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Un Sinodo per la pace, la giustizia e la cura della terra? E Pax Christi?

Sergio Paronetto

A che punto siamo con il cammino sinodale? Pochi giorni fa, il 28 ottobre 2023, è stata pubblicata la lunga Relazione di sintesi (RS) della Prima sessione dell’Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi (4-29 ottobre 2023) intitolata “Una chiesa sinodale in missione”. E’ un testo di orientamento generale ricco di “questioni aperte” da precisare, che dovrà guidare il percorso fino alla Seconda sessione si terrà nell’ottobre 2024. Concentrandomi su quanto può interessare il nostro movimento e chi sta operando come artigiano o artigiana di pace, riporto solo alcuni passaggi. Questa è l’introduzione della RS:

Come favorire cammini di pace?

“La nostra Assemblea si è svolta mentre nel mondo infuriano vecchie e nuove guerre, con il dramma assurdo di innumerevoli vittime. Il grido dei poveri, di chi è costretto a migrare, di chi subisce violenza o soffre le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici è risuonata tra noi, non solo attraverso i mezzi di comunicazione, ma anche dalla voce di molti, personalmente coinvolti con le loro famiglie e i loro popoli in questi tragici eventi. Abbiamo portato tutti, in ogni momento, nel cuore e nella preghiera, chiedendoci in che modo le nostre Chiese possano favorire cammini di riconciliazione, di speranza, di giustizia e di pace.

Opzione preferenziale per i poveri

Ampio è il paragrafo riguardante “l’opzione preferenziale per i poveri” dove, parlando di vecchie e nuove povertà, si dice che “stare al fianco dei poveri significa impegnarsi con loro anche nella cura della nostra casa comune: il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido”. Si afferma subito dopo che “l’impegno della Chiesa deve arrivare alle cause della povertà e dell’esclusione. Ciò comprende l’azione per tutelare i diritti di poveri ed esclusi, e può richiedere la denuncia pubblica delle ingiustizie, siano esse perpetrate da individui, governi, aziende o strutture della società. Per questo è fondamentale l’ascolto delle loro istanze e del loro punto di vista, in modo da prestare loro la voce, usando le loro parole” (par. 4).

Dialogo ecumenico

L’ecumenismo è uno dei luoghi privilegiati per costruire la pace. “La collaborazione tra tutti i cristiani costituisce anche un elemento fondamentale per affrontare le sfide pastorali del nostro tempo: nelle società secolarizzate permette di dare più forza alla voce del Vangelo, in contesti di povertà fa unire le forze a servizio della giustizia, della pace e della dignità degli ultimi. Sempre e ovunque è una risorsa fondamentale per sanare la cultura dell’odio, della divisione e della guerra che contrappone gruppi, popoli e nazioni” (par. 6).

Questioni controverse

Tra le questioni aperte, vengono indicate “il riconoscimento e la valorizzazione delle donne” con la lotta al clericalismo e al maschilismo (par. 9) nonché la necessità di affrontare, tra le “questioni controverse”, “le problematiche relative al ministero”, “i temi connessi con la corporeità e la sessualità”, “gli effetti antropologici delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale” (tema del messaggio pontificio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2024), e, in tale contesto, la “nonviolenza e la legittima difesa” (par. 15).

Si chiude la prima fase “narrativa”. Si apre la seconda e la terza fase, quella “sapienziale” e quella “profetica”. L’orientamento c’è. Alcuni percorsi sono aperti grazie all’impegno, per ora, di pochi. Chi pon mano ad essi? Pax Christi saprà farsene carico coi suoi punti pace e con la sua presenza nelle diocesi?