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Giornata mondiale delle migrazioni 2020 – Bari – Mare nostro. Naufraghi senza volto

Né il Covid-19 né il forte vento che sabato 3 ottobre soffiava sulle coste adriatiche della Puglia hanno fermato le associazioni – ben 28 – e le persone che hanno partecipato all’incontro “Mare nostro. Naufraghi senza volto”, dall’omonimo libro della casa editrice meridiana. In occasione della Giornata internazionale delle vittime del mare, istituita nel 2013 per ricordare le 368 persone morte a largo di Lampedusa, si è costituito a Bari un comitato che mette insieme associazioni e movimenti, singoli e parrocchie in nome dell’unica umanità, in nome di stragi che nel mare proseguono tuttora – ma non solo in mare, anche nel deserto nel tentativo di raggiungere la costa libica, ci ricordava un amico-testimone nel corso dell’evento. Hanno risposto all’appello della campagna “Sulle soglie senza frontiere” di Pax Christi di celebrare a Bari questa ricorrenza, sigle note come Agesci Puglia, Azione cattolica Puglia, Caritas regionale, Asgi, Migrantes Bari, Libera Bari, Consulta Regionale del Laicato (CRAL), Famiglia comboniana Bari , Welcome Refugees, Squola Penny Wirton e sigle di associazioni locali come Circondario, Centro Interculturale Abusuan, Comitato per la Pace, Gep – Gruppo educhiamoci alla pace , ma anche parrocchie e istituti religiosi, l’assessorato al Welfare del Comune di Bari o sistemaGaribaldi di Bisceglie… e tante altre. Tutte insieme, religiose e non, per ricordare i migranti che frantumano in mare i loro sogni di libertà e di vita, per denunciare la poca accoglienza nella nostra terra, per conoscere esperienze belle di condivisione e di restituzione della dignità persa, come la Squola Penny Wirton (non è scritto in modo errato!) o la Ethnic Cook di Ana Estrela, una brillante donna brasiliana che gestisce un bistrot etnico con formazione a più di 20 donne migranti ospiti a Bari. Il neo-nato Comitato avrebbe voluto promuovere a Bari un seminario e altre mobilitazioni sulle migrazioni e sulle possibilità di costruire un’Europa e un’Italia capaci di accogliere e garantire diritti. La pandemia ci ha costretti a un rinvio di questo evento al prossimo anno. Ma ci eravamo comunque, nel cortile colorato dell’oratorio del Redentore di Bari, con mascherine e tanta voglia di costruire percorsi comuni. Ha introdotto la serata don Gianni De Robertis , direttore di Migrantes, chiedendosi cosa fare per risvegliare le coscienze, prendendo in prestito l’espressione a papa Francesco. Come far si che il pensiero di queste morti ci torni come spina nel cuore che porta sofferenza? Il dialogo tra l’autore del libro della meridiana , Maurizio Moscara e Giovanni Capurso ci ha condotti al largo, oltre i numeri, oltre le leggi. Siamo simbolicamente entrati nei ghetti oltrefrontiera libici e in quelli italiani, siamo saliti a bordo delle navi delle Ong che al largo salvano vite. Perché di questa Shoa nuova di cui tutti sappiamo ci chiederanno spiegazioni i nostri figli. Ma si muore di traversate illegali come di diritti negati. E di caporalato, come ci ha spiegato il referente della CGIL Puglia per l’immigrazione Azmi Jarjawi. E ha concluso Erminia Rizzi , dell’Asgi – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – sempre sull’attualità degli arrivi in Puglia (recentemente ad esempio turchi) e delle residenze negate che portano con sé diritti negati, in nome di legge incostituzionale. Perché per riconoscere diritti e dignità necessita un impianto legislativo e lotte dal basso per poterlo costruire e approvare. Una serata ricca, interessante ed emotivamente coinvolgente perché ogni intervento era intervallato da letture affidate a ragazzi e ragazze, a donne che nelle parole che leggevano si rispecchiavano. C’era la loro vita in una pagina letta. E la commozione evidente nel ricordo. Ma la musica ha suggellato la bellezza dello stare insieme. I Radiodervish , gruppo musicale composto da giovani di diversa nazionalità, hanno celebrato “la bellezza” capace di salvare il mondo. O meglio, cantando, ci spiegavano che lo stare insieme tra diversi salverà la bellezza. E così Nabil, il cantante palestinese del gruppo, ci ricordava come Rodari e Angelo Vassallo, i palestinesi che resistono e le lingue multietniche come il Sabir (composta da tutte le lingue del Mediterraneo,​per consentire ai commercianti di comunicare tra loro) sono aspetti di uno stesso bellissimo mondo. Colorato, multietnico e rispettoso delle diversità. Nessuno si salva da solo. Oggi più di ieri.​