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Il lavoro nel cammino della pace

Gianni Dalena – Putignano

Il messaggio del Papa 2022 dedica un capitolo importante alla questione del modo del lavoro “ Promuovere e assicurare il lavoro costruisce la pace“. A parte l’ovvia considerazione di come il lavoro sia cambiato nel tempo della pandemia e di chi purtroppo l’ha perso o si è ridotto in forma di precariato, è importante la considerazione che fa il Pontefice su come sia “ urgente promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato. Occorre assicurare e sostenere la libertà delle iniziative imprenditoriali e, nello stesso tempo, far crescere una rinnovata responsabilità sociale, perché il profitto non sia l’unico criterio-guida

E ancora….. “ In questa prospettiva vanno stimolate, accolte e sostenute le iniziative che, a tutti i livelli, sollecitano le imprese al rispetto dei diritti umani fondamentali di lavoratrici e lavoratori , sensibilizzando in tal senso non solo le istituzioni, ma anche i consumatori , la società civile e le realtà imprenditoriali. Queste ultime, quanto più sono consapevoli del loro ruolo sociale, tanto più diventano luoghi in cui si esercita la dignità umana, partecipando così a loro volta alla costruzione della pace ”.

Due sono le parole chiavi del capitolo del messaggio dedicato al lavoro, PROFITTO e DIRITTI dei lavoro. Il profitto non fine a se stesso e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Condizioni queste indispensabili se vogliamo credere che il lavoro è parte integrante di un percorso di Pace.

Se leggiamo tra le righe c’è però un’altra parola chiave nel discorso del Papa ed è CONSUMATORI coinvolti nel percorso di sensibilizzazione. Quale è il legame tra il lavoro e i consumatori? Non può essere che la scelta che noi tutti siamo chiamati a fare sui beni e servizi prodotti dal mondo del lavoro. E’ il famoso ruolo che l’economista Leonardo Becchetti richiama a tutti noi di assumere, ovvero quello di CONSUM-ATTORI, ovvero di cittadini responsabili che votano le politiche economiche con il portafoglio, scegliendo quali prodotti o servizi acquistare che racchiudono appunto il rispetto dei diritti umani.

Se vogliamo dare un senso concreto al messaggio papale, occorre assumersi la responsabilità, innanzitutto come cristiani, nel fare una scelta di campo che non consideri principalmente il nostro vantaggio economico, ma che guardi al mondo, che dobbiamo sempre più considerare come parte integrante del nostro vissuto e di cui abbiamo una grande responsabilità. Qualcosa si muove in questo senso, se pensiamo all’istituto delle società benefit in Italia che si sta diffondendo e che vogliono proprio coniugare il legittimo profitto con la responsabilità sociale ed ambientale. E’ un’evoluzione del concetto di economia che fa sintesi tra il capitalismo e il socialismo, la cui sfida però, è proprio in mano ai consumatori che devono riscoprire il loro ruolo attivo nel processo di cambiamento. Non può essere solo il prezzo che deve guidare le nostre scelte di acquisto, per non correre il rischio di essere complici di un sistema economico malato che vive anche grazie al nostro ignaro consenso.

Pace, giustizia e salvaguardia del creato si realizzano attraverso un’evoluzione del concetto di economia sui cui bisognerà lavorare tanto. Una sfida dalla quale non posiamo esimerci dal partecipare, pena la nostra stessa sopravvivenza.