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25/01/2022
IL PUNTO Rischiamo di pagare caro la nostra latitanza (non solo) sulla crisi ucraina. Sapersi orientare nel mondo di oggi è una necessità, non una scelta.
Iscrizioni aperte fino al 28 febbraio di Lucio Caracciolo SCONTRO USA-RUSSIA, UCRAINA
La sfida fra Russia e America sull’Ucraina ci riguarda molto da vicino. Comunque vada a finire, gli equilibri geopolitici in Europa ne saranno più o meno alterati. E non solo nel caso, improbabile, di guerra aperta. Alla fine la posta in gioco è se l’America continuerà ad avere l’ultima parola sull’Europa o se un suo arretramento nella crisi ucraina – fosse solo un compromesso di basso profilo – ne minerà la credibilità fra gli alleati Nato e più in generale nel mondo. Se invece fosse la Russia a uscirne male, le conseguenze geopolitiche sarebbero di segno opposto, ma ugualmente importanti. E le carte europee ne verrebbero profondamente rimescolate.
Colpisce in tutto ciò la distrazione dell’Italia, quasi la partita non la toccasse. Il nostro paese è uscito dalla seconda guerra mondiale come parte dell’impero europeo dell’America, codificato nella Nato. Una crisi dell’Alleanza Atlantica investirebbe in profondità non solo la nostra collocazione geopolitica, ma la nostra sicurezza e la nostra economia. L’elezione del presidente della Repubblica è un alibi che non giustifica la nostra latitanza.
Ammettiamo l’ipotesi ad oggi più blanda, ovvero che il braccio di ferro russo-americano implichi severe sanzioni euroatlantiche alla Russia. La nostra interdipendenza energetica con Mosca – abbiamo necessità del suo gas come Putin ha bisogno del nostro mercato – e la ripresa del commercio italo-russo malgrado sanzioni e controsanzioni ancora in vigore ci rendono molto vulnerabili su questo fronte. Se poi, come minaccia Biden, si dovesse arrivare a estromettere la Russia dal sistema degli scambi basato sul dollaro, il contraccolpo globale sarebbe ben percepibile anche a casa nostra.
È su questo sfondo, non legato solo all’emergenza in corso, che Limes ha lanciato la sua Scuola di geopolitica e di governo, le cui iscrizioni sono aperte fino al 28 febbraio.
Aperta sia a giovani laureati che a dirigenti pubblici e privati, è un tentativo di contribuire alla formazione della classe dirigente. Con gli specialisti della rete di Limes, italiani e stranieri, e con le testimonianze di protagonisti e decisori di vari paesi, l’idea è di offrire a chi frequenta un sapere pratico, da spendere nelle istituzioni pubbliche e nelle aziende.
Perché sapersi orientare nel mondo di oggi è una necessità, non una scelta.