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La marcia della Pace verso il “faro di pace” de La Spezia

Norberto Julini e don Renato Sacco

Cercando di far proseguire il cammino della Marcia per la Pace, avviata a Savona il 31 dicembre, attraverso i porti italiani che vorremmo diventassero “Fari di pace” attenti ai traffici di materiale bellico destinati ad alimentare le guerre, dopo la tappa di Genova abbiamo avviato i contatti con la realtà di La Spezia. Lo stiamo facendo in concordanza con gli organizzatori della Marcia stessa , non solo Pax Christi, ma la CEI, la Caritas, l’Azione Cattolica , cui si uniranno i Focolarini e forse l’Agesci. Siamo stati aiutati da una sintesi di Carlo Tombola , presidente di Weapon Watch che scrive fra l’altro : “ Quello spezzino è il secondo porto commerciale italiano (3° comprendendo il transshipment), ma manca di spazi per l’espansione, stretto tra la saturazione dello spazio urbano, gli insediamenti cantieristici a oriente fino a Muggiano e la presenza dell’estesa servitù militare nella parte occidentale del golfo. Poco si sa del passaggio in porto di materiale militare. L’invadenza dell’Arsenale, benché da decenni marginale quale fonte di lavoro diretto, sta per essere aggravata dal progetto del Ministero della difesa denominato “Basi Blu”, giunto per La Spezia alla fase di fattibilità: una prospettiva di 9 anni di lavori, nuovi moli e ampliamenti degli esistenti, dragaggi profondi con 600.000 m³ da smaltire, ripristino dei depositi sotterranei di carburante, tutto per ospitare unità militari di grandi dimensioni (in particolare portaerei).” Il Vescovo di Savona don Gero Marino ne ha parlato con il confratello vescovo di La Spezia Luigi Palletti , il quale dovrebbe firmare la bandiera della Pace che ha iniziato il suo cammino e che reca già le firme dei Vescovi di Savona e di Genova. Stiamo ipotizzando un convegno per il mese di giugno con Giorgio Beretta di OPAL ed altri esponenti della società civile spezzina fra cui un ex Sindaco, presidenti di associazioni ambientaliste e della stessa autorità portuale . Il convegno potrebbe prevedere l’analisi socio-economica ed ambientale nel contesto spezzino per le ricadute nel presente e nel futuro dei programmi di sviluppo della produzione di armi e l’attracco di navi militari di più grande stazza. In quell’ambito diremo le ragioni della nostra presenza e del nostro impegno. Vorremmo successivamente “approdare” fra Pisa e Livorno e poi andare verso Napoli.