C’era una volta la Francia, che possedeva un impero che copriva un quarto del secondo continente più grande del pianeta. Poi arrivò sul posto un agente russo, il defunto Yevgeny Prigozhin, che contribuì a smantellare la versione moderna dell’Africa imperiale francese.
Uno dei principali imperi della storia moderna sta crollando sotto i nostri occhi. Un evento straordinario di cui si parla poco, ma che ha un impatto decisivo sulla rapida evoluzione del potere globale.
Negli ultimi 60 anni, la Francia ha utilizzato ogni possibile strumento diplomatico, palese e occulto, leale e scorretto, anche criminale, per incorporare circa 14 nazioni africane in un impero neocoloniale chiamato Françafrique, una vasta regione che copre un quarto dell’Africa e si estende per quasi 5.000 km dal Senegal sulla costa atlantica al Ciad nel centro del continente.
Parigi forniva una forma approssimativa di stabilità al prezzo di una politica caratterizzata da economia predatoria, corruzione endemica, post-colonialismo, interventi militari discutibili (presunto sostegno ai gruppi Hutu responsabili del genocidio in Rwanda nel 1994), oltre che da decine di scandali politici ed economici nei decenni successivi alle indipendenze di un radicato governo autocratico e di un profondo sfruttamento economico.
A mano a che il dominio coloniale e post-coloniale francese su questa vasta regione si addentrava nel suo secondo secolo di vita, aumentava il disagio nelle ex colonie, fino a sfociare in aperta ostilità nei confronti della presenza francese in vari Paesi della Françafrique. In meno di un anno, Parigi si è vista costretta a ritirare le truppe francesi dalla Repubblica Centrafricana, dal Burkina Faso, dal Mali e, recentemente, anche dal Niger. Dopo aver preso il potere a luglio, la nuova giunta militare di Niamey aveva chiesto la partenza dei francesi e, per ribadire il concetto, aveva chiuso il suo spazio aereo alla Francia. “Le forze imperialiste e neocolonialiste non sono più le benvenute sul nostro territorio nazionale”, aveva annunciato la giunta guidata dal Gen. Tiani.
Mentre Parigi ritirava i suoi 1.500 soldati e l’ambasciatore francese, i nuovi leader militari del Niger contattavano prontamente la Wagner per chiedere sostegno, espandendo così la sfera di influenza della Russia nell’impero francese che già stava rapidamente soppiantando.
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