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El Salvador: elezioni marzo 2024

El Salvador: elezioni fraudolenti tra neuromarketing e sette evangeliche

Mariella Tapella

Le elezioni politiche del 4/2 presidenziali e parlamentari e del 3/3/2024 municipali e del Parlamento Centroamericano, sono state inusuali, segnate dalla polemica della elezione del Presidente Nayib Bukele, che cerca il secondo periodo, nonostante ben sei articoli della Costituzione salvadoregna lo proibisca ed in uno Stato di eccezione, approvato e proposto dal Parlamento decretato il 27/3/2022 e che persiste a tutt’oggi. Stato di eccezione dettato dopo un fine settimana cruento: 87 persone uccise in tre giorni di fine settimana attribuiti alle “maras”, bande criminali, giustificato: “affrontare il problema sicurezza” dovuto all’alto indice di omicidi, il più alto in America Latina. 

Con lo stato di eccezione, infatti si abbassano gli indici di omicidi, da 36 per ogni 100,000 abitanti nel 2019 a 2,4 per ogni 100,000 abitanti nel 2023….pero, secondo il prestigioso periodico Il Faro, Bukele ha tentato accordi di “contenimento” con leaders delle “maras”…. Però a che prezzo?

Secondo I dati dell’Alto Commissariato della ONU Volker Türk, El Salvador conta con 76.000 (1,11% della popolazione) detenuti durante lo Stato di eccezione, molti senza un dovuto processo di indagine e diritto alla difesa.

Molti sono delle “maras”, ma molti altri sono innocenti. Continua Türk: si stima che 236 persone abbiano perso la vita nelle carceri salvadoregne…  Organismi internazionali, come Human Rights Watch, ed altri hanno avvisato di detenzioni arbitrarie, torture e morti in prigione e si riconosce che molti erano innocenti. 

Il Cardinale Gregorio Rosa Chávez parla di “regime di terrore” che disprezza la dignità umana… riferendosi al discorso di Bukele all’Assemblea generale ONU del 19/9/2023, nel quale si vantava dei risultati dovuti al regime di eccezione.  

Certamente l’indice di omicidi si è abbassato e questo ha provocato la simpatia di molte persone con poco senso critico…. Adesso si vive una estorsione sistematica fatta dagli organi dello Stato. Bukele ha eliminato parzialmente le “maras”, ha eliminato ciò che si vede, non però ciò che le genera: l’ingiustizia sociale, come segnalava già San Romero. Sembra più una “guerra” contro i poveri (aporofobia) che una “guerra” contro le “maras”. 

C’è da dire che durante il suo primo mandato, ha destrutturato l’organo giudiziale, creando una Corte Suprema di giustizia a sua immagine; concentrando così nelle sue mani i tre poteri dello Stato, debilitando cosi lo Stato di diritto.   A lui obbediscono   la Polizia Nazionale Civile, la Procura per la difesa dei Diritti Umani create entrambi dagli Accordi di Pace 1992, il Fiscales Generale e la Forza Armata… Ed ultimamente per le elezioni, si approvarono in modo illegale una serie di riforme elettorali: ha ridotto il numero di deputati da 84 a 60, il numero dei municipi da 262 a 44, non ha dato ai partiti di opposizione le quote previste per legge,  non viene più usato il procedimento per  residui, ma quello dei quozienti. 

Questa situazione ha approfondito la cooptazione dello Stato, riducendo la democrazia a mera formalità del voto che allo stesso tempo rafforza un esercizio arbitrario del potere, che riproduce a tutti i livelli del funzionamento pubblico, condotte autoritarie e violente, assolutamente riprovevoli che si realizzano con totale impunità, solo per mantenere privilegi.  Ha annullato i controlli ai quali deve essere sottomessa qualsiasi azione pubblica, provocando un ambiente ostile e pericoloso per la difesa dei diritti umani, la mancanza totale di trasparenza e l’informazione pubblica circa l´ uso del denaro pubblico, la militarizzazione in aumento ed il rafforzamento smisurato della polizia e le forze armate.          

Un processo elettorale in cui ha visto più voti che persone votanti, procedimenti incongruenti, con brogli gravi logistici, soprattutto durante il conteggio dei risultati che, assieme alle riforme adottate di forma illegale, sono denunciate da diversi settori come frode.    In più il Tribunale Supremo Elettorale dichiara illegalmente riservato il conteggio voti dei residenti all’estero.

Per le votazioni del 4/2 il 50% non ha votato, il 10% è andato all’opposizione perciò è stato rieletto con l’80% del 40% dei votanti. La maggioranza non ha votato per lui. Però purtroppo, in Parlamento non c’è più opposizione… Infatti ha 54 deputati su 60…   Nelle votazioni del 3/3, per sindaci e deputati al Parlamento Centroamericano, solo il 30% ha votato ed il suo partito ha ottenuto 24 municipi su 44.

L’ambizione smisurata di Bukele ha viziato il processo elettorale dall’inizio alla fine… a tal punto di autoproclamarsi vincitore, a scrutinio ancora in corso, dicendo “Saremo la prima democrazia al mondo a partito unico” ed aggiunge “Abbiamo battuto ogni record della democrazia mondiale”, riferendosi agli oltre due terzi dei deputati in Parlamento ottenuti dal suo partito (in modo molto discutibile), indispensabili per rinnovare lo stato di eccezione ed altre leggi che  avallano la “medicina amara” già annunciata.  

In definitiva I due processi elettorali sono stati fraudolenti dall’inizio alla fine.  

Questo processo elettorale sembra molto a quelli degli anni ’70 – dittature militari, nei quali non si rispettavano ne regole ne leggi, si violentava vergognosamente la volontà popolare, si manipolava la coscienza delle persone e si negava ad altri partiti realizzare una campagna in condizioni ugualitarie. 

Nella seconda parte che sarà pubblicata nel prossimo numero di VerbaVolant, scriverò degli altri aspetti citati nel titolo che si stanno verificando nel momento attuale non solo in El Salvador.