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“Ma cosa sta succedendo in Palestina?”

Mentre i media di tutto il mondo vi mettono a conoscenza dell’orribile attentato nel Neghev e della “solita” rappresaglia israeliana non solo nervosa ma come sempre folle e basata sui “soliti” ingredienti dell’occhio per occhio (“Secondo noi la colpa è di Gaza e noi bombardiamo Gaza”), delle solite punizioni collettive, dei consueti omicidi mirati ed esecuzioni extragiudiziali con conseguente lancio di razzi da Gaza, tanti di voi, amici e parenti, ci telefonate ansiosi dall’Italia: “Ma cosa sta succedendo in Palestina?”

Noi da qui, dalla collina di Beit Jala, nel distretto di Betlemme, si vede la Knesset all’orizzonte e tutte le vallate piene di colonie e di gru in piena attività, ma non possiamo davvero dirvi quello che succede dentro il parlamento israeliano, sempre più in crisi per il montare delle proteste contro il malgoverno del Paese. Possiamo solo dirvi cosa sta succedendo sulla terra palestinese che, come il solito, viene rubata palmo a palmo, insieme al futuro e alla speranza.

“Tutto quello che succede in Palestina succede anche in questo villaggio”: insediamenti illegali di coloni, rifugiati che non possono tornare alle loro casa, demolizioni delle case palestinesi e soprattutto l’avanzamento del muro costruito secondo gli Israeliani a difesa degli attacchi dei terroristi”: così ci accoglie Shereen, donna attivista per i diritti dei Palestinesi cacciati dalle loro terre, arrestata per tre volte negli ultimi mesi per il solo fatto di aver partecipato ad alcune manifestazioni pacifiste.

In realtà, ci spiega Shereen, leader delle proteste nonviolente, questo muro non serve né per difendere gli Israeliani da eventuali attacchi, né per delimitare i territori di cui si sono appropriati, ma solo per sottrarre ai Palestinesi terre e risorse naturali. Per dimostrarci questo Shereen ci ha portato in un punto in cui il muro non è completato: ci ha mostrato quindi che chiunque può passare indisturbato ed inoltre le attigue case dei Palestinesi sono più alte del muro stesso, pertanto sia in un caso che nell’altro il muro non soddisfa le finalità per cui gli Israeliani sostengono di averlo costruito.

Ancora più pazzesca di questa è la situazione che vive una famiglia palestinese con tre bambini che avrà un trattamento “speciale”.
Per loro il governo israeliano ha deciso di costruire tutt’intorno alla casa un muro alto 8 metri con filo elettrico, un muro che li escluderà del tutto dalla vita del villaggio e da ogni possibile relazione con l’esterno.
I futuri murati vivi possono uscire dalla loro prigione solo attraverso un tunnel che costerà allo stato israeliano 1 milione di dollari! La madre, nell’attesa di questa imminente costruzione, non ha inizialmente accettato abbandonando per un periodo la casa e la famiglia, ma successivamente è tornata accettando il suo destino.

Negli occhi di questa donna vediamo la forza ostinata di un intero popolo che lotta nonostante tutto, (rassegnazione di questa decisione), la tristezza per una situazione che peggiora inesorabilmente, la paura di non riuscire a fermare il mostro che avanza e -aggiungiamo noi- la risposta alle vostre telefonate dall’Italia: “Ma cosa sta succedendo in Palestina?”

Team di Ricucire la pace 2011

Beit Jala, 20 agosto 2011. Report n.1
per contattarci 00972 543176361