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Coordinamento Centro Italia – 25 novembre 2023

Pio Castagna

L’incontro di coordinamento del centro Italia ha visto la presenza di 27 partecipanti di cui 7 del Punto Pace ospitante della Diocesi di San Miniato ed è iniziato con il richiamo di Pio Castagna alla necessità sostenere il movimento con la tessera associativa o con l’abbonamento a Mosaico. Inoltre ricorda che tutti i proventi raccolti dalla giornata si destineranno a sostenere le iniziative del Movimento a sostegno degli obiettori di coscienza dei paesi in guerra e delle iniziative di “STOP WAR NOW”. È poi seguita poi la preghiera guidata da Gianni Novello che invita a “Sostare la Pace” e prendendo spunto dal Vangelo della domenica di Cristo Re, invita a riflettere sul comportamento “ordinario” che ha contraddistinto i “benedetti del Padre”. È un forte richiamo ad essere attori nella ordinarietà.

Con questo approccio Pio Castagna avvia la presentazione della giornata spiegando che il coordinamento ha il compito di dare sostegno alle varie organizzazioni locali per radicare meglio l’impegno. È un’occasione per ricevere dall’esterno stimoli, ma anche per raccogliere le comunicazioni delle iniziative e provare il rilancio delle nostre attività.

Si riflette poi sui prossimi appuntamenti e sulla centralità, per il Movimento, della Marcia della Pace di fine anno che è una Memoria fondante anche per la Giornata della Pace del 1gennaio.

Si affrontano poi le proposte del Movimento sulle tematiche che si intendono sottoporre ai candidati politici in occasione delle prossime elezioni politiche Europee e si apre la riflessione:

  1. Europa Casa Comune
  2. Che ruolo può giocare l’Europa nello scacchiere internazionale
  3. Il Movimento contro la politica di Riarmo

Si individua nel secondo il punto su cui lavorare come coordinamento.

Questa attività da spunto a Gianni Novello di ricordare che l’Art. 11 della nostra Costituzione ha trovato il suo fondamento sul Codice di Camaldoli stilato in gran segreto proprio durante il periodo bellico. Quindi invita a lavorare localmente alla preparazione di un brogliaccio che serva poi da base per il documento da restituire al direttivo.

Sul tema delle prossime elezioni poi viene segnalata anche la Lista di Raniero La Valle e Michele Santoro che stanno ricercando uomini di Pace per potersi presentare autonomamente, ma si conferma la volontà del Movimento di dialogare con tutti e chiedere a tutti il proprio impegno sulla pace senza prese di posizioni: ad ogni aderente poi si lascerà liberà di impegno dove meglio crede.

Vengono riportate varie esperienze territoriali di successo che hanno affinchè sia possibile una maggiore alfabetizzazione della società civile e il tema della pace possa coinvolgere di più.

L’incontro poi è continuato con una attività di “resilienza” che ci ha visto elencare prima i punti FRAGILI della Pace e a seguire i punti di FORZA: questi si propongono come stampelle per la fragilità dei primi e sono i contesti ove maggiormente è richiesto il nostro impegno.

Nel pomeriggio Antonio De Lellis ha presentato il libro USCIRE dalla GUERRA per una ECONOMIA di PACE

Nel narrare le varie esperienze di non violenza attiva raccolte in Palestina, ci ha dipinto persone che possiamo definire DOCENTI di questa pratica. Persone che riescono a vivere in pace sulla stessa terra ove soffrono pesanti ingiustizie. Ha però spiegato quanto da lì è forte l’invito ad aprire gli occhi perché anche la nostra è già una economia di guerra o ben presto la diventerà. Ci ha così invitato ad abituarci a vedere il conflitto quando non fa rumore. Dobbiamo saper leggere che questa società è già in guerra: guerre ai poveri; guerre nel linguaggio; guerre delle risorse.

In mare davanti a noi vengono uccisi uomini, donne bambini: non fatti morire. Sulla rotta balcanica ancora, vengono uccisi uomini donne e bambini. Abbiamo fatto a Tripoli accordi di guerra, per uccidere le persone.

È un conflitto verso i poveri; è una economia che genera poveri e precarietà. È una economia di guerra. Non dobbiamo quindi pensare alla guerra con le armi ma dobbiamo guardare le forme di guerra attorno a noi. Leggere la guerra nel nostro quotidiano ci chiede però anche di manifestare apertamente il desiderio di Pace. Dobbiamo promuovere la Pace in ogni contesto e questo toglie terreno alla guerra. Dobbiamo togliere terreno alla guerra. Ma dobbiamo ricordare anche che siamo servi inutili e questa verità è liberalizzante oltre ogni limite. Dobbiamo fare attenzione all’attivismo frenetico rischia di non portare poi la pace nel nostro contesto familiare o sociale.

Chi parla di Pace deve parlarne con nettezza anche a rischio di perdere gli amici. Ma dobbiamo aver ben chiaro che “Pace” non è mettere d’accordo tutti. Amore e giustizia sono i fondamenti della pace, ma il neoliberismo è basato su una economia di guerra e pertanto vivremo sempre in un contrasto aperto con il nostro mondo.

Ci ha poi posto di fronte alla provocazione di saper guardare questo conflitto nei fatti di tutti i giorni o anche solo nelle trasmissioni Tv, oppure ai giochi che vengono proposti ai bambini.

Dobbiamo tornare all’essenziale. Aderire al percorso di Pace significa essere PIU’ Liberi, PIU’ Essenziali. La Pace è qualcosa che “atterra”. In conclusione la Pace non si fa tra le Nazioni ma quando le persone si guardano in faccia: lottare per gli ultimi, per i poveri, per i diritti sociali, contro la chiusura degli ospedali, per l’autoconsumo, significa lottare per la pace. Concludendo, afferma Antonio, la pace è la cosa che dà più fastidio al potere perché è fatta di relazioni che non sono controllabili: la guerra invece è facilmente controllabile. Finchè non distruggiamo questo sistema noi staremo in guerra. Solo la pace ci garantirà un futuro.