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Lettera ai ministri Salvini e Piantedosi

Pubblichiamo una lettera della dott.ssa Carla Pessina del Punto Pace di Milano

Gentile On. Salvini,

Sono una cittadina italiana, sono medico, ho lavorato oltre che in Italia, in contesti di guerra e carestia.

Sono assolutamente indignata dalla sua dichiarazione relativa alla migrazione dove usa questa definizione “non sono naufragi, ma viaggi organizzati”. E’ vero che sono organizzati ma in modo inumano e vile da parte di gente senza scrupoli che approfitta della fragilità e del bisogno altrui.

I viaggi organizzati, secondo la mia concezione hanno garanzia dei mezzi, non carrette del mare; garanzia di vitto e delle minime regole di sicurezza, di alloggio e di divertimento e non di morte. Morte spesso di persone indifese quali donne, bambini ma anche uomini che scappano da situazioni drammatiche che ben conosciamo.

Persone e non oggetti di scambio partitico che hanno avuto la sfortuna di non nascere in un paese come il nostro garantista e democratico, ma povero e spesso in guerra.

Sono assolutamente d’accordo che va rivisto il trattato di Dublino sulla ridistribuzione dei migranti e l’ Europa deve essere la prima protagonista di questa attività. Sappiamo però che proprio il suo partito, la Lega ha a lungo osteggiato tale riforma in sede europea ed è quanto mai illogico ed  incoerente da parte sua   recriminare ora, che gli Stati membri non accolgono i migranti che arrivano nel nostro paese e parimenti è assurdo denigrare le attività dei salvataggi in mare.

Un’altra grave incoerenza è il fatto che si vanta dell’appartenenza cristiana ostentata dalla croce francescana che esibisce in pubblico: sa bene che i cristiani non possono, pur nelle difficoltà, girare il volto da un’altra parte ed ignorare i diritti fondamentali peraltro sanciti dalla Carta Costituzionale dell’ONU.

Non  è lecito per nessuno usare la fede per degli scopi politici o ideologici.

Pertanto, le chiedo, quando fa dichiarazioni pubbliche, di non speculare sulla tragedia di tanti poveri che fuggono da situazioni impossibili di povertà, guerra e degrado ambientale, di non considerare solo l’effetto sul suo elettorato  ma anche su chi, come me e come tanti altri continua a credere nella vera professione cristiana e nell’accoglienza, non offendendo gran parte dell’umanità con l’uso di parole improprie e che hanno ben altri significati.

Non nel mio nome e di quello di tutti i cristiani.

Gentile Ministro Piantedosi

Lei ha usato una definizione allucinante definendo esseri umani, non diversi da me e lei dei ”carichi residuali”. Si e’ anche estremamente seccato quando è stata sottolineata la inopportunità dell’uso di questa parola. Signor Ministro vorrei ricordarle quanto sono importanti le parole e i loro significati nella convivenza e nella comunicazione quotidiana. Sono la base per costruire rapporti e futuro, sia in ambito privato che pubblico, non devono pertanto essere interpretazioni personali ma il loro uso deve sottintendere che si conosca il loro significato. In quanto al fatto che “ non accettiamo lezioni da nessuno riguardo l’applicazione dei diritti”, il nostro paese purtroppo non brilla per la capacità di considerarli ed applicarli. Non vorrei fare un elenco delle situazioni nelle quali abbiamo fallito o non ancora agito secondo leggi e trattati internazionali.

Tutti noi abbiamo da imparare qualcosa. Sarebbe opportuno iniziare anche ad ascoltare ciò che altri hanno da dire. Solo dopo possiamo sapere se non avevamo niente da imparare