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Fare accoglienza è dare pace, è fare pace

Arianna

Sono Arianna, ho 32 anni, sono di Monza, lavoro con ragazzi con disabilità cognitiva per Anffas – Nord Milano. Faccio parte del piccolo collettivo Passe-partout col quale aiutiamo i migranti.

Parlare di pace nel mondo oggi può apparire veramente un’utopia, e cercare di raggiungerla, anzi di conquistarla ci mette di fronte ad una sensazione di impotenza: a me fa questo effetto!

Come affrontare tanto male e tanta indifferenza, ma soprattutto, come far cambiar rotta a molte persone che hanno deciso di buttare la bussola e non pensarci?

Credo che la nostra sensibilità sia la chiave giusta della nostra umanità: se ognuno di noi riuscisse a guardarsi dentro, a ricomporre i pezzi di sé che più fanno paura, ci si renderebbe più consapevoli e si vedrebbero negli occhi dell’altro le stesse difficoltà, così l’altro non sarebbe più tanto diverso… le ricerche sono le stesse come i bisogni. Ma è forse questa la cosa più difficile?

Ho conosciuto Pax Christi quasi un anno fa grazie alla cara amica Susanna di Imperia, con un grande cuore che porta in tutto il mondo. Sto frequentando la scuola di innovazione sociale promossa da Pax Christi che mi sta dando un’ampia e approfondita visione di quello che vediamo senza conoscere i retroscena. Ho nel cuore il desiderio di colmare molte lacune e capire meglio la verità dietro le menzogne che ci vengono spesso riportate e per questo credo che Pax Christi possa aiutarmi molto.

Sono arrivata qui da quando a Milano con 2 amici, Mirco e Riccardo, insieme abbiamo deciso di “riassettare” una stanza (ormai rifugio di gatti) per ospitare migranti, la quale è in un centro sociale. Un po’ a spese nostre e anche grazie al sostegno dell’associazione Rete Milano, di cui siamo volontari, siamo riusciti a fare lavori di muratura, posare un pavimento e mettere 5 letti. Da un anno a questa parte la stanza è stata super attiva! Quasi ogni giorno ospitiamo da 2 a 5 persone e spesso anche famiglie con bambini, provenienti per lo piu’ dal Medio Oriente.

È bello sapere che molti di loro dopo qualche tempo riescono a raggiungere i loro parenti o iniziano a inserirsi in altri paesi in Europa (è molto più complesso da noi…) Negli ultimi mesi, da giugno, abbiamo invece avuto il piacere di assistere 4 ragazzi, di cui una ragazza minore, che hanno deciso di fare richiesta d’asilo in Italia. Avvalendoci del supporto legale del “naga”, un’organizzazione di volontariato laica, indipendente e apartitica nata a Milano.

Ogni giorno 400 volontari forniscono assistenza sanitaria, sociale e legale ai cittadini stranieri e si impegnano per la difesa dei diritti di tutti,​li abbiamo seguiti passo a passo, ognuna con differenti difficoltà, ma grazie ai nostri interventi, siamo riusciti a supportare alcuni di loro nella comprensione delle procedure, e questo ci ha insegnato anche a districarci nella complicata e lenta burocrazia italiana. Eravamo partiti in 3 con questo progetto, avendo anche buona parte del collettivo del centro sociale non troppo a favore, ora diversi ragazzi del centro ci danno una mano, facendo accoglienza e cucinando insieme ai ragazzi che ospitiamo; da poco si è aggiunta a noi una giovane dottoressa di Emergency, Cristina. Nel tempo sono stata in terre di confine e di transito a Trieste, Oulx , Ventimiglia. Altri amici hanno contatti per altri confini di mare in Italia, in Grecia e Bosnia…. Insomma quando si attiva una richiesta per persone in difficoltà, c’è sempre qualcuno pronto a dare una mano!

Riprendendo il filo iniziale… la pace può esserci? Io ho visto la mia risposta nell’accoglienza, come un gesto d’amore che va dal soddisfare bisogni primari e ridare dignità al donare, seppur per breve tempo, quel calore e quella fraternità che molte persone hanno dimenticato lungo il loro tragitto difficile. Cogliere una persona con tutte le sue fragilità e semplicemente cercare di farla sentire al sicuro vuol dire dargli pace, e che cos’è la pace, come si può spiegare la pace se prima di tutto non nasce dentro di noi? Non la viviamo e la facciamo vivere intorno a noi? Quando accogli ogni singola persona per quello che è, semini in lei un seme di pace…