da Avvenire sul Corno D’Africa