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La difficile speranza

“La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai”.

Dalla Casa per la pace, 18 marzo 202     + don Giovanni Presidente

Lettrici e lettori carissimi di Verba Volant, scrivo questo editoriale, oggi 18 marzo, 89° compleanno del “nostro” e “diversamente vivente + don Tonino Bello, vescovo e presidente di Pax Christi, dichiarato “venerabile” il 25 novembre 2021 da papa Francesco e dal quale stiamo attendendo, per la sua beatificazione, il miracolo! Ma quale miracolo, carissime e carissimi, se non quello della speranza? Mi tornavano in mente, questa mattina, le parole con cui ho dato inizio a questo editoriale e che segnano l’inizio del film Le ali della libertà, mentre scorrono davanti ai nostri occhi le immagini e i report degli inviati sui vari fronti in cui si sta combattendo questa terza guerra mondiale “a pezzi”. Centinaia di migliaia di giovani mandati sui vari fronti e che lì han visto spegnersi drammaticamente i loro sogni di vita, devastazioni di città rase al suolo, bombardamenti continui e incessanti a far vittime, a decine di migliaia tra anziani, donne e, soprattutto, bambine e bambini. E ancora popoli in fuga dalla guerra, dalla fame e dall’ingiustizia attesi speso da strade e mari che diventano per molti di loro tombe e cimiteri. Crimini contro l’umanità e genocidi i cui responsabili restano impuniti e testardamente determinati a continuare ad “alzare le spade” gli uni contro gli altri. Appelli di papa Francesco, il più delle volte destinati a cadere nel vuoto, e di quel popolo della pace che alza la voce, cammina nelle strade e si raduna nelle strade e nelle piazze, innalza suppliche e preghiere perché mente e cuori si convertano a “progetti di pace e non di sventura”. Tutto sembra davvero inutile, non si apre nessuna breccia nel muro della “irrazionalità”, della pazzia e della folla della guerra, nessuna “feritoia di luce”, per dirla con + don Tonino, di  nonviolenza, di mitezza e di  pace. Vi confido, amiche e amici carissimi, che il pensare a me stesso, e spero per tutti voi, come “irriducibile ottimista” in questi giorni sta entrando in crisi. Poi ripenso e dico, da persona umana e da credente, che non possiamo e non dobbiamo cedere alla rassegnazione, al fatalismo e alla ineluttabilità di certe logiche mondane davvero scoraggianti. Tornano in mente, quasi come una provocazione, le parole dell’apostolo Paolo: “…il quale (Abramo) sperando contro ogni speranza”, parole commentate poi da Giorgio la Pira come invito a “osare l’inosabile”, perché ciascuno di noi, artigiano di pace, diventi speranza!

Si avvicina la Pasqua del Signore e noi amiamo sperare che la notte dei fuochi di guerra lasci il posto, una volta per tutte, alla luce del Risorto che saluta i suoi discepoli così: “PACE A VOI! Che tornino quanto prima la speranza e la pace!

AUGURI!