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Papa Francesco su Enciclica sulla Nonviolenza e la Pace

(Tratto dalla conferenza stampa di ritorno dal Giappone)

https://www.avvenire.it/papa/pagine/conferenza-stampa-papa-francesco-in-aereo-dal-giappone

Lei ha detto che a vera pace può essere solo una pace disarmata ma che succede per la legittima difesa, quando un Paese è attaccato da un altro? In questo caso esiste ancora la possibilità di una guerra giusta? Piccola domanda: si è parlato di un’enciclica sulla non violenza, è ancora in progetto?

Sì, il progetto c’è, ma la farà il prossimo Papa… Ci sono progetti che sono nel cassetto, quello sulla pace per esempio. È lì, maturando, ma io sento, quando sarà il momento lo farò. Ma parlo abbastanza. Ad esempio, il problema del bullismo coi ragazzi di scuola: è un problema di violenza! Ne ho parlato proprio ai giovani giapponesi su questo argomento. È un problema che con tanti programmi educativi stiamo cercando di aiutare a risolvere. È un problema di violenza e i problemi della violenza si devono prendere. Ma un’enciclica sulla violenza non me la sento ancora matura, davvero, devo pregare troppo e cercare la via. Sulla pace e le armi c’è quel detto romano: si vis pacem, para bellum. E lì non siamo stati maturi. Le organizzazioni internazionali non riescono, le Nazioni Unite non riescono. Fanno tante cose, tante mediazioni meritevoli. Un Paese come la Norvegia, per esempio, è sempre disposto a mediare, a cercare un’uscita per evitare le guerre. Questo si sta facendo e a me piace, ma è poco. Ancora si deve fare di più. Lei pensi, senza offesa, al Consiglio di sicurezza: c’è un problema con le armi, tutti d’accordo per risolvere quel problema per evitare un incidente bellico, tutti votano sì, uno col diritto al veto dice di no e tutto si ferma. Io ho sentito un opinione, non so giudicare, che forse le Nazioni Unite dovrebbero fare un passo avanti rinunciando nel Consiglio di sicurezza al diritto al veto di alcune nazioni. Non sono un tecnico in questo, ma l’ho sentita come una possibilità. Non so cosa dire, ma sarebbe bello che tutti avessero lo stesso diritto. Ma nell’equilibrio mondiale ci sono argomenti che in questo momento non sono in grado di giudicare. Ma tutto quello che si fa per fermare la produzione delle armi e fermare le guerre e andare al negoziato, anche con l’aiuto dei facilitatori e aiutatori, questo si deve fare sempre. E dà dei risultati. Alcuni dicono pochi, ma incominciamo con poco e poi andiamo oltre. Il risultato del negoziato è cercare di risolvere dei problemi. Ad esempio, il caso di Ucraina e Russia, non si parla di armi ma c’è stato il negoziato per lo scambio di prigionieri. Questo è positivo: sempre un passo per la pace. C’è stato adesso un interscambio per pensare la pianificazione di un regime governativo nel Donbass (la regione ucraina occupata dagli insorti filorussi, ndr), e stanno discutendo. È successa poco tempo fa una cosa bella e brutta. La cosa brutta, devo dirlo, è l’ipocrisia “armamentista”: Paesi cristiani, o almeno di cultura cristiana, Paesi europei che parlano di pace e vivono delle armi. Ipocrisia si chiama questa. È una parola evangelica, Gesù la diceva, tante volte nel capitolo 23 di Matteo. Finirla con quella ipocrisia, e che una nazione abbia il coraggio di dire: “Io non posso parlare di pace perché la mia economia guadagna tanto con la fabbricazione delle armi”. La cosa bella. In un porto, adesso non ricordo bene, è arrivata una nave piena di armi e doveva caricarle in una più grande che doveva andare nello Yemen, e noi sappiamo cosa succede nello Yemen. I lavoratori del porto hanno detto no. Sono stati bravi! E la nave è tornata a casa sua. Un caso, ma ci insegna come si deve andare in questo. E la pace oggi è molto debole, molto debole! Ma non dobbiamo scoraggiarci. Aiutiamo questa debolezza.

La legittima difesa con le armi?

L’ipotesi della legittima difesa rimane sempre. È un’ipotesi che anche nella teologia morale va contemplata, ma come ultimo ricorso, ultimo ricorso con le armi! La legittima difesa con la diplomazia, con la mediazione… Ultimo ricorso: legittima difesa, ma sottolineo ultimo ricorso. Noi stiamo andando in un progresso etico e a me piace mettere in questione tutte queste cose. Vuol dire
che l’umanità va avanti anche per il bene, non solo per il male.