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Il Presidente di Pax Christi Nel ricordo del Beato Franz Jägerstätter, solidarietà a Yurii Sheliazhenko e a tutti gli obiettori contro la guerra

Sono appena rientrato da Lisbona dove ho partecipato alla GMG con i giovani della mia Diocesi. Una esperienza, bella, coinvolgente… Ma non è di questo che voglio parlare – dice mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi e Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti – ma di quanto stiamo vivendo in questi giorni. Nel discorso alle autorità a Lisbona, il 2 agosto, Papa Francesco ha detto: “Quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale… Si investe più sulle armi che sul futuro dei figli.”
Oggi – continua Ricchiuti – vediamo in Italia il tentativo di snaturare la Legge 185/90 che regola l’export delle armi, per diminuire i controlli e la trasparenza. Questo non lo posso accettare non solo a nome mio ma anche di tutta Pax Christi e di chi ci ha lavorato per questa legge, come i miei predecessori, i compianti vescovi Tonino Bello e Luigi Bettazzi.

Il 9 agosto – ricorda il vescovo – è l’anniversario della bomba atomica su Nagasaki che, insieme a quella su Hiroshima, ha provocato centinaia di miglia di morti. E oggi? Si torna a parlare di possibile uso di micidiali bombe nucleari. E anche in Italia ne abbiamo a Ghedi e ad Aviano. Con il probabile arrivo delle nuove micidiali B61-12. E da tempo chiediamo in tutti i modi l’adesione anche dell’Italia al Trattato per la Messa al bando di questi ordigni di morte. C’è una campagna ‘Italia ripensaci’. A quando una risposta?
Ma il 9 agosto – continua il presidente di Pax Christi – è anche l’anniversario (1943) del martirio del Beato Franz Jägerstätter. Papa Francesco lo scorso anno, (6.07.22) lo indicò come modello ai giovani: “fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hitler e di andare in guerra. … Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici.”
Infine – afferma il vescovo – voglio esprimere piena solidarietà a Yurii Sheliazhenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino, che proprio in questi giorni ha subito una perquisizione ed è stato denunciato dai Servizi di Sicurezza. Rischia il rinvio a giudizio e dunque un processo e la condanna. Alcuni di Pax Christi lo hanno incontrato a Kiev a fine settembre, con una Carovana di #Stopthewarnow. Insieme a tanti movimenti di donne e uomini di pace chiediamo per tutti gli obiettori di coscienza piena vicinanza e sostegno da parte delle autorità di tutta Europa, a partire dall’Italia. La pace non è un crimine e non può essere processata. Già durante la marcia della pace ad Altamura, lo scorso 31 dicembre avevamo dato voce a obiettori della Russia, Ucraina e Palestina.
Che esempio diamo ai giovani se, noi adulti, parliamo di pace ma poi scegliamo la guerra?
Infine – conclude don Giovanni – faccio mie le parole di papa Francesco a Bari il 23 febbraio 2020 quando denunciò l’ipocrisia di “quelle organizzazioni internazionali e di tanti Paesi che parlano di pace e poi vendono armi ai Paesi che sono in guerra. E questa si chiama grande ipocrisia.”

Gravina, 8 agosto 2023 + Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi