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Attività del Punto pace di Catania, maggio-giugno 2022

Convegno “Il diritto alla pace – Cause ed effetti della guerra senza fine”

 Il 30 maggio, a Catania, con la collaborazione del Punto pace Pax Christi, si è svolto il convegno “Il diritto alla pace – Cause ed effetti della guerra senza fine”.

Relatori sono stati Giuliana Mastropasqua, del Punto pace di Catania, lo storico Salvatore Distefano (analisi della guerra in Ucraina) e il medico volontario Luciano Nigro (conflitti dimenticati).

Nel suo intervento, Giuliana ha efficacemente delineato i grandi principi ispiratori del movimento pacifista e le motivazioni profonde dell’aspirazione universale alla pace, valore fondamentale e non collaterale, pur in mezzo alle tante contraddizioni che il mondo reale ci presenta. Non ha mancato di citare in proposito testimonianze autorevoli del passato e del presente, sia di origine confessionale (papa Francesco in particolare), che laica.

Ha anche illustrato le azioni concrete contro la militarizzazione che Pax Christi porta avanti, assieme ad altre realtà associative, come le campagne “Stopthewarnow, Italia ripensaci, Banche armate, Scuole smilitarizzate”, alcune missioni di pace in Ucraina e la solidarietà con i portuali di Genova che si rifiutano di imbarcare sulle navi armi destinate a focolai di guerra.

Convegno “Spazi di pace – E’ possibile costruire la pace in un mondo militarizzato?”

Il 24 giugno, ad Acireale (Catania), organizzato dal “Coordinamento Acireale per la Pace”, si è svolto il convegno “Spazi di pace – E’ possibile costruire la pace in un mondo militarizzato?”

Relatori sono stati Antonio Mazzeo, giornalista; Adriana Salafia, vice-presidente di Pax Christi Italia; Michela Lovato, Operazione Colomba (Associazione Papa Giovcanni XXIII); Enzo Sanfilippo, Comunità dell’Arca.

Nel suo intervento, Adriana ha dapprima sottolineato come il valore della pace, dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, abbia acquistato una sua identità fondata sulla Carta delle Nazioni Unite, sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e sull’art. 11 della nostra Costituzione. Successivamente, negli anni ’60 del secolo scorso la cultura della pace ha trovato altre spinte con l’enciclica Pacem in Terris di Papa Giovanni XXIII, come pure con le opere e azioni di Aldo Capitini e di Giorgio La Pira.

Purtroppo negli ultimi decenni questo anelito di pace sembra essersi perduto.

Si svolgono oggi decine di conflitti armati nel mondo; assistiamo ad una corsa insensata al riarmo, con la complicità delle banche che investono in armamenti; la spesa militare italiana cresce smisuratamente (fino al 2% del PIL), facendo realizzare enormi profitti alle industrie belliche, a scapito di investimenti nel sociale; in linea con tale tendenza, il nostro modello di sviluppo economico crea disuguaglianze e maggiori povertà.

Significativo anche il rifiuto dell’Italia di firmare il recente Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari approvato dall’ONU nel 2017 e ratificato il 22 gennaio 2021.

Come sul versante dell’ambiente non c’è più tempo da perdere per salvare il pianeta terra, così anche per la pace è urgentemente necessario un cambiamento di paradigma. Per la vergognosa guerra in atto cui stiamo assistendo in Europa, la risposta non può essere trovata in altre armi, sanzioni, alleanze, ma in un modello completamente diverso, quello della cura, oggi ancora oscurato dal potere economico-militare.

Le testimonianze coraggiose del mondo pacifista e le proposte non mancano.

Adriana Salafia le ha passate in rassegna: dalle campagne in cui Pax Christi è impegnata (Italia ripensaci, Banche armate, Scuole smilitarizzate, Un’altra difesa è possibile…) al rispetto delle leggi già esistenti (185/90); dal sostegno agli obiettori ucraini e russi, ad un impegno molto maggiore nei negoziati; dalla conversione ecologica contro le speculazioni finanziarie sul fossile, ad un’educazione al dialogo per prevenire violenza e conflitti; e tante altre ancora…

Per concludere, Adriana ha ricordato l’invito di don Tonino Bello a trasformare l’utopia (sogno irraggiungibile) in una Eutopia (luogo buono, raggiungibile), una terra di fratellanza realizzabile con l’impegno di tutti.