Mail YouTube

Convegno: Il gran sole di Hiroshima e Nagasaki

Nella splendida sala titolata a Pier Santi Mattarella, nel Palazzo dei Normanni di Palermo, si è svolto il 10 novembre 2023,  alla presenza di molti studenti, il convegno,

Il gran sole di Hiroshima: il ruolo degli enti locali e della scuola per la Pace e il disarmo”

organizzato da  Pax Christi Italia, da Rete Italiana Pace e Disarmo, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “F. Minà Palumbo di Castelbuono”(PA), con il patrocinio dell’Assemblea Regionale siciliana.

Il convegno, di carattere nazionale, è nato dal progetto di educazione alla pace “Pace e disarmo” svolto dalle insegnanti dell’ I.C. “F. Minà Palumbo” di Castelbuono,  in seguito ai corsi “Ban the bomb ban , ban the war”  portati avanti dall’associazione Pax Christi e ha visto anche il coinvolgimento dei movimenti giapponesi per il disarmo nucleare, in particolare della Ong Peace Boat e di Akira Kavasaki- membro del Gruppo direttivo della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons.   

Campagne della

Dopo il saluto del referentedell’International Campaign to AbolishNuclear Weapons (ICAN) e del Presidente di Pax Christi Italia, mons. Giovanni Ricchiuti, sono intervenuti i relatori:

  Francesco Vignarca “Rete italiana pace e disarmo”; Antonio Mazzeo, Giornalista impegnato nella denuncia dei traffici di armi ; Francesco Lo Cascio “Pax Christi” Palermo; Stefano Vespo, Promotore “Comitato Identità e Sviluppo Madonie”.

 A moderare Adriana Salafia, vicepresidente di Pax Christi.

Stiamo vivendo un periodo burrascoso, opaco: la guerra in Ucraina, la tensione in Medioriente, il conflitto tra Palestina e Israele aprono nuovi scenari internazionali e ci interrogano sul ruolo della società civile e della scuola.

La scuola ha il compito di aiutare le nuove generazioni a riflettere sui mutamenti in corso, deve costruire percorsi e mettere in moto processi educativi non violenti, deve insegnare ad immaginare e a sperare un mondo di pace sia per contrastare il senso di smarrimento, inquietudine e sfiducia che si va diffondendo tra i giovani, sia per liberare le energie positive e le intelligenze di cui sono portatrici le giovani generazioni.

Ecco il compito della scuola: lavorare per far crescere, dal basso, uno nuovo stile di relazioni e di convivenza pacifica caratterizzati dalla cura di sé, degli altri, dell’ambiente, delle relazioni, delle istituzioni che ci rappresentano tutti; educare cioè allasalvaguardia, come è stato detto da Francesco Vignarca, ricercatore e analista in tema di pace e disarmo. Salvaguardare è una parola composta da due elementi “salvare” e “guardare”, dobbiamo imparare a capire- guardare ciò che è prezioso e permettergli di continuare a vivere, a svilupparsi. Ma questo si può fare se le relazioni tra persone, tra comunità, tra uomo e ambiente sono nonviolente.  Per salvaguardare il nostro futuro dobbiamo costruire la pace, la pace è il bene più prezioso il “desiderio più bello” come ha scritto una studentessa palestinese.  Perònon ci può però essere pace nel mondo senza disarmo, il disarmo nucleare è la “chiave di volta” in quanto le armi nucleari costituiscono una minaccia esistenziale, tale da distruggere le possibilità di vita sulla terra.

Durante il convegno sono state lette delle lettere scritte dagli studenti al Ministro della Difesa e al Presidente della Repubblica in cui si auspica l’adesione dell’Italia al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari per la messa al bando di tali armi, promosso da ICAN (organizzazione insignita del premio Nobel per la pace), approvato dalle Nazioni Unite nel 2017 ed entrato in vigore nel 2021. Oggi il Trattato è stato ratificato da 80 Paesi. L’Italia non vi ha aderito in quanto membro della Nato e perché ospita basi Nato. L’azione della scuola, delle associazioni, dei Comuni e delle Regioni, della società civile tutta è fondamentale per sostenere il Trattato e le Campagne contro il disarmo e per spingere affinché l’Italia possa almeno partecipare come osservatore alle riunioni degli Stati parte.

Antonio Mazzeo, insegnante e giornalista, ha parlato delle basi militari in Italia, del ruolo della Sicilia negli attuali conflitti che si affacciano nel Mediterraneo e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole.

Le basi militari sono territori utilizzati per l’esercitazione, l’addestramento e la sperimentazione di nuove armi. Si trovano in tutte le regioni italiane, in Sicilia, ma soprattutto in Sardegna in cui un terzo del territorio è sottoposto a servitù militare. Vi si addestrano sia le forze armate italiane che quelle della Nato e di altri Paesi, in alcuni dei quali si violano i diritti umani come il Qatar, l’Arabia Saudita, gli Emirati arabi.

La Sicilia, dopo gli omicidi di Pio La Torre e di Pier Santi Mattarella, presidente della Regione, ha assunto un ruolo geo strategico nel Mediterraneo trasformandosi da ponte di pace e di dialogo in una grande base da cui partono operazioni di guerra. Dopo quegli omicidi furono istallati 112 missili nucleari a Comiso (Rg). Grazie alla protesta della società civile gli USA e l’URSS furono costretti a sedersi ad un tavolo a Ginevra e a decidere lo smantellamento delle armi nucleari istallate in Sicilia, in Germania, in Belgio e Unione Sovietica. Dal 1980 ad oggi non c’è stata guerra in cui le basi militari siciliane (Sigonella e Birgi) non siano state coinvolte.

La scuola, per Mazzeo, deve diventare laboratorio di analisi per conoscere e comprendere cosa succede nel territorio, per riscoprire e ricostruire il ruolo di ponte di pace e di dialogo nel Mediterraneo libera da ogni militarizzazione. Infatti le forze armate italiane e della Nato sempre più spesso intervengono con iniziative all’interno delle istituzioni scolastiche per promuovere la carriera militare in Italia e all’estero. La scuola va smilitarizzata per restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana, per arginare una cultura della guerra, che ogni giorno di più rischia di penetrare nella società, rischia di farci assuefare al dolore, alla violenza e alla morte.

Stefano Vespo, rappresentante del Comitato Identità e Sviluppo Madonie, ha parlato di un’interessante vicenda di resistenza nonviolenta che ha coinvolto tre comunità siciliane: Gangi, Sperlinga e Nicosia, in difesa di un territorio, le Madonie, evitando che questo si trasformasse in un poligono militare. Strumenti di questa resistenza non violenta la democrazia partecipata e una buona informazione.

Simbolo del convegno mille gru di carta colorata realizzate dai ragazzi con la tecnica degli origami.

Le gru sono state consegnate idealmente dagli alunni ai familiari delle vittime della bomba atomica di Hiroshima perché, secondo una leggenda giapponese, dopo averne realizzate mille qualunque nostro desiderio potrà avverarsi. Si narra che Sadako, una bambina giapponese, dopo essere stata esposta alle radiazioni della bomba atomica di Hiroshima, stesse morendo di leucemia: conoscendo la leggenda decise di piegare mille gru perché  desiderosa di vivere. Il suo sforzo fu vano, morì nel 1955. In suo ricordo è stata eretta una statua nel Parco della Pace di Hiroshima: una ragazza in piedi con le mani aperte e dalla punta delle sue dita una gru che spicca il volo.

Da allora le gru sono diventate il simbolo di Pace, di rifiuto di tutte le guerre e di speranza.

E’ stato un evento importante, nel corso del quale sono state lanciate nuove proposte, come l’estensione della campagna “Italia Ripensaci” anche in Sicilia affinchè gli Enti Locali appoggino le azioni di disarmo nucleare votando mozioni, risoluzioni, documenti di Giunta e di Consiglio. L’altra proposta è l’istituzione della Consulta per la pace per promuovere in ambito cittadino la cultura dei diritti, della nonviolenza e della solidarietà tra i popoli attraverso iniziative culturali, di informazione e formazione sull’esempio dell’esperienza del Comune di Palermo raccontata da Francesco Lo Cascio.

E’ stato emozionante ascoltare un’allieva palestinese che, nella sua lettera indirizzata al Ministro della Difesa, immagina- sogna una pace altra, non una breve pausa tra due guerre ma un mondo in cui tutti gli uomini siano fratelli, capaci di tenersi per mano: “Perché non posso immaginare due fratelli che si fanno la guerra!”.