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Verso il Congresso Nazionale

Carissime amiche e amici di Pax Christi,

vi scrivo il giorno della Festa della Liberazione, il 25 aprile. E penso che Pax Christi non può tacere il fatto che il ricordo di quei giorni costituisce una ‘monizione’ molto severa; lanciare un messaggio a quanti ancora credono nella guerra, una monizione che deve risuonare anche oggi dove vediamo che molti errori si ripetono. Ma non perdiamo la speranza. Vogliamo ribadire che i conflitti non si risolvono con la guerra.

E penso a Pax Christi Italia, che nasce dieci anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Noi siamo chiamati a impegnarci perché l’Italia faccia scelte più fedeli all’art. 11 della Costituzione. Penso anche al recente incontro del nostro primo Ministro Gentiloni con il Presidente Usa Trump, da cui pare sia venuto un invito a spendere più soldi per le spese militari, per la Nato. Non possiamo accettare questo, è uno scherzare con il fuoco. Il nostro impegno deve essere proprio contro la produzione e il traffico delle armi. E’ chiaro che si toccano tasti sensibili, perché si toccano direttamente le industrie delle armi e gli interessi collegati a scapito di tanti poveri qui vicino a noi e nei paesi del Sud del mondo.

Però non possiamo tacere. Dobbiamo impegnarci perché l’Italia non si allinei a queste richieste e a queste tendenze che sembrano invece accolte coralmente da molti Paesi. I segnali che abbiamo in questi giorni sono preoccupanti, non ultimi quelli tra Corea e Usa, con il riferimento al nucleare, e la Cina che invita alla moderazione… Non sappiamo la realtà vera di quello che sta accadendo.

E ancora una volta torna fondamentale l’appello di papa Francesco del 1 gennaio scorso: ‘La nonviolenza stile di una politica per la pace.’

Per una politica, una vita di relazione che sia basata su uno stile di mitezza.

Siamo ormai vicini al nostro Congresso nazionale. Una riflessione che vogliamo fare insieme sulla nonviolenza come profezia per un futuro più sereno per tutta l’umanità. Siamo chiamati a stare insieme come movimento nel nome di quel Cristo che è il primo artefice della riconciliazione e della pace. Stare insieme, riflettere e condividere come disarmare l’economia, la politica, la società, l’ambiente, la Chiesa e la teologia, la cultura e la vita quotidiana…

Siamo chiamati al confronto e al dialogo e a chiamare il popolo della pace a sentirsi di più un cuor solo e un’anima sola in queste grandi tematiche che toccano l’umanità. Dobbiamo non tacere, perché è l’impegno per la pace che realizza la speranza nella pace. E la notizia che papa Francesco andrà a Bozzolo e a Barbiana, da don Mazzolari e don Milani, non può che allargarci il cuore, riempirci di gioia! E’ un segno dei tempi.

Anche questo ci aiuti a vivere bene il nostro Congresso.

Arrivederci.

+ Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi