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Dodici Raccolti

Stefano Angelone, Massimo Feré

“Dodici raccolti” cosa è?

 Una “esperienza di preghiera” per la pace che riempia i 365 giorni dell’anno. Acqua viva, una piazza, un albero della vita, dodici raccolti e la guarigione delle ferite. Perché “insieme” si diventa “foglia” che guarisce le nazioni. Rileggendo il brano dell’Apocalisse: • un fiume di acqua viva è la nostra preghiera quotidiana per la pace. • in mezzo alla piazza che è il mondo in cui abita l’umanità ferita. • un albero della vita la profezia di pace giustizia e salvaguardia del creato. • dodici raccolti un frutto ogni mese per la pacificazione del mondo. • le foglie per guarire le nazioni chi partecipa alla preghiera e invocazione della pace.

   La proposta

 Vorremmo creare una quotidiana “catena di preghiera”, una “fraternità itinerante” in cui ogni giorno una singola persona, una famiglia, un gruppo giovani, un Punto Pace, una parrocchia, un oratorio, una scuola, una fabbrica, una comunità religiosa, un Monastero, un’Associazione, un gruppo di amici, … si impegnino a fare durante la giornata un momento di preghiera per la pace e a fare della giornata una preghiera per la pace.

 Pregare per la  Pace: perché?

 Facciamo nostre le parole di Enzo Bianchi:  “I cristiani devono pregare per la pace convinti che la preghiera è una componente della storia, ha una sua efficacia nella polis: se i cristiani “con un cuore e un’anima sola” pregano e invocano lo Spirito santo che illumini la mente e i cuori dei governanti e di quanti sono responsabili della vita dei popoli, sanno di essere esauditi, perché così ha promesso loro il Signore Gesù. Certo, i cristiani sanno anche che la preghiera è una forza “debole”, ma proprio per questo essa può essere un’arma decisiva. Pregare, infatti, non significa evadere dalla storia, non assumere responsabilità e starsene in una passività di comodo; pregare è invece “contemplare” la realtà e la complessità delle situazioni di crisi con un’ottica che è quella di Dio, con una forza che viene dall’alto, con dei sentimenti che sono quelli di Cristo Gesù e, quindi, affrontare le vicende umane con una maggior capacità di discernimento e una maggior risolutezza nell’azione. Chi prega mostra di non cedere a fatalismi, di non rassegnarsi al male incombente e di non obbedire a reazioni impulsive: prega per decidere con Dio un comportamento, prega per ascoltare i fratelli e attuare con loro una convergenza di intenzioni, prega per affermare con tutto il proprio essere un radicale rifiuto della violenza, prega per compiere un atto di fede: credere nella pace tra gli uomini. Non solo, ma “pregare per”, intercedere, significa fare un passo per assumere meglio e più responsabilmente una situazione, fino a interporsi tra il male e il bene per far trionfare il bene. Altro che evasione! Sentiamo l’urgenza di tutto questo! 

 L’ICONA DELLA RICONCILIAZIONE

L’idea dell’Icona della Riconciliazione nacque nel contesto del programma di Pax Christi Internazionale nel Medio Oriente in 1999: la riunione internazionale del Consiglio tenutasi a Amman e Gerusalemme e una serie di incontri nell’Egitto, in Israele, nel Libano e nel Palestina. L’Icona della pace è stata dipinta nel Monastero di “San Giovanni nel deserto”, vicino a Gerusalemme, ed è stata donata al movimento il 1° luglio 1999 nella città santa di Gerusalemme. Attualmente è esposta al segretariato internazionale a Bruxelles.
L’Icona vuole presentare Cristo come fonte della riconciliazione, della liberazione e della pace e simboleggia i collegamenti vitali delle tradizioni cristiane orientali ed occidentali nel contemplare e vivere la pace di Cristo. L’Icona ha due immagini centrali. Nella parte superiore Esau e Giacobbe, nel momento della riconciliazione, si abbracciano in piedi mentre calpestano una spada; ai piedi dell’immagine il titolo dell’icona, “Cristo è la nostra riconciliazione” è scritto in greco, latino ed ebreo. Sotto, Gesù Risorto sta insegnando il padre nostro ai discepoli nella Gerusalemme Celeste; ai piedi di questa immagine, le parole del padre nostro sono scritte Aramaico, lingua che si pensa Gesù usasse per parlare. Altre immagini mostrano le storia bibliche di Sara e Isacco (Genesi 21:12), Hagar e Ishmael (Genesi 21:13), la donna Samaritana e Gesù (Giovanni 4:5 – 26), la donna Sirofenicia e Gesù (Marco 7:24 – 30), la Gerusalemme nel cielo (Joel 4:16 – 17) e la Preghiera del Signore (Luca 11:2 – 4).

In attesa di riavviare il sito “Dodici raccolti” su una nuova piattaforma avete potuto leggere qui il significato della proposta di preghiera comunitaria.

Invitiamo  i Punti Pace e gli aderenti interessati a mandarci loro proposte od esperienze di preghiera a verbavolantpax@gmail.com