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A Catania testimonianze della carovana #stopthewarnow

A Catania, Venerdì 12 maggio, presso la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, organizzato dal locale Punto pace di Pax Christi, si è svolto l’incontro “Guerra più guerra non fa pace”. Di ritorno da Odessa e Mykolaiv in Ucraina, con la carovana #stopthewarnow, sono intervenuti a portare la loro testimonianza don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi e tante volte portavoce sui social media delle ragioni della pace sulla guerra in Ucraina, Tito Cacciola e Nella Restivo della Comunità dell’Arca “Le Tre Finestre”, nei pressi di Belpasso (Catania).

Tito e Nella hanno raccontato la loro esperienza attraverso le immagini e le emozioni che hanno vissuto in questa missione, che rappresentava la quinta carovana della pace e a cui hanno partecipato circo 150 persone del mondo laico e cristiano.

Nella ha raccontato di essere stata spinta dal desiderio di incontrare le persone che vivono il dramma della guerra, facendo sentire loro un senso di vicinanza solidale. E in effetti, come ha illustrato Tito attraverso delle immagini, al di là di aiuti materiali (generi alimentari e generatori di corrente), è stato molto significativo intrecciare relazioni, con la condivisione di momenti conviviali, animati da canzoni italiane molto note in Ucraina. Oltre alle immancabili tracce della guerra in atto, erano molto visibili lungo le strade grandi cartelli di ringraziamento alle nazioni europee per gli aiuti ricevuti. Hanno osservato anche alcuni inevitabili risvolti culturali negativi, come i bambini che giocano a scambiarsi le mostrine delle divise dei soldati dei due eserciti (invece delle figurine di calciatori…).

Don Renato Sacco, con il vissuto accumulato in tante esperienze di scenari bellici di cui è stato testimone, da Sarajevo nel 1992 all’Iraq all’inizio del millennio, ha sottolineato i molti aspetti che la visione di pace non si stanca di evidenziare. E’ necessario cioè non abituarsi alla guerra e contrastarne la cultura, che domina anche nel nostro quotidiano nei rapporti con l’altro, visto come avversario. E’ andata a finire che la pace scandalizza più della guerra e gli aiuti umanitari li portano le carovane di pace, mentre gli stati mandano le armi, presentate come l’unica scelta per risolvere il conflitto, alimentando invece così la stessa guerra e anche gli affari delle industrie belliche. Nessuno parla dei movimenti nonviolenti che vi sono anche in Ucraina e in Russia, né degli obiettori di coscienza di ambo le parti che pagano le loro convinzioni con il carcere se non peggio.

Dall’intenso dibattito che è seguito nel salone affollato sono emerse alcune amare considerazioni. Comprensibilmente cresce il risentimento della popolazione ucraina verso la Russia. Attraverso dei video anche le donne ucraine sono invitate ad arruolarsi. Infine, ha concluso Tito, ancora una volta la guerra ci coglie del tutto impreparati a dare una risposta diversa da quella delle armi, perché mentre la “scuola di guerra” esiste, la “scuola di pace” non è stata ancora inventata (almeno non in modo strutturale) e non viene proposta ai giovani.

Punto pace Pax Christi di Catania