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Dopo Molfetta, convinti artigiani della pace

Non posso non partire da quegli ultimi giorni del 2015: quelli del nostro convegno di fine anno a Molfetta e poi la sera del 31 con la Marcia per la pace. Io rivivo quei giorni come se fosse rinata una speranza. Una speranza di un coinvolgimento, avvenuto con molta spontaneità: non solo nei numeri (molto partecipato il Convegno e circa 8.000 persone alla marcia), ma anche nell’entusiasmo, nella partecipazione, Sono stati giorni intensi. Non vissuti soltanto nel ‘ricordo’ di don Tonino Bello, perché eravamo a Molfetta. Certo, anche questo. Ma anche come impegno a raccogliere la sua eredità. Quella sua scia luminosa è rimasta ancor più splendida: si è riflettuto e poi marciato, cantato e pregato insieme, anche nel momentoi iniziale interreligioso e poi con la conclusione nella chiesa della Madonna della pace. E ho ricordato durante l’omelia quanto scrisse don Tonino proprio a quella comunità che stava concludendo la costruzione della nuova chiesa: “una provocazione fatta pietra”.

E’ stato un itinerario di speranza. E se vogliamo usare un’espressione cara a don Tonino, direi un’utopia possibile, che si può costruire, sognare, per cui ci si può impegnre…! Ne vale la pena! Quell’invito ”in piedi costruttori di pace” quella sera a Molfetta risuonava molto vero, non datato e sorprendentemente attuale.

Quindi l’augurio per questo nuovo anno  è quello di mettersi in marcia.

Ma non solo. Avere il coraggio di mettere le mani nella pasta, di sentrsi ‘artigiani di pace’, come ci chiede papa Francesco. Essere artigiani, con mani che sanno parlare, modellare. Perché non lavorare per modellare questo nostro presente e futuro nella forma della pace? Io penso che questo cammino continua con un maggior impegno, non solo per essere coraggiosi costruttori di pace davanti alle tante macerie che la logica del potere e della guerra lascia dietro di sé ogni giorno, ma ancora di più con un impegno personale, con le proprie mani, da artigiani geniali della pace. E poiché il presente che viviamo e il futuro è denso di nubi oscure, con la guerra ancora scelta come soluzione dei problemi, questo impegno diventa ancor più urgente. Non chiudiamo gli occhi di fronte a quello che sta accadendo. Raccogliamo la sfida lanciata dal papa ‘vinci l’indifferenza, conquista la pace’.

+ Giovanni Ricchiuti – Presidente di Pax Christi