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Convegno sulla NATO a Prato

In data sabato 11 Giugno a Prato presso in convento S. Niccolò di si è tenuto un convegno sulla NATO. Lo scopo dichiarato era quello di fornire strumenti utili a chi ne è sprovvisto per capire le attuali strategie della NATO in uno scenario di crescente tensione. I lavori sono stati moderati da Rosa Siciliano, direttrice di Mosaico di Pace e co-organizzatrice dell’evento.
Manlio Dinucci ha iniziato fornendo un quadro dettagliato dell’evoluzione storica della NATO soprattutto in seguito della caduta del muro di Berlino, con l’espansione verso paesi appartenenti all’ex-Patto di Varsavia e all’ex-URSS. Franco Dinelli, in rappresentanza di Pax Christi, ha proseguito ricostruendo le relazioni fra la NATO e le organizzazioni sovranazionali nate dopo la seconda Guerra Mondiale: ONU e UE.
Giulietto Chiesa ha infine descritto lo scenario inquietante di un possibile nuovo conflitto mondiale a carattere nucleare. Parlando della distorta informazione fornita dai media italiani, ha dato anche conto del punto di vista russo, sotto pressione in seguito all’espansione aggressiva posta in atto dagli USA tramite la NATO stessa. Ha concluso la mattinata, padre Zolli fornendo un quadro drammatico della partecipazione italiana alla produzione e alla vendita di armi in numerosi scenari di guerra, con particolare attenzione all’Africa ed al Medioriente.
Nel pomeriggio don Alessandro Santoro e suor Stefania Baldini hanno propo-sto il loro punto di vista di cristiani impegnati per l’attuazione delle istanze evangeliche in un mondo sempre più militarizzato e sempre meno attento alle istanze degli ultimi, principali vittime delle crisi economiche e militari del mondo. Giuseppe Padovano ha fornito un resoconto dello stato di avanzamento della campagna No Guerra No NATO. Infine il pubblico ha potuto commentare e alimentare la discussione con le proprie istanze.
La giornata si è conclusa con il lancio di un appello (riportiamo in seguito, con anche una bozza di mozione da proporre a parlamentari e amministratori locali) affinché il governo ed il parlamento italiani rispettino il trattato di non proliferazione delle armi nucleari e non vengano perciò schierate su territorio italiano le B61-12,recente modifica ‘intelligente‘ fatta alle vecchie B61 per renderle guidabili in volo.
(FD)

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“Settant’anni fa, il 6 e il 9 agosto del 1945, avvennero i tremendi bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repul-sione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni ar-ma di distruzione di massa.

Papa Francesco, 9 agosto 2015
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No alle bombe nucleari in Italia

APPELLO DEL CONVEGNO «IL RUOLO DELLA NATO NELLA GUERRA MONDIALE A PEZZI»

PRATO, 11 GIUGNO 2016

Sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti – documenta la U.S. Air Force – le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Italia e altri paesi europei.

La B61-12 – documenta la Federazione degli scienziati americani (Fas) – non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con una poten-za media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nu-cleare di sorpresa.

Le B61-12, che gli Usa si preparano a installare in Italia, sono armi che abbas-sano la soglia nucleare, ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese e lo espongono quindi a una rappresaglia nucleare.

Secondo le stime della Fas, gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esat-tezza quante effettivamente siano le B-61, destinate ad essere sostituite dalle B61-12.

Foto satellitari – pubblicate dalla Fas – mostrano che, per l’installazione delle B61-12, sono già state effettuate modifiche nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre.

L’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma – dimostra la Fas – anche piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri italiani sotto comando Usa.

L’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamen-te».

Chiediamo che l’Italia cessi di violare il Trattato di non-proliferazione e, atte-nendosi a quanto esso stabilisce, chieda agli Stati uniti di rimuovere immedia-tamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinunciare a in-stallarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.

Liberare il nostro territorio nazionale dalle armi nucleari, che non servono alla nostra sicurezza ma ci espongono a rischi crescenti, è il modo concreto attraverso cui possiamo contribuire a disinnescare l’escalation nucleare e a realizzare la completa eliminazione delle armi nucleari che minacciano la sopravvivenza dell’umanità.
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BOZZA DI MOZIONE DA PROPORRE AI PARLAMENTARI

Considerato che – secondo i dati forniti dalla Federazione degli Scienziati Americani (FAS) – gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Ger-mania, Belgio e Olanda, per un totale di 180.

Considerato che – come documenta la stessa U.S. Air Force – sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Europa.

Considerato che – come documenta la FAS – la B61-12 non è solo una ver-sione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare, con un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo, con una testata nu-cleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.

Considerato che foto satellitari, pubblicate dalla FAS, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12.

Considerato che l’Italia mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma anche piloti che – dimostra la FAS – ven-gono addestrati all’uso di armi nucleari con aerei italiani.

Considerato che l’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

I proponenti chiedono al Governo di rispettare il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e, attenendosi a quanto esso stabilisce, far sì che gli Stati Uniti rimuovano immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.