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Scacciare i demoni della violenza e della guerra

Norberto Julini

Ci viene chiesto da molti di essere aiutati a comprendere le ragioni dei tragici eventi del 7 ottobre scorso e ci viene chiesta ragione in quanto artigiani di pace del nostro modo di stare nel tragico conflitto fra due popoli. Una questione che ci interpella ben prima della nostra nascita al mondo e temiamo continuerà a presentarsi come “dura replica della storia” a quanti verranno dopo di noi.

Qualcuno ha forse pensato ad un fulmine a ciel sereno? Ad un’aggressione tanto crudele quanto inattesa?

Fra noi molti hanno viaggiato nei pellegrinaggi di giustizia che da molti anni si susseguono per iniziativa della campagna Ponti e non Muri: chi ha fatto quell’esperienza può capire meglio.

Chi ha visto, sa distinguere oppressore ed oppresso.

Chi ha visto si è posto il problema di come fare verità, fare giustizia, dare e ricevere libertà e comprensione e fiducia vicendevole fra popoli destinati a convivere.

Ciò che ogni volta invitiamo a fare e che qui ribadiamo è di affidarsi al Diritto ed alla Storia, tralasciando giudizi e pregiudizi, deponendo le emozioni, per dar luogo alla compassione ed alla riflessione nutrita di conoscenza e di competenza.

Ciò che ogni volta imploriamo è la conversione della mente e del cuore per liberarli dall’istinto primordiale della violenza e volgerli alla mentalità nonviolenta, solo rimedio alla nostra estinzione.

 «L’uomo del futuro sarà uomo di pace, o non sarà» (E. Balducci)

I pellegrini di giustizia sanno che noi conosciamo, frequentiamo e raccontiamo la resistenza nonviolenta attiva del popolo palestinese e l’opposizione israeliana a disegni colonialistici e discriminatori perseguiti da governanti fondamentalisti e nazionalisti religiosi.

Noi preghiamo con i fratelli cristiani arabi palestinesi, che tanti altri pellegrini ignorano, mentre si perdono fra le pietre morte dei santuari e trascurano le pietre vive, eredi della prima chiesa di Gesù di Nazareth. Stiamo raccogliendo in questi giorni le preghiere quotidiane che ci giungono dal patriarca emerito Michel Sabbah, tramite don Nandino Capovilla, fondatore della campagna Ponti e non Muri.

Aiutiamo con donazioni e raccolte spontanee quanti stanno alleviando le privazioni della popolazione impoverita dall’occupazione, dall’assedio e dalla negazione di opportunità economiche.

Fra noi molti tornano con fotografie, memorie e testimonianze che raccontano e condividono in forme diverse e sul sito di bocchescucite.

È questione cruciale quella della narrazione perché ogni conflitto nasce dalla menzogna che indica un altro come nemico e nutre l’avversione e l’odio. La narrazione nel caso della questione israeliana è diventata un’arma che va tolta a chi usa parole false e fuorvianti. Si arriva anche alla bestemmia di evocare Dio, raccontando che sottomettere e spossessare un popolo intero è realizzazione di una promessa divina.

Siamo dunque da artigiani di pace dentro alla missione di Pax Christi di pregare, studiare, ed agire per la pace.

Oggi però dobbiamo intensificare tutti queste azioni con la stessa inflessibile tenacia che ha il male che ci sfida.

Scacciare i demoni è parte della missione che Gesù lasciò ai discepoli: “chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità”.(Matteo)

Chiediamo al Signore questo potere ed usiamolo.

Non saremo taumaturghi del corpo, ma certo possiamo fare molto bene ai fratelli, palestinesi, israeliani ed a quelli che ci sono vicini qui, dove viviamo la nostra quotidiana missione, guarendo la nostra e la loro mente dalla tentazione e dalla pratica della violenza: questo augurio di guarigione e di conversione è stata una delle ultime parole del nostro presidente emerito don Luigi Bettazzi, di cui facciamo memoria e testimonianza, sentendolo ancora accanto a noi.