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Ucraina: no alla fase due che vede il coinvolgimento militare dell’Europa

Mercoledì 2 marzo alle ore 21 assemblea online dei comitati per la pace

https://www.peacelink.it/editoriale/a/49019.html

Dopo la condanna unanime di Putin, occorre decidere “che fare”. Per noi pacifisti essere “contro la guerra in Ucraina” significa adesso essere “contro l’escalation militare”, con terribili rischi nucleari. Dobbiamo essere contro il coinvolgimento dell’Europa che prevede l’invio di armi.28 febbraio 2022

Alessandro Marescotti

Dopo una prima fase di unanimità nel condannare l’invasione russa dell’Ucraina, si profila ora una seconda fase del dibattito nella quale si confronteranno due visioni opposte ed emergeranno sostanziali differenze fra:

  • chi vuole inviare armi e volontari, avviando di fatto una guerra per procura che trasformerebbe di fatto l’Unione Europea in uno stato co-belligerante che sostiene militarmente l’Ucraina;
  • chi è contro l’escalation militare e considera estremamente pericoloso il rischio di un confronto nucleare sempre più esplicito, con l’allertamento delle basi missilistiche e un ritorno ai giorni più bui della Guerra Fredda.

Il movimento pacifista, che si ristrutturando con sorprendente rapidità, deve far sentire la propria voce a sostegno di questa seconda scelta e opponendosi in modo netto alla prima.

La prima scelta, quella di inviare armi e volontari (se non addirittura mercenari), costituisce la grave premessa per un corollario non meno grave: il riarmo di tutta l’Europa e un’ingente aumento delle spese militari. Già la Germania ha stanziato, nel giro di poche ore, cento miliardi di euro per aumentare il proprio budget militare. La coalizione rosso-verde tedesca rischia di tradire gli ideali di pace di Willy Brandt, mentre mezzo milione di tedeschi hanno manifestato a Berlino per la pace. Il movimento per la pace deve prendere nettamente le distanze da questa sinistra con l’elmentto che tanti danni ha fatto in passato (basti pensare all’Afghanistan) e deve far sentire la propria voce terza e indipendente sia da Putin sia dalle sirene del riarmo e della “guerra giusta”. 

Noi non ci arruoliamo nella “guerra giusta”, ma faremo sentire la nostra voce a favore del cessate il fuoco e la protezione dei civili. Noi pacifisti dobbiamo richiamare le nostre nazioni alla neutralità. Dobbiamo puntare alle trattative per un ritiro delle truppe d’occupazione. Dobbiamo puntare alla rimozione della controversia di fondo: l’adesione dell’Ucraina alla Nato. E dobbiamo chiedere che di crei nell’Europa centrale una zona smilitarizzata molto ampia che faccia da cuscinetto, arretrando il più possibile le forze armate russe e quelle della Nato, ricostituendo un clima di dialogo e di distensione che andrebbe irrimediabilmente perso se l’Europa sostenesse il conflitto armato dall’esterno. La follia di questa scelta europea deve essere fermata e la scellerata politica riarmista va contrastata creando un forte movimento per la pace e il disarmo. Perché il conflitto con la Russia non può essere risolto con le armi, pena la fine di ogni speranza per un futuro migliore. 

Noi consideriamo centrali il diritto internazionale e la Carta dell’Onu. In questo momento l’Europa non è attaccata dalla Russia e ogni scelta militare di supporto bellico a sostegno dell’Ucraina assomiglia a una dichiarazione di guerra alla Russia.

Scelte così importanti da parte dell’Europa dovrebbero essere discusse e valutate con i cittadini europei perché saranno anche i cittadini europei che pagherebbero inevitabilmente il prezzo di un’escalation in questo complitto. Fare delle scelte europee sulla testa dei cittadini significa imitare Putin e la sua visione autocratica. Fare scelte militari di portata devastante per l’Europa senza consultare i cittadini significa dimostrare che in Europa c’è una democrazia limitata e una limitazione della sovranità popolare. L’escalation attuale chiama in causa il principio di sovranità popolare che è alla base della vera democrazia. Nessun cittadino europeo è stato consultato e questo è grave perché vuol dire che la nostra voce e la nostra opinione non vale nulla.

Quanto avvenne nella prima guerra mondiale, quando le nazioni allargarono il conflitto scherandosi per la Germania o contro la Germania che aveva invaso il Belgio, ci sia di monito. La difesa della sovranità del Belgio fu il pretesto per costruire cannoni e fu l’inizio della catastrofe mondiale. Con la differenza che oggi ci sono le armi nucleari (messe in preallerta in queste ore). Una terza guerra mondiale non conoscerebbe né vinti né vincitori ma solo il disastro totale e la fine della civiltà che conosciamo. 

Per confrontarci su queste tematiche mercoledì prossimo ci sarà un’assemblea nazionale online a cui sono invitate tutte le componenti del movimento pacifista. PeaceLink manda già da ora questa base di discussione, che può essere rivista, discussa, integrata e modificata. Chiunque vuole inviare contributi e riflessioni le invii a info@peacelink.it e verranno allegate a questa pagina web.

Il link per seguire l’incontro online di mercoledì prossimo è https://www.peacelink.it/diretta

Chi si vuole prenotare per un intervento scriva a info@peacelink.it

Invitiamo tutti a segnalare i siti o i gruppi social dei Comitati per la pace su questo link: https://www.peacelink.it/links/i/2849.html

Chi non ha ancora aderito all’appello contro la guerra può farlo su https://www.peacelink.it/campagnaucraina

Siamo entrati in una fase nuova in cui, per noi pacifisti è del tutto chiaro che essere “contro la guerra in Ucraina” non significa solo essere contro l’invasione dell’Ucraina compiuta da Putin (su cui non c’è alcuna ambiguità) ma significa anche essere contro l’escalation militare e il coinvolgimento dell’Europa attraverso l’invio di armi. Un invio che avverrebbe tramite la Polonia (che è stata scelta come “hub” dei rifornimenti militari all’Ucraina). Questo è un fatto di straordinaria pericolosità. Infatti la Russia potrebbe colpire le forniture di armi al confine fra Polonia e Ucraina. Gli effetti sarebbero prevedibilmente devastanti per i delicati e fragili equilibri internazionali che ancora sono in piedi. Tutto questo è follia, dall’una e dall’altra parte. E noi siamo contro la follia. Siamo il movimento per la pace.