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Denuncia contro la presenza di armi nucleari in Italia: Puoi Aderire Anche Tu

Sintesi della denuncia e richiesta di adesione

La denuncia trasmessa il 2 ottobre 2023 alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma chiede ai magistrati inquirenti di indagare innanzitutto per accertare la presenza di ordigni nucleari sul territorio
nazionale e, di conseguenza, le eventuali responsabilità, anche sotto il profilo penale, della loro
importazione e detenzione.
La denuncia afferma che la presenza di armi nucleari sul territorio italiano, nelle basi di Ghedi e Aviano può considerarsi certa anche se mai ammessa ufficialmente dai vari governi che si sono succeduti. Le fonti sono molteplici e vanno da articoli di giornale mai smentiti ad autorevoli riviste scientifiche e atti politici. La denuncia distingue fonti nazionali e fonti internazionali.
Tra le prime ricorda la risposta del ministro Mauro a un’interrogazione parlamentare del 17 febbraio 2014,
risposta che, mirando a legittimare la presenza degli ordigni, implicitamente ne riconosce l’esistenza. Tra le fonti si citano anche documenti del CASD (Centro alti studi difesa) e del CEMISS (Centro militare di studi strategici).
Molteplici anche le fonti internazionali. In particolare la ricerca di Bellingcat (associazione di ricercatori,
studiosi e giornalisti investigativi) del 28 maggio 2021. I risultati di questa ricerca sono paradossali perché
mentre i governi europei rifiutano ogni informazione, le forze armate statunitensi usano applicazioni per
memorizzare i numerosi dati necessari alla custodia degli ordigni. È accaduto che le schede di queste
applicazioni siano diventate di dominio pubblico per negligenza dei militari statunitensi nell’uso delle app.
La denuncia ricorda che l’Italia ha ratificato il 24 aprile 1975 il Trattato di non proliferazione (TNP) che si
basa sul principio che gli Stati in possesso di armi nucleari (c.d. “Paesi nucleari”) si impegnano a non
trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi (c.d. “Paesi non nucleari”), mentre questi ultimi, Italia compresa, si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari (artt. I, II, III).
L’Italia invece non ha firmato e ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) approvato il 7 luglio 2017 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Anche in assenza di questa sottoscrizione che esplicitamente ed automaticamente qualificherebbe come illegale la detenzione di ordigni nucleari, la denuncia sostiene che l’illegalità è certa.
Sono poi analiticamente passate in rassegna le varie normative sulle armi (la legge 110/75; la legge 185/90; la legge 895/67; il TULPS) e si conclude affermando che gli ordigni atomici rientrano nella definizione di “armi da guerra” (legge 110/75) e in quella di “materiali di armamento” (legge 185/90, art.1).
Infine la denuncia affronta la questione della presenza o meno di licenze e/o autorizzazioni all’importazione visto che l’accertata presenza sul territorio presuppone necessariamente un loro passaggio attraverso il confine.
Il silenzio sulla presenza delle armi atomiche investe anche, inevitabilmente, la presenza o meno di
autorizzazioni all’importazione. Qualsiasi autorizzazione, peraltro, confliggerebbe con l’articolo 1 della legge 185/90 che recita: “l’esportazione, l’importazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e
l’intermediazione di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione e la
delocalizzazione produttiva devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
La denuncia individua nella Procura di Roma il foro competente per l’inevitabile coinvolgimento del governo italiano nella gestione delle armi nucleari.
La denuncia supportata da 12 allegati è sottoscritta da 22 attivisti pacifisti, nonviolenti e antimilitaristi.

In allegato il modulo per chi volesse dare la propria adesione!

FD