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LA RESILIENZA NON E’ ECONOMIA DI GUERRA: appello per un uso di pace dei fondi del Recovery Plan

La recente proposta della Commissione europea di permettere agli Stati membri di utilizzare il Fondo di coesione UE e il PNRR per sostenere le imprese della difesa nella produzione di munizioni e missili destinati all’Ucraina mostra la volontà di trasformare la tragedia della guerra in Europa in occasione di profitto per le multinazionali delle armi e, al tempo stesso – con una base giuridica più che dubbia – propone di rimettere in discussione il senso originario del Recovery fund, concepito specificamente per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza dopo la pandemia.

Pax Christi fa proprio- e convintamente rilancia– la RICHIESTA che ” Libertà e Giustizia”, insieme a Rete Italiana Pace e Disarmo, ANPI e ARCI (anch’esse facenti parte di RIPD con Pax Christi ed oltre 70 associazioni), hanno rivolto all’Unione Europea affinché il prossimo 31 maggio “… non accetti di rimettere in discussione le misure di solidarietà già decise attraverso il PNRR, affermando che, in materia di difesa, i nuovi fondi possono essere utilizzati solo con il ruolo determinante del Parlamento, nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali dell’Unione europea e della Carta delle Nazioni Unite…”

” — Chiediamo di vigilare affinché l’industria bellica non possa esercitare un’influenza indebita – come invece già avvenuto fin dall’istituzione dei programmi precursori del Fondo europeo per la Difesa – sulle agende politiche nazionali in materia di difesa e sicurezza e perché, nel rischio di un progressivo scivolamento verso un’“Europa delle Patrie”, l’industria bellica non diventi un mostruoso “motore di crescita”, cinica declinazione dei concetti di “ripresa” e “resilienza”.

Qui il testo completo dell’appello:

La resilienza non è economia di guerra – Rete Italiana Pace e Disarmo (retepacedisarmo.org)