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Incontro interreligioso a Catania sulla Fratellanza Umana

Il 20 dicembre si è svolto a Catania, presso la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, un incontro interreligioso organizzato dal Punto pace Pax Christi.

Si è trattato di una riflessione sul documento firmato il 4 febbraio scorso da papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb, Grande Imam di Al-Ahzar, intitolato “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”.

Con la moderazione e l’introduzione di padre Franco Battiato, sono intervenuti Abdelhafid Kheit, imam della Moschea della Misericordia di Catania e presidente della Comunità Islamica di Sicilia, e Don Vittorio Rocca, docente presso lo Studio Teologico S. Paolo di Catania.

Nella sua introduzione padre Battiato ha sottolineato che il documento, il cui presupposto è la fede, si fonda sulla necessità del dialogo e della fraternità. Ha così richiamato l’intuizione di papa Giovanni XXIII, che nell’enciclica Pacem in Terris si riferiva al dovere del dialogo e ai suoi quattro pilastri: verità, giustizia, amore e libertà. Tema, questo, già ripreso anche da papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”, in cui afferma che per i cristiani è un dovere il dialogo e il riconoscimento degli altri nelle loro diversità.

Per l’imam Abdelhafid Kheit il documento sulla Fratellanza Umana segna una tappa storica e un nuovo orizzonte per il dialogo cristiano-islamico. E’ un documento inclusivo, che non esclude nessuno, in cui si afferma che servire Dio significa servire la gente, i poveri, gli emarginati, a prescindere dalla loro religione, in piena coerenza con la fede islamica. E’ necessario combattere l’individualismo e operare per un risveglio della fede capace di abbracciare il fratello e il creato, abolendo ogni odio. Noi non siamo giudici, ha affermato, ma testimoni. Il documento non costituisce un punto di arrivo, ma un punto di partenza per consolidare i rapporti all’interno dell’intera famiglia umana.

La riflessione di don Vittorio Rocca si è imperniata su due eventi storici. Il primo, nel 1219, nel corso della quinta Crociata, vide Francesco d’Assisi recarsi in Terra Santa, dove si presentò al Sultano d’Egitto rivolgendogli un saluto di pace. In quel giorno il Vangelo incontrò il Corano e il nemico divenne fratello. Quell’incontro, ha notato, non fu preparato da nessuna diplomazia. Il secondo evento storico, nel febbraio 2019 ad Abu Dabhi, è costituito dalla firma della dichiarazione sulla Fratellanza Umana da parte di papa Francesco e del Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb. Chi ha una fede autentica, ha continuato, non teme di valorizzare l’altro. Chi non vive una fede autentica, al contrario, tende a svilire l’altro. Oggi il pericolo è l’odio, la distruzione, il terrorismo. La via maestra è quindi il dialogo, la preghiera, la testimonianza, la creatività. Il papa è semplicemente fedele al Concilio e lo applica. Il documento sulla Fratellanza Umana, dunque, conferma la necessità del dialogo, negando i fondamentalismi. Bisogna quindi riconoscere l’altro nella sua diversità.

All’ampio dibattito che è seguito ha partecipato anche Gianni Novello, che ha citato Charles De Foucauld, il quale, attraverso l’amicizia, nel deserto algerino sviluppò l’inculturazione, non giudicando, ma compiendo gesti.