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7 OTTOBRE 2023 – La via maestra. “ Lo dice la Costituzione: la via della pace è il cessate il fuoco ed il negoziato”

Anche Pax Christi parteciperà- e invita a partecipare- alla Manifestazione nazionale del prossimo 7 ottobre 2023 a Roma convocata da “ Europe for peace” il vasto cartello delle associazioni della società civile italiana che, unendosi alle realtà di decine di altri paesi, soprattutto europei, in questo triste periodo di guerre, ostinatamente chiedono ai governi di perseguire finalmente le strade del cessate il fuoco e del negoziato.

Come ebbe a dire don Luigi Ciotti in occasione della marcia per la pace Bergamo – Brescia dello scorso 7 maggio: «Serve una forte rivolta delle coscienze per spingere alla pace in Ucraina ma non dobbiamo dimenticare le altre 59 guerre. Eventi come questo sono segni importanti, donne e uomini stanchi di discorsi. Intanto si continua a sparare, ad ammazzare, continua il dolore di madri, padri, figli di tutte le parti coinvolte nelle guerre» (don Luigi Ciotti)

Questo il testo dell’appello di convocazione:

Rispondendo all’appello lanciato da Vienna dai movimenti per la pace di tutto il mondo per una settimana di mobilitazione globale per il cessate il fuoco e il negoziato invitiamo tutti i pacifisti e le pacifiste a venire a Roma il 7 ottobre 2023 in una grande manifestazione “Insieme per la costituzione” per la pace in Ucraina e in tutto il mondo, per i diritti, per la giustizia climatica e sociale, per la democrazia, per il futuro dell’umanità intera.

Da troppi mesi la guerra iniziata con l’aggressione russa miete vittime in Ucraina e nel mondo. Le vite rovinate si accumulano come i cadaveri dei civili e dei soldati di entrambi gli eserciti. Per milioni di nuovi poveri in Africa e nel sud globale il rincaro degli alimenti ha portato alla fame. I costi del conflitto sottraggono risorse ai beni pubblici e a una transizione energetica sempre più impellente e necessaria. E mentre la guerra ed il riarmo rischiano di ingoiare tutto, a cominciare dalla democrazia, si affaccia lo spettro del conflitto nucleare anticipato dall’utilizzo di armi proibite come le bombe a grappolo.

Questa guerra va fermata subito, anche per fermare la terza guerra mondiale a pezzi e una nuova divisione del mondo in blocchi. Qualunque giudizio si voglia dare su come è stata condotta, oggi, o si passa alla trattativa ad oltranza oppure è guerra ad oltranza, senza più confini e limiti. La promessa di combattere sino all’estremo sacrificio o la ricerca di una vittoria totale sul campo non fanno che moltiplicare le sofferenze, i rischi e prolungare un conflitto che prima o poi dovrà arrivare su un tavolo negoziale.

Ma mentre da più parti del Sud del mondo si moltiplicano le spinte e le proposte per la ricerca di una soluzione politica nessuna seria iniziativa è stata sinora intrapresa dal nostro Paese e dall’Europa, che pure sono direttamente investiti e che avrebbero risorse politiche per favorire i negoziati. Questo prevede la nostra Costituzione che, memore delle due guerre mondiali, nega alla radice che la guerra – anche quella di difesa – possa essere considerata un mezzo per risolvere le controversie internazionali. La difesa, dice la Costituzione, è un “sacro dovere” ma la affida a noi cittadini, non alle armi e agli eserciti. La “Difesa civile, non armata e nonviolenta” ripudia la guerra e difende i principi fondamentali della Costituzione con mezzi compatibili con la pace.

Cessare il fuoco è la sola condizione per consentire, senza ulteriori inutili stragi, le iniziative diplomatiche, le trattative negoziali necessarie ad affrontare alla radice le cause del conflitto e porre le basi per un futuro comune.

Noi restiamo convinti che nel diritto internazionale, lavorando su un sistema di sicurezza reciproca, condivisa per tutti gli Stati e rispettando il diritto allo sviluppo e all’identità di tutte le popolazioni sia possibile risolvere, con la partecipazione di tutti i paesi del mondo, questo come altri conflitti.

Come abbiamo già detto nella grande manifestazione del 5 novembre “Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.”

Per questo il 7 ottobre ci uniremo alla mobilitazione che ci sarà in decine di altri Paesi per dire che l’unica vittoria è la pace.

Successivamente saranno comunicate le note logistiche della manifestazione.

Nel frattempo si invitano i punti pace e coloro che intendessero partecipare alla manifestazione a coordinarsi con le associazioni del territorio al fine di organizzare le trasferte.