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Sì alla cooperazione, no alla carità

Viviana Longo

Il presidente tunisino Kais Saied ha recentemente rifiutato di accettare i fondi stanziati dall’Unione europea a favore della Tunisia in cambio, tra l’altro, di impegni nel controllo dei flussi migratori.

Tra le motivazioni della decisione, ci sarebbe l’importo “irrisorio”, in contrasto con l’accordo concluso a luglio tra le due parti, il cosiddetto memorandum di Cartagine: “sì alla cooperazione, no alla carità”, rilancia Saied. Il Presidente tunisino spiega “il nostro Paese e il nostro popolo non vogliono compassione e non la accettano quando è irrispettosa.” E poi aggiunge che il suo Paese “sta facendo il possibile per smantellare le reti criminali che trafficano in esseri umani”.

Parole che destano molta preoccupazione sia, anche in seguito alle dichiarazioni del ministro dell’Interno tunisino: “La Tunisia non può agire come un gendarme la cui missione è proteggere i confini degli altri. Può solo difendere i suoi confini, le proprie frontiere”.

Secondo la Commissione europea, i fondi sarebbero dovuti servire in parte per riparare le imbarcazioni della Guardia costiera tunisina e per cooperare con le organizzazioni internazionali: sia per la “protezione dei migranti”, sia per le operazioni di rimpatrio dei profughi dalla Tunisia ai loro Paesi d’origine.

Il memorandum d’intesa tra la Tunisia e l’Ue prevede anche un aiuto per il bilancio tunisino in gravi difficoltà. E’ noto a tutti, infatti, che La Tunisia, insieme alla Libia, è il principale punto di partenza per migliaia di migranti verso l’Europa ed in primis l’ Italia.

Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, è stato la scorsa settimana, in missione in Tunisia, insieme al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, On. Francesco Lollobrigida, e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone.

Il viaggio aveva la finalità di “scongiurare la destabilizzazione dell’intero Medio Oriente”, ha commentato il Vicepremier, aggiungendo che “dobbiamo continuare a lavorare per una soluzione diplomatica del conflitto innescato dalla barbara aggressione di Hamas”, un’azione diplomatica volta a favorire una de-escalation delle attività belliche.

Come sottolineato da Tajani, “il rapporto con Tunisi continua ad avere rilevanza strategica per l’Italia: da mesi siamo impegnati nel dialogo con le Autorità tunisine, che speriamo di approfondire e strutturare ulteriormente”. Nell’occasione di questa visita, è stata in parte affrontata anche la questione del contrasto al traffico di esseri umani ed è stato firmato un Memorandum sulla promozione di flussi migratori regolari, che prevede 4.000 visti per i lavoratori tunisini in Italia.