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Punto Pace di Cecina – Donne costruttrici di pace

Per Associazione Mestizaje e Pax Christi gruppo costituendo Cecina Lucia De Sanctis

Il costituendo gruppo Pax Christi di Cecina è stato coinvolto dalla locale Associazione Mestizaje nell’iniziativa “Donne costruttrici di pace” rientrante nel ciclo di incontri “Diritti: femminile plurale”.
L’iniziativa svoltasi venerdì 17 febbraio al Teatro De Filippo di Cecina, ha previsto la presenza di Rosa Siciliano, direttrice editoriale di Mosaico di pace, e di Pio Castagna come coordinatore.
La relatrice con il supporto di slide ha passato in rassegna le situazioni nel mondo in cui la donna, oltre ad essere vittima della guerra, è anche tessitrice di relazioni sociali di solidarietà che hanno come traguardo la pace. E’ stato fatto riferimento alla inenarrabile condizione delle donne in Palestina vessate da un sistema di apartheid israeliano con il complice sostegno occidentale, all’inutile guerra in Afghanistan che ha causato la morte di centomila civili. In venti anni di occupazione occidentale la condizione di alfabetizzazione delle donne è rimasto fermo al 17% nonostante i proclami occidentali di avervi esportato la democrazia e la civiltà. Tra l’altro la relatrice ha fatto riferimento agli stupri di guerra, fenomeno antico, ma che dalla guerra balcanica in poi è diventato micidiale strumento di strategia militare. In Ruanda, nella guerra tra hutu e tutsi, si è assistito ad un felice paradosso: pur nel primato dell’uso dello stupro, molte delle vittime sono state poi artefici di prassi di riconciliazione alcune delle quali divenendo maggioranza nel parlamento. Nel 2008 l’Onu con la risoluzione 1820 definisce gli stupri come “arma di guerra”. La risoluzione 1325 del 2000 l’Onu è la prima dove viene menzionato l’impatto delle guerre sulle donne ed il contributo delle stesse nella risoluzione dei conflitti per una pace durevole. Un esempio è quello di Nadia Murad, irachena della minoranza yazida, premio Nobel per la pace 2018, che dopo aver subito le violenze dell’Isis, ha trovato il coraggio di scrivere la sua storia, la stessa di molte donne in tutte le parti del mondo, e a camminare su strade di riconciliazione e di pace.
Infine la relatrice ha tracciato, di fronte a questo scenario di violenza e per fornire modalità di prevenzione della stessa, una serie di proposte: 1) potenziare i mezzi di controinformazione, tra i quali Mosaico di pace, perché si vinca l’indifferenza; 2) sostenere i difensori dei diritti umani nel rischio di molti di essi di rimanere isolati nella loro opera di denuncia; 3) accrescere la cultura come strumento di emancipazione.