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L’autoritarismo avanza silenzioso

Continua il nostro viaggio sull’altra sponda del mediterraneo in Tunisia.

Di Kafka arrossisce

Kais Saied ha emanato 82 decreti legge e 104 decreti presidenziali durante l’anno trascorso, e questo senza nessun controllo da parte di qualche autorità. Il loro numero, così come le tematiche che trattano, denotano delle priorità del Presidente della Repubblica. “Questi decreti attestato che le priorità del capo dello Stato sono di ordine politico. La maggioranza di essi riguardano il cambiamento del paesaggio politico e la distruzione sistematica delle istituzioni” denuncia Wahid Ferchichi, il fondatore dell’Associazione di Difesa delle Libertà Individuali (ADLI) a Nawaat. La sua associazione ha pubblicato, il 6 aprile, il suo rapporto intitolato “Un anno di produzione normativa nel 2022: l’inno all’autoritarismo”. Questo rapporto si basa sui testi giuridici emessi dal capo dello Stato durante il 2022.
Smantellamento dei contro poteri

Durante il 2022, 24,7% dei decreti leggi e 62,5% dei decreti presidenziali erano in rapporto con i diritti civili e politici, tra cui 45% inerenti la giustizia. I decreti presidenziali sono per il 42,2% relativi alle nomine, 16,9% alla giustizia, 9,2% alle elezioni e al referendum, 9,2% alla sicurezza nazionale e 4,6% alla Costituzione del 2022. Queste cifre mostrano che la giustizia è stata il bersaglio del Presidente della Repubblica: questa istituzione ha visto il suo potere indebolirsi. Dopo la soppressione, per decreto presidenziale del 2021, dell’istanza provvisoria di controllo della costituzionalità dei progetti di legge, Saied si è adoperato nel 2022 a smantellare l’insieme del potere giuridico. Attraverso diversi decreti legge, ha dissolto il Consiglio supremo della Magistratura, rimpiazzandolo da un consiglio provvisorio. Si è attribuito delle larghe prerogative su questo consiglio, in particolare modo il diritto di nominare i suoi membri. Il Presidente della Repubblica si è dato inoltre il potere di revocare i magistrati. D’altra parte, 57 sono stati revocati.
“Al potere giuridico non solo è stato impedito di esaminare i ricorsi contro i decreti legge emanati dal Presidente della Repubblica, ma quest’ultimo ha allo stesso tempo indebolito l’indipendenza della struttura che sorveglia la carriera professionale dei giudici” riporta il rapporto di ADLI. Dal 25 luglio 2021, Saied ha potuto consolidare la sua autorità attribuendosi il potere legislativo attraverso il decreto presidenziale n° 2021 – 117 del 22 settembre 2021, relativo allo stato di eccezione. Attraverso una Costituzione scritta da lui stesso, il capo dello Stato ha rinforzato il potere esecutivo a scapito del potere legislativo. Appellandosi a delle elezioni legislative, Saied ha messo in atto “delle elezioni su misura”, denuncia l’ADLI. Infatti, il decreto legge n° 2022 – 55 del 15 settembre 2022 relativo alle elezioni e al referendum compromette in maniera diretta i diritti elettorali, denunciano gli autori del rapporto. Promulgato a circa tre mesi dalla data delle elezioni legislative, il decreto legge ha introdotto un cambiamento delle regole elettorali in un tempo ristretto, non lasciando così il tempo ai candidati di assimilarli, rileva il rapporto. Tutto ciò accompagnato da una nuova era del clientelismo, sottolinea ADLI. 42 decreti presidenziali attorno alle nomine e alle revoche degli alti funzionari dello Stato sono stati promulgati nel 2022. Questi decreti hanno riguardato 15 stabilimenti, istanze ed istituzioni pubbliche. 13 governatori su 24 sono stati nominati da Kais Saied. 7 decreti presidenziali hanno riguardato le nomine nella magistratura, gli organismi giudiziari e le istanze da cui dipendono i magistrati.

L’erosione dei diritti e libertà

Il decreto 54 relativo alla lotta contro le infrazioni del sistema di informazione e comunicazione è servito ad arrestare diversi attivisti ed oppositori a Saied. E’ come una spada di Damocle contro chiunque osi criticare il capo dello Stato. Nel 2022, la libertà di associazione è stata minacciata. Lo spettro della modifica del decreto legge n° 88 del 2011 relativo alle associazioni si è fatto strada nella società civile. Il rapporto di ADLI parla anche dei diritti delle categorie vulnerabili, come donne, le persone LGBTQIA+ o ancora i migranti. ADLI deplora da questo punto di vista “delle misure di discriminazione attraverso un discorso di odio e di segregazione”. Nove decreti leggi hanno riguardato i diritti di queste categorie, tra cui 44,4% in rapporto con i diritti delle donne e le violenze fondate sul genere. Quattro decreti presidenziali hanno riguardato la stessa questione. Il rapporto di ADLI nota una regressione dei diritti delle donne attraverso la promulgazione del decreto legge relativa alle elezioni avendo rinunciato alla parità integrale tra gli uomini e le donne.

Saied ha fatto notizia con le sue prese di posizione anti migranti. La sua politica in materia si allinea con questi discorsi. Promulgando il decreto presidenziale n° 2022 – 51 che ratifica un memorandum d’intesa tra la Tunisia e l’Italia riguardante la cooperazione allo sviluppo, Saied si è posto come guardia costa dell’Europa nella sua lotta contro la migrazione. D’altra parte, il presidente della Repubblica ha promulgato il decreto presidenziale n° 2022 . 497 del 17 maggio 2022, ratificando la convenzione di sicurezza tra la Tunisia e la Serbia. Questa convenzione non prevede nessuna garanzia per lottare contro le violenze della polizia e le discriminazioni contro i migranti tunisini alla frontiera serba – ungherese e fino a Belgrado, denuncia ADLI.

La democrazia sociale: una chimera

Nei suoi numerosi discorsi, Saied ha indossato l’abito di un presidente vicino al popolo e alle sue preoccupazioni. Ma il suo intervento per sradicare la precarietà dei tunisini è stato debole. Ha promulgato solo 20 decreti presidenziali sulle tematiche socio – economiche e culturali, tra cui 70% in rapporto con i diritti economici, 20% inerenti i diritti culturali e 10% sui diritti sociali. Sugli stessi temi, ha emesso 36 decreti legge tra cui 61% sui diritti economici, 27,8% sui diritti sociali e 11% sui diritti culturali. In materia economica, molti di questi decreti hanno riguardato la contrazione di un prestito per finanziare i salari dei funzionari, sottolinea ADLI. Dei settori in rapporto diretto con la qualità della vita dei Tunisini come l’educazione o la sicurezza non hanno fatto parte delle sue priorità. Questo andamento traspare anche nella Legge di finanza del 2022. “Le sole priorità economiche di Saied erano la creazione di società comunitarie e la lotta contro la speculazione illegale” nota Ferchichi.

In effetti, il Presidente della Repubblica ha adottato il decreto legge n° 2022 – 14 del 20 marzo 2022 relativo alla lotta contro la speculazione. Per ADLI, questo testo è stato controproducente: “Tutte le tappe di identificazione, qualifica, e la condanna dell’atto di speculazione possono essere influenzate dalla pressione dei risultati attesi dall’autorità e ciò darà il via a delle applicazioni rapide e non studiate del decreto legge” si legge nel rapporto. Solo 9 decreti legge sono stati emanati sui diritti ambientali, tra cui 47,8% legati ai permessi di ricerca, di estrazione o di rinnovo dei contratti legati agli idrocarburi. Questi contratti sono un pericolo per l’ambiente, constatano gli autori di ADLI. Sui 104 decreti presidenziali emessi, solo 13 riguardano la protezione dell’ambiente o lo sviluppo sostenibile, tra cui 7 ratificazioni di convenzioni su questa tematica. Anche dopo l’inizio dei lavori dei nuovo Parlamento, il fondatore di ADLI, Wahid Ferchichi, si mostra pessimista: “Le regole del gioco sono già state stabilite. Il capo dello Stato potrà bypassare il Parlamento nel caso in cui questo’ultimo si opporrà ai suoi decreti” conclude.
L’articolo originale è stato pubblicato su Nawaat.