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Comunicato di Pax Christi – Lamezia Terme – Cutro 12 marzo 2023

Fiore Isabella, Punto pace di Lamezia Terme

Lo steccato di Cutro, ieri, non era il lido dove d’estate si piantano ombrelloni con avventori in costume, cappellini colorati ed infradito. Era qualcos’altro! Era una coda di manifestanti, unita dal dolore e dalla rabbia per una strage di incolpevoli vite umane  non  baciate dal biblico segnale del mar Rosso che si apre. Ma, a parte il mare , in questo caso lo Ionio, non coinvolto nel miracolo dell’apertura all’esodo, gli attori erano gli stessi: le vittime che scappavano dalle nuove schiavitù e che orientavano gli ormeggi verso  quell’occidente che le ha affamate,  prima col colonialismo violento e brutale delle guerre di conquista , poi, con quello edulcorato dai cosiddetti esportatori delle (proprie) democrazie che hanno saccheggiato, tra l’altro, pozzi di petrolio e miniere di coltan . Bandiere e striscioni issati da migliaia di manifestanti guidati da una croce costruita con i pezzi rimasti di quella barca anch’essa vittima nelle acque agitate. Aggrappati allo striscione della Rete 26 Febbraio anche i familiari dei morti già seppelliti, di quelli dei morti da seppellire e di quelli che aspettano che i loro cari  siano espulsi dal mare; Sì , ESPULSI è la parola giusta: espulsi dalla loro terra; espulsi dai luoghi da loro sognati come terre promesse o come vie di passaggio del loro esodo. Tutto in un silenzio tombale, con le sole, anche se intermittenti grida di contestazione all’attuale governo del Paese, tempestivo come un orologio svizzero a produrre decreti antimmigrazione nella sala consiliare del Comune di Cutro, ma assolutamente refrattario a spiegare come, di fronte al galleggiamento insicuro di  un barcone carico di esseri umani (non residuale!)  si sia scelto di inviare la Guardia di Finanza e non  la Guardia  Costiera, abilitata  ai salvataggi. Come se, di fronte ad un incidente sulla strada o su un cantiere , si facciano intervenire prima i carabinieri e poi, se resta tempo, l’ambulanza. Con queste domande, cariche di dolore, abbiamo raggiunto, anche noi di Pax Christi Lamezia, la spiaggia di Cutro. Gli interrogativi su ciò che si doveva fare, e non si è fatto, esigono, prima o poi, qualche risposta; la strage di  vite umane spezzate una risposta ce l’ha già: un profondo dolore collettivo che la lunga coda di cittadini, molti dei quali venuti da lontano,  ha manifestato lungo le vie della frazione “Steccato” di Cutro; fino alla spiaggia dove le migliaia di manifestanti, alla notizia del cadavere di una bambina ritrovato, in quel momento, nelle vicinanze, si sono inginocchiate. A chiederlo chi, in questi giorni, non ha mai smesso prima di sperare e  poi di pregare.