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ARTIGIANI DI PACE

fonte: Consiglio Generale AGESCI

La guerra è il demonio che opera tramite la meschina vanità degli uomini.
La Pace è Dio che opera tramite l’amore per tutti.
B.-P., luglio 1931
L’educazione, se è tale, non ha bisogno di altre specificazioni perché è, per sua stessa natura, liberante
e contribuisce alla costruzione di una umanità piena e realizzata. Per noi, che abbiamo scelto
di essere educatori per rispondere a una Chiamata, educare è portare a tutti l’amore e la tenerezza
di Dio.
La nostra storia, il passato e il presente, il nostro metodo educativo, le esperienze che viviamo insieme
alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi sono il più grande antidoto contro la violenza e sono tutte
rivolte alla formazione di uomini e donne pacificati e, perciò, pacifici.
Questo lo abbiamo chiaro e vivo nel nostro cuore e nella nostra mente, anche se occorre ribadirlo
perché non diminuisca la nostra consapevolezza. Il tempo drammatico che viviamo, oggi richiede
un passo ulteriore per contrastare la cultura della menzogna, della violenza, con l’obiettivo profetico
di cancellare la guerra dalla storia.
Per questo occorre, prima di tutto, rifiutare la logica per cui si parla di Pace solo quando scoppia una
nuova guerra.
Vogliamo formare donne e uomini nonviolenti, che abbiano fiducia in sé e negli altri; che sappiano
intervenire in modo creativo e personale nella realtà che li circonda, per accrescerne l’umanità; che si
impegnino a risolvere attivamente i conflitti senza violenza e prevaricazione, ma facendo leva sulle
risorse costruttive già presenti e sviluppandone altre; che sappiano operare nel quotidiano per la
ricerca della verità, senza darla per scontata né rivendicarne l’esclusivo possesso.
Assumendoci tutte le responsabilità che comporta la necessità della profezia, intendiamo ribadire
che dalla guerra se ne esce investendo sulla Pace e non sulla guerra stessa. Il nostro rifiuto della
violenza in ogni sua forma deve essere, oggi più che mai, radicale. Risuonano forti in noi le parole
del Patto associativo: «Ci impegniamo a rifiutare decisamente […] tutte le forme di violenza, palesi
ed occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l’autoritarismo e il totalitarismo a
tutti i livelli, di imporre il diritto del forte sul debole […] Ci impegniamo a formare cittadini del mondo
ed operatori di Pace, in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il confronto con ciò
che è diverso da noi diventi forza promotrice di fratellanza universale».
Non vogliamo apparire ingenui: sappiamo bene che oltre un centinaio di conflitti nel mondo non
possono cessare da un giorno all’altro. Tuttavia siamo certi che, come diceva don Tonino Bello, “la
speranza è opera di muratori” e che dunque la costruzione della Pace universale diventa un preciso
progetto politico, che può realizzarsi se c’è la consapevolezza che “siamo sulla stessa barca e dobbiamo
remare tutti insieme” (Papa Francesco) come un’unica comunità di destino (E. Morin).
Ecco perché perseverare nella nostra opera educativa, volta a costruire una cultura di Pace, fatta di
relazioni autentiche e profonde, di scouting, di ecologia integrale, di costruzione di nuovi stili di vita,
di sobrietà, di consumo critico.
Al contempo vogliamo ribadire con tutta la forza possibile che non può esserci Pace senza giustizia,
perdono e riconciliazione, uguaglianza sociale, lotta alla povertà e redistribuzione delle ricchezze,
dialogo tra culture e fedi religiose, diritto alla salute, un lavoro dignitoso e l’istruzione per tutti.
Crediamo sia opportuno che l’Agesci torni a far sentire la sua voce su tutte queste fondamentali questioni
perché, come ricorda il nostro Patto associativo «La diversità di opinioni presenti nell’associazione
è ricchezza e stimolo all’approfondimento delle nostre analisi; tuttavia non deve impedirci di
prendere posizione in quelle scelte politiche che riteniamo irrinunciabili per la promozione umana».
Far sentire la nostra voce pubblicamente è fondamentale, oltre che per affermare la nostra volontà
e disponibilità nel prenderci cura di ogni donna e uomo, anche per dire alle nostre ragazze e ragazzi
che c’è continuità e congruenza tra ciò che viviamo e proponiamo nei nostri Gruppi e quello che testimoniamo
nella società, con le nostre scelte quotidiane. Testimoniare è mostrare uno stile di vita
reale, concreto e quotidiano. È vivere nel mondo senza essere del mondo. È ribadire che un altro
mondo non solo è possibile, ma è già incarnato. Per farlo crescere è necessario un grande impegno
educativo e saper accogliere e far agire lo Spirito.
Con la speranza, la passione, la creatività, l’abilità e la pazienza dell’artigiano vogliamo:
• operare affinché le nostre Comunità capi diventino veri laboratori di riconciliazione, dove vivere
la fratellanza e far divenire prassi quotidiana l’accoglienza dell’altro;
• formare i capi affinché acquisiscano una sensibilità specifica nella gestione nonviolenta dei conflitti;
• promuovere l’incontro, anche scomodo, con il volto dell’altro, attraverso esperienze autentiche e
forti, consapevoli che i conflitti e tutte le guerre “trovano la loro radice nella dissolvenza dei volti”
(don Tonino Bello);
• abitare i nostri territori uscendo dalle sedi per incontrare l’umanità invisibile, accogliere quel
punto di vista altro che ci apre a possibili realtà di Pace e di giustizia;
• essere presenti ai tavoli della società civile al fianco di chi opera in prima linea per promuovere la
Pace e difendere i diritti di tutte le donne e gli uomini, con la consapevolezza che non bastiamo
a noi stessi e che, solo insieme, diamo concretezza ai sogni;
• guardare alla nostra storia non per alimentare la nostalgia, ma per essere memoria operante che
affronta le sfide di oggi con rinnovato slancio; la valorizzazione delle esperienze vissute aumenta
la consapevolezza e rafforza l’intenzionalità educativa.
Lo spirito che deve ispirare il nostro servizio è espresso con efficacia in uno splendido verso di
Aldo Capitini, autentico artigiano della Pace, che sottolinea come la nonviolenza è un COMINCIARE
senza aspettare che altri lo facciano. “Prima che tu sorridi, ti ho sorriso”. In queste parole possiamo
ritrovare tutta la forza rivoluzionaria e generativa della Buona Notizia che è l’amore di Cristo per
l’uomo. Sorridere prima, senza aspettarsi di essere ricambiati. Impegnarsi prima, senza che gli altri
si impegnino. Amare per primi, senza aspettarsi di essere amati. È l’amore di Cristo, che ci ha amati
per primo, che suscita in noi la passione, lo slancio, la forza straordinaria capace di trasformarci e
trasformare il mondo.
Il Consiglio generale dell’AGESCI