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Liberiamo l’acqua dalla Borsa!

Aderisci anche tu a questo documento e partecipa al sit-in che si terrà il 9 dicembre alle ore 10.30 a Milano in piazza Affari, davanti alla Borsa, per informare i cittadini e denunciare l’operato del mondo economico e finanziario contrario ai diritti dei cittadini e della natura.

Pax Christi tra i promotori

INIZIATIVA DEI CITTADINI
Liberiamo l’acqua dalla Borsa!
Per evitare di trasformarla da fonte di vita e bene comune pubblico mondiale a fonte speculativa di profitti e “avere finanziario privato”.
L’ACQUA E’ VITA
Fino a non molto tempo fa, l’acqua era considerata un bene naturale essenziale per la vita, un bene sacro come la vita – UN BENE COMUNE, un bene di tutti e UNIVERSALE.
Ma
 La mercificazione di ogni cosa ha ridotto anche l’acqua ad una merce ed imposto il pagamento di un prezzo per il suo accesso.
 La liberalizzazione ha obbligato gli Stati ad aprire il “mercato” nazionale dell’acqua a tutti gli operatori economici commerciali, industriali e finanziari privati.
 La privatizzazione ha trasferito dal pubblico al privato i poteri effettivi sulla politica dell’acqua.
Fare soldi con l’acqua per la vita è diventato il primo fattore determinante per la politica dell’acqua.
Gli interessi finanziari privati, organizzati a livello mondiale si sono impadroniti dell’acqua.

I NUOVI PADRONI DELL’ACQUA
Negli ultimi 30 anni, le grandi imprese multinazionali multiutilities private del mondo (Suez, Veolia, Severn Trent Water, Agua de Barcelona, Nestlé, Danone…In Italia, HERA, ACEA, IREN, A2A…), in particolare quelle dei servizi “locali” di distribuzione dell’acqua potabile, dell’acqua minerale in bottiglia, dell’ acqua alle imprese, dominano il “mercato” dell’acqua. Negli ultimi anni anche la finanza speculativa privata ha messo le mani sull’acqua. Il vero colpo di mano è intervenuto il 7 dicembre del 2020. Un anno fa, per la prima volta nella storia, la Chicago Mercantile Exchange, la società privata che gestisce la più importante Borsa mondiale nel campo delle materie prime, ha aperto l’acqua, come materia prima, alle transazioni speculative a partire dell’acqua in California. Il prezzo fissato dal contratto di compravendita a lungo termine (detto futures”) di un certo quantitativo d’acqua diventa oggetto di speculazione finanziaria. Fino alla scadenza del contratto, il prezzo convenuto è “titolo” finanziario (cioé, un avere finanziario: un credito per il venditore, un debito per l’acquirente). In questo periodo non c’è uno scambio reale di un bene – l’acqua – ma un continuo cambio di acquirenti e venditori del titolo con conseguenti cambi di prezzo che generano profitti scollegati dall’economia reale.
Un bene essenziale alla vita, un diritto universale, è ridotto a strumento di guadagno speculativo, per pochi. Inaccettabile! Inammissibile. . Perché?

CONSEGUENZE DELLA MESSA IN BORSA DELL’ACQUA

  1. La messa in Borsa consacra la dissociazione tra l’acqua e il diritto universale all’acqua per la vita. La finanza non conosce i diritti umani e sociali. Le conseguenze sui diritti umani universali, in tutti i campi detti “economici”, saranno devastanti. Il diritto stesso alla vita sarà ignorato.
  2. A seguito della privatizzazione della gestione dei servizi idrici e della speculazione finanziaria sul prezzo, i poteri pubblici sono ormai in posizione subordinata e i poteri decisionali sono passati nelle mani di società private per le quali l’acqua è puramente un prodotto utilitario.
  3. In una situazione di penuria dell’acqua, data come irreversibile, la messa in Borsa dell’acqua rafforzerà la tendenza in corso a dare la priorità all’uso dell’acqua per l’economia, anziché all’uso dell’acqua per la vita – ovvero per bere e per l’igiene. Addio, Democrazia!
  4. I conflitti, le esclusioni, le ineguaglianze si moltiplicheranno di intensità. I diritti alla vita delle popolazioni indigene nei vari continenti, in particolare in America latina, Africa e Oceania, saranno sempre più calpestati e negati. Lo stesso vale per la sicurezza idrica delle fasce più povere e fragili della popolazione mondiale.
  5. La finanziarizzazione dell’acqua implica, infine, la definitiva rinuncia a uno sguardo sulla natura e sul vivente che prescinda dalla centralità umana. Ma proprio questa centralità è alla radice dei gravissimi guasti climatici e ambientali introdotti da un’economia predatoria che considera il piane-ta alla stregua di una risorsa da sfruttare.
    CHE FARE?
  6. Occorre anzitutto ricostruire il ruolo fondamentale dell’acqua per la vita
     Vietare le transazioni finanziarie sull’acqua.
     Divieto alle società di gestione dei servizi idrici di essere quotate in Borsa. Zero Borsa per l’acqua bene comune e servizio pubblico mondiale. L’acqua fuori dalla Borsa.
     Al di là dell’antropocentrismo: assunzione di una prospettiva non antropocentrica che veda il diritto di fiumi, mari, laghi, ghiacciai, di esistere in quanto tali, anche fuori dalla prospettiva umana, e il diritto di piante e animali di non esserne privati. La cosmogonia dei popoli nativi segna una strada per recedere da una cultura di mercificazione del mondo e della vita.
  7. E’ urgente ripensare l’economia dell’acqua
     Dopo il fallimento dei PPP (Partenariati Pubblico-Privati), rivalorizzare le gestioni locali, cooperative, solidali a partire dalla ripubblicizzazione del servizio idrico in tutti i contesti.
    Fuori i privati dall’acqua
    Esattamente il contrario della recente legislazione italiana che con il DDL Concorrenza del 4 novembre rende praticamente obbligatoria la mercificazione del servizio idrico.
     Nuova tariffazione dei servizi idrici: la tariffa non deve prevedere profitti né remunerazione del capitale in alcuna forma. Garantire ad ogni cittadino il quantitativo minimo vitale (50 l/g/ab) stabilendo che sia a carico della fiscalità generale;
     No al principio “chi inquina paga”, sì al principio “è vietato inquinare”.
    3.Ridefinire la politica dell’acqua
     Azioni di giustizia contro gli Stati che non garantiscono il diritto all’acqua per tutti.
     Campagne di denuncia degli Stati che non assicurano la messa in sicurezza delle risorse idriche del loro paese e che operano l’accaparramento delle risorse idriche di altri paesi.
     Creazione di un Consiglio mondiale dei cittadini per la comune sicurezza idrica della Terra.
    Scommettere sul “valore finanziario“ dell’acqua significa scommettere sulla vita. Possiamo lasciare la vita nostra, dei nostri figli, del pianeta, in balìa degli scommettitori- speculatori?
    L’acqua non è un tema tra tanti: è il tutto e viene prima di tutto, è l’inizio da cui ripartire. E’ il be-ne comune di cui siamo fatti. L’acqua non può essere lasciata al dito puntato del mercato o di una multinazionale, a indicare: “tu vivi… tu muori”.
    FERMIAMOLI, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI !!!
    Aderisci anche tu a questo documento e partecipa al sit-in che si terrà il 9 dicembre alle ore 10.30 a Milano in piazza Affari, davanti alla Borsa, per informare i cittadini e denunciare l’operato del mondo economico e finanziario contrario ai diritti dei cittadini e della natura.
    Partecipa anche tu alla liberazione dell’acqua dalla Borsa!
    Per adesioni e conferme della partecipazione:
    email: monasterodelbenecomune@gmail.com
    telefoni: Paola Libanti 347 225 69 97.
    Luca Cecchi 334 353 80 91
    Marinella Nasoni 347 432 28 49
    04 Novembre 2021
    associazioni promotrici dell’iniziativa: Agorà degli abitanti della Terra; Associazione Monastero del Bene Comune; “Associazione Laudato si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale; Cevi Udine; Comitato Mila-nese Acqua Pubblica, Costituzione Beni Comuni; Emmaus Italia; Forum Italiano Dei Movimenti dell’acqua; Laudato Sii; Mamme No Pfas, Movimento Blu; Pax Christi; Radio Intineraria.