Massimo Feré, Don Antonello Solla, Giuseppe Florio, Norberto Julini
Ammettiamolo: 19 mesi di guerra in Ucraina, tra immagini, video, interviste, analisi … entrate nelle nostre case quotidianamente, rischiano di renderci un po’ tutti assuefatti alla violenza delle armi.
Ne è una riprova anche la constatazione che spesso nelle nostre Chiese non si prega più per la pace come all’inizio del conflitto. Certo, ci sono i continui appelli del Papa, dei Vescovi; ci sono i gesti e i segni delle realtà più impegnate.
Ma in tante parrocchie e comunità la preghiera per la pace è stata derubricata tra le “varie ed eventuali” e spesso non compare neppure come intenzione nelle preghiere dei fedeli. Eppure, il conflitto in Ucraina continua con il suo enorme carico di drammi e di implicazioni.
Ed è una guerra tra cristiani che dovrebbe far sentire ancora più intenso il bisogno di levare un’intercessione continua perché tutte le Chiese possano essere libere da letture ideologiche della fede e perché tutti i cristiani possano convertirsi all’unico Vangelo della pace.
E come guardare al futuro che chiederà sforzi, creatività e disponibilità per attivare processi di riconciliazione tra popoli fratelli che oggi sono risucchiati nella spirale di un odio reciproco che non lascia alcuna speranza? E cosa dire delle altre 58 guerre in corso oggi?
Tutto questo ci interroga profondamente. Perché la preghiera per la pace è al cuore della preghiera cristiana. Ma forse occorre proprio riscoprire il senso profondo della preghiera cristiana per accorgersi di questo legame; e di come la preghiera possa essere una “forza debole” ma capace di cambiare realmente la storia.
La preghiera cristiana è innanzitutto ascolto. Ascolto della Parola di Dio come emerge dalle Scritture, cioè del progetto di Dio sul mondo; che è un progetto di fraternità, di giustizia, di unità, di pace. Pregare per la pace vuol dire lasciare che questa Parola penetri nei nostri cuori e nelle nostre menti e diventi criterio di giudizio sulla realtà.
La preghiera cristiana è intercessione. Intercedere significa, letteralmente, fare un passo in mezzo, entrare nel vivo delle situazioni: la preghiera cristiana è quindi ascolto paziente, attento delle dinamiche della storia e dei suoi protagonisti. Pregare per la pace vuol dire andare al di là della cronaca spiccia … per ascoltare in profondità i “segni” del tempo in cui viviamo.
La preghiera cristiana è eucarestia. Cioè comunione piena con il gesto mite e nonviolento per eccellenza che Gesù ha posto nella sua vita e nel cuore della storia di tutti i tempi: il dono di sé come risposta alla violenza che lo attendeva, l’assumere su di sé la violenza del carnefice senza replicarla. Pregare per la pace vuol dire lasciarci trasformare dalla nonviolenza attiva e riconoscere che solo questa ha un reale potere di cambiamento.
La preghiera cristiana è conversione, cioè assunzione di responsabilità. Tutti siamo abitati da atteggiamenti spesso violenti, prepotenti ed ingiusti; tutti siamo immersi in strutture sociali violente e che generano oppressione. Pregare per la pace chiede un grande impegno a purificare la mente, i pensieri, il cuore, gli affetti, gli occhi, le labbra, le parole le mani, i gesti, i progetti, i contesti, le strutture … da tutto ciò che perpetua violenza perché è lì che si annida la guerra.
La preghiera cristiana è affidamento, cioè certezza che Dio agisce continuamente nella storia. Pregare per la pace vuol dire lasciarsi abitare da uno sguardo di fiducia e di creatività difronte ai nemici, alle soluzioni che sembrano impraticabili, ai conflitti che tutti giudicano inestricabili: la pace è sempre possibile!
In sintesi, la preghiera cristiana non è quindi alienazione o peggio fuga dalla storia! Ma è la condizione fondamentale per formare persone e comunità cristiane capaci di annuncio, di profezia e di resistenza; in una parola, capaci di costruire la Pace.
Sulla base di questa consapevolezza, nel mezzo delle guerre che hanno segnato l’inizio del millennio, PaxChristi lanciò l’esperienza di 12 Raccolti, una fraternità itinerante di preghiera per la pace : ogni giorno un singolo, un Punto Pace, una Parrocchia, un’Associazione, un gruppo informale ecce cc dichiarava la sua disponibilità a vivere un tempo di preghiera, nella forma che ciascuno riteneva più idonea: col silenzio, con una lettura, un canto … una veglia.
L’auspicio era vivere una intercessione continua per la pace capace di attraversare l’Italia e dilatarsi fino a coinvolgere realtà e persone anche esterne al Movimento ma desiderose di mettersi in gioco; come anche esperienze e testimoni dalle zone di conflitto armato.
Oggi, nuovamente immersi in uno scenario drammatico e dalle implicazioni potenzialmente apocalittiche ed esposti al rischio dell’assuefazione e dell’impotenza, crediamo sia importantissimo rilanciare la proposta di vivere questa intercessione comune. In attesa di predisporre nei prossimi mesi un rinnovamento della piattaforma on line di 12 Raccolti, vorremmo partire dai nostri Punti Pace, ai quali affidiamo di preparare, a rotazione, una breve traccia di preghiera da inserire mensilmente nella Newsletter Verba Volant. Gli stessi Punti Pace potranno coinvolgere singoli, Parrocchie, Associazioni del proprio territorio perché’ la preghiera possa dilatarsi come i cerchi di un’onda concentrica che si genera quando si lancia un sasso in un lago. Una volta on line il nuovo sito; sarà possibile anche ripristinare il ritmo quotidiano della preghiera.
Certi di incontrarci anche in questo cammino, vi salutiamo cordialmente.