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Scuola di Nonviolenza: la spiritualità dell’ecologia integrale e i nuovi stili di vita

Yuri Testaverde

Presso la Parrocchia di Santa Lucia a Palermo, continuano gli appuntamenti della Scuola di Nonviolenza moderati da Francesco Lo Cascio ed organizzati dalla Consulta della Pace e dal MIR di Palermo, in collaborazione con Pax Christi.

A suggerire riflessioni sui nuovi stili di vita possibili, partendo dalle applicazioni dell’ecologia integrale di cui tanto ha parlato anche Papa Francesco, sono stati Adriana Salafia di Pax Christi Catania, e Fra Mauro Billetta dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, parroco della Parrocchia di Sant’Agnese a Danisinni.“

La Laudato Sì è un’enciclica sociale, non solo di temi ambientali” – ha esordito Adriana Salafia – “in quanto tutto è connesso ed interconnesso. Le azioni possono svilupparsi su un piano personale, comunitario e globale, anche attraverso la comunità parrocchiale, per favorire l’attivazione di scelte e pratiche concrete che portino a prenderci cura della casa comune, a partire dalla cura dei poveri e dei sofferenti e fino ad arrivare a tutto il Creato”.

Facendo un cenno ai 7 obiettivi relativi alla spiritualità dell’ecologia integrale, Salafia ha poi voluto ricordare la “Laudato Sì Action Platform”, che Papa Francesco ha voluto rilanciare proprio per “fare in modo che questa spiritualità diventi essa stessa stile di vita, incarnandosi”, e che il Movimento “Laudato Sì” sia nato in rete prima della pandemia in corso e che sia ancora in fase di ulteriore sviluppo.

“Sicuramente, sul tema ambientale e della spiritualità dell’ecologia integrale si stanno moltiplicando i momenti di dialogo, come quelli avvenuti durante la 49esima Settimana Sociale dei cattolici italiani a Taranto, e anche azioni di advocacy e di pressione verso i decisori politici e gli enti amministrativi, mentre a livello locale sono ormai diverse le “parrocchie ecologiche” che stanno provando ad adottare comunitariamente questi stili di vita su modelli integrali e sostenibili, anche se manca ancora una visione strutturale di collegamento intermedio tra gli appelli del Papa e l’auto-organizzazione locale”, ha infine concluso.

Fra Mauro ha voluto condividere la sua testimonianza diretta di parroco a Danisinni, difficile realtà sita in una zona centrale di Palermo, che si è spesso ritrovata quasi isolata dal resto della città ma che da alcuni anni sta provando a rinascere.“La ripresa di Danisinni ha un forte valore simbolico, perché porta noi stessi a riscoprirci nei nostri talenti nascosti e ad organizzarci per farli emergere, per riportarli e riportarci alla luce” – ha sottolineato.

“In questi anni ci stiamo organizzando per andare oltre la necessità, oltre la contingenza del quotidiano, in modo da accogliere ed offrire alla città un luogo che, per molto tempo, la città ha fatto fatica a riconoscere. In questo modo, restituiamo e doniamo al territorio dignità, vita, valore, amore, facendolo rinascere”.

Riprendere il terreno abbandonato diventa occasione non solo per farlo divenire un luogo fertile, ma curare l’esteriore diventa stimolo per curare anche l’interiorità, per travalicare le condizioni di marginalità e creare le condizioni per nuovi stili di vita.

“Ecco che si può arrivare ad avere un bio-stagno facendo riaffiorare l’acqua nascosta del letto del fiume Papireto, ecco che pian piano si è arrivati ad una fattoria didattica con la presenza di numerosi animali, ecco che siamo arrivati ad avere un poliambulatorio, un servizio di mediazione territoriale e perfino un circo sociale e non dimenticando, infine, la biblioteca sociale. Il libro diventa occasione di riscatto, di cibo per l’anima, proprio per non soffermarsi solo sul contingente ma andare verso un ampio orizzonte”, ha proseguito Fra Mauro.

Le prospettive future prevedono anche la creazione di una rete di economia circolare, e a tal fine è già attivo uno sportello di start-up per microimprese che guarda anche al turismo sociale per coinvolgere famiglie del luogo nel circuito dell’ospitalità, fino a prevedere l’ulteriore sviluppo di attività artigianali come sartorie sociali e botteghe che, in un contesto che già vede la presenza di numerosi esempi creativi di street art e di laboratori artistici, possa diventare villaggio sociale includente ed inclusivo.

Francesco Lo Cascio, nel chiudere lo stimolante incontro, ha voluto poi sottolineare il collegamento tra i due interventi per provare ad andare oltre quella “cultura dello scarto” che tanto caratterizza la nostra epoca e che ha stigmatizzato lo stesso Papa Francesco, verso nuovi stili di vita eticamente sostenibili attraverso la bellezza e il prendersi cura reciprocamente e del Creato.

I prossimi incontri della Scuola di Nonviolenza si terranno l’8 aprile (Giustizia, pace, integrità del Creato) e il 13 maggio (i Cristiani e la mafia) a partire dalle ore 19, presso la Parrocchia di Santa Lucia a Palermo.