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6 novembre: giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati.

Oggi, 6 novembre 2021 – Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati. L’ONU venti anni fa (2001) ha deciso di dedicare una giornata ad un tema tanto rilevante quanto trascurato: l’impatto delle guerre sull’ambiente. Perché celebrare questa ricorrenza? Perché l’ambiente ha una dignità propria e per questo deve essere riconosciuto come portatore di diritti, così come in ambito cristiano il creato si relaziona con il creatore in modo diretto e non mediato, è destinatario delle sue promesse ed ha quindi una soggettività ai suoi occhi. Perché l’ambiente è la condizione vitale di ogni specie, compresa la nostra e se vengono meno i requisiti di abitabilità avvengono morti e migrazioni. Perché la prevenzione degli attacchi all’ambiente è parte delle strategie di mantenimento e costruzione della pace, in quanto non può esserci pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutte. Perché in ambito cristiano ‘La guerra è contraria alla volontà di Dio’, richiamando il motto della prima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese nel 1948.In maniera sempre più letale, l’ambiente è al tempo stesso obiettivo militare e vittima non conteggiata della guerra (pozzi d’acqua inquinati, raccolti bruciati, foreste abbattute, suolo avvelenato e animali uccisi) e la causa.

Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha, infatti, rilevato che la guerra per le risorse è anche guerra alle risorse:- negli ultimi 60 anni almeno il 40% di tutti i conflitti interni è stato collegato allo sfruttamento delle risorse naturali, siano esse materie prime come legname, diamanti, oro e petrolio o risorse sempre più scarse come terra fertile e acqua. – i conflitti che coinvolgono le risorse naturali hanno il doppio delle probabilità di ripetersi e diventeranno più cruenti anche a causa della pressione demografica. All’omicidio si somma dunque l’ecocidio: diverse organizzazioni nel mondo, laiche e religiose, stanno chiedendo che venga riconosciuto come un crimine internazionale -che comprende e travalica le guerre- presso la Corte penale internazionale.

Fonte: https://www.facebook.com/MovimentoLaudatoSi