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Convegno di fine anno “Obiezione di coscienza, ieri, oggi e domani”

Da Bergamo a Sotto il Monte, città natale di Giovanni XXIII. Il mandato di Luigi Bettazzi, come presidente di Pax Christi, cominciava con una importante novità: una marcia della pace, in vista del Capodanno del 1969, nei luoghi natali del papa della Pacem in terris, per celebrare la Giornata mondiale della pace, istituita l’anno prima da Paolo VI per il 1° gennaio. L’ispirazione era manifesta: il nuovo corso di Pax Christi avrebbe dovuto mettersi nel solco dell’enciclica. E nel riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare individua una strada preferenziale. Prese di posizione, anche eclatanti, nel mondo cattolico non erano mancate – basti pensare a quelle di padre Balducci o don Lorenzo Milani. Ma era la prima volta che un movimento cattolico, per giunta guidato da un vescovo, decideva una militanza attiva e continua  nel tempo a favore dell’obiezione di coscienza. L’anno seguente la marcia per la pace si sarebbe chiusa davanti al carcere militare di Peschiera del Garda, luogo di detenzione degli obiettori. Il 31 dicembre 1970 avrebbe avuto come meta Filetto, in Abruzzo, dove, da giovane, l’allora vescovo ausiliare di Monaco, Matthias Defregger, aveva comandato una rappresaglia nazista durante la quale erano state assassinate 17 persone. L’anno successivo la marcia si sarebbe svolta nella val Susa, giungendo a Sant’Antonino, impoverito dalla crisi industriale. Ma luogo di partenza sarebbe stato Condove: alle Officine Moncenisio alcuni operai avevano rifiutato una commessa militare. La coscienza di fronte al comando militare o alla dotazione di armi diventa dunque il fulcro delle marce per la pace. Al tempo stesso Pax Christi partecipa alle manifestazioni di solidarietà con gli obiettori condannati, entra nella Lega per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza, fondata da Anderlini, manifesta pubblicamente solidarietà agli obiettori o tramite il suo presidente, o attraverso i suoi organi, apre il suo «Bollettino» alle storie degli obiettori e della loro detenzione. È proprio partendo da queste radici, che il convegno dedicato all’obiezione di coscienza, tenutosi alla fine di decembre per ricordare i 50 anni trascorsi dalla legge che istituiva il servizio civile, si è mosso per proiettarsi in un futuro nel quale i discorsi sulla coscienza, sulla pace, sulle leggi alle quali obbedire o obiettare, sulla nonviolenza continuano a interrogarci di fronte all’atroce diffusione delle guerre e dei suoi lutti.

I partecipanti al Convegno “OBIEZIONE DI COSCIENZA, IERI, OGGI E DOMANI. Un dovere cristiano, una conversione per tutti” svoltosi a Gravina in Puglia il 30 e 31 dicembre 2022, dopo aver fatto memoria del cinquantesimo anniversario della legge 772/72 che ha riconosciuto in Italia l’obiezione di coscienza al servizio militare:

  • Ribadiscono il proprio impegno ad obiettare ad ogni guerra e ad ogni forma di violenza organizzata e a promuovere la nonviolenza come via maestra per la costruzione della pace.
  •  Rilanciano il sostegno agli obiettori di coscienza che in Russia , in Ucraina ed in Bielorussia si rifiutano di partecipare alla guerra perché sia dato  loro asilo politico nei Paesi europei, come proposto da diverse organizzazioni pacifiste di livello europeo.
  • Propongono di  sostenere le spese legali nei processi che li vedono imputati, attingendo ai contributi versati dagli aderenti di Pax Christi per l’Ucraina.
  • Chiedono al Parlamento e al Governo che la “difesa della Patria”, prevista dall’art. 52 della Costituzione, possa svolgersi in maniera non armata e nonviolenta  e venga adeguatamente finanziata, anche attraverso il Servizio Civile Universale e i Corpi Civili di Pace.
  • Rilanciano a tal fine  la Campagna “Un’altra difesa è possibile”, promossa da cinque Reti della società civile italiana(Rete Italiana Pace e Disarmo, Tavolo interventi civili di pace, Conferenza nazionale degli Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci!), perché la Proposta di Legge “Istituzioni e modalità di finanziamento del Dipartimento per la Difesa civile, non armata e nonviolenta” riprenda il suo iter in Parlamento.
  • Chiedono che nella formazione dei giovani destinati al Servizio Civile Universale venga rafforzato il significato della scelta della nonviolenza e dell’obiezione alla guerra.
  • Propongono ai giovani in età di leva, ad oggi sospesa ma non abolita, di dichiarare  la loro contrarietà all’arruolamento per motivi di coscienza.
  • Esprimono la propria contrarietà verso qualsiasi progetto di “mini-naja” e ipotesi di reintroduzione del servizio militare obbligatorio,
  • Ribadiscono  l ‘impegno di PX nella campagna “Scuole Smilitarizzate “perché nei luoghi della formazione umana e dei cittadini si pratichi piuttosto l’educazione a comportamenti nonviolenti ed  al  “ripudio della guerra”. 
  • Ribadiscono convintamente le ragioni della Campagna per l’istituzione del Ministero per la Pace.
  • Si dichiarano contrari all’aumento delle spese militari, rilanciando ogni forma di obiezione ad esse a partire dalla campagna “Banche armate”.
  • Sostengono l’obiezione di coscienza dei lavoratori portuali di Genova e di altri siti che si rifiutano di collaborare al transito di armi nei porti italiani.