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Pax Christi International – La necessità di continuare ad affrontare le cause alla radice dello sfollamento forzato

Pax Christi International

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Comunicato di pax Christi International

Entro la fine del 2014, oltre 59,5 milioni di persone sono state sfollate con la forza a causa di persecuzioni, conflitti, violenza generalizzata, o violazioni dei diritti umani. Nel 2015, l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, prevede che circa 400.000 nuovi arrivi cercheranno protezione internazionale in Europa attraverso il Mediterraneo. Nel 2016, questo numero potrebbe raggiungere 450.000 o più.

Di fronte a sistemi di asilo mal funzionanti e barriere ai normali itinerari di viaggio all’interno dell’Unione Europea, migliaia di persone sono state costrette a prendere la rotta dei Balcani, dalla Grecia attraverso la Serbia e la Macedonia verso l’Ungheria, al fine di raggiungere alcuni paesi europei che mostrano umanità e leadership encomiabili quando si tratta di ospitare rifugiati e migranti che necessitano di protezione. Purtroppo, in questi giorni centinaia di migliaia di migranti e richiedenti asilo sono bloccati a diverse frontiere lungo la via dei Balcani. Come previsto superano ora i confini attraverso la Croazia in direzione della Slovenia, che è membro della convenzione di Schengen.

L’impegno di Pax Christi International in materia di migrazione, richiedenti asilo e (internamente) sfollati è nel campo degli appelli e delle campagne di sensibilizzazione in tutto il mondo. (Questo viene fatto tramite pubblicazioni, dichiarazioni, interventi, lettere, blog e altro ancora.) Pax Christi International mette in luce le cause profonde delle migrazioni e degli sfollamenti e si concentra sulle radici delle cause dei conflitti violenti.

Vi è un’urgente necessità di affrontare le questioni fondamentali che influenzano lo sfollamento forzato in tutto il mondo. Il flusso massiccio di persone non si fermerà fino a quando non saranno risolte le cause della loro condizione. Molto di più deve essere fatto per prevenire i conflitti e fermare le guerre in corso che stanno allontanando tante persone dalle loro case. Ci dovrebbe essere una preoccupazione di gran lunga maggiore per la protezione dei civili, come previsto dal diritto internazionale umanitario. Ci dovrebbe essere la cessazione immediata dei devastanti ostacoli agli aiuti umanitari per le persone in difficoltà, come ad esempio in Siria.

Una risposta coerente e globale per la situazione dei rifugiati richiede diplomazia, volontà politica e un’azione concertata per la prevenzione, così come per la risoluzione, dei conflitti che costringono le persone a spostarsi. Tale approccio globale è essenzialmente assente nelle guerre in corso in Siria, Iraq, Eritrea, Afghanistan e altri paesi. Maggiori investimenti nella prevenzione e risoluzione dei conflitti, così come soluzioni durature dovrebbero pertanto costituire parte integrante di un approccio diplomatico e politico per affrontare gli spostamenti forzati. La mancanza di impegno politico a livello internazionale è inaccettabile e moralmente irresponsabile!

Alcuni paesi del Medio Oriente come Giordania, Libano e Turchia, mostrano un ammirevole senso umanitario quando si tratta di ospitare rifugiati e migranti che richiedono protezione. I paesi confinanti con zone di guerra, che ospitano 9 su 10 profughi al mondo, devono essere più fortemente sostenuti, compresi i finanziamenti necessari. Il budget annuale per l’UNHCR è inferiore al budget mensile delle politiche agricole europee. L’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite di Aiuto e Lavoro per i profughi palestinesi del Medio Oriente, è in perpetua lotta per ottenere i fondi necessari per l’assistenza ai bisogni dei profughi palestinesi.

Gli sforzi per affrontare le cause profonde della crisi dei rifugiati dovrebbero quindi aumentare i finanziamenti per l’assistenza umanitaria allo scopo di stabilizzare le popolazioni forzatamente sfollate nelle loro regioni di origine, più particolarmente in paesi come la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan e altri.

Per i paesi più coinvolti nell’accoglienza dei rifugiati è essenziale un sostegno strutturale più robusto, tempestivo e duraturo, che necessita un maggior legame operativo tra gli attori dell’aiuto umanitario e dello sviluppo, fin dall’inizio di una crisi. E ‘quindi essenziale che le politiche di cooperazione allo sviluppo siano riorientate con l’obiettivo di dare alle persone la possibilità di avere un futuro nel proprio paese.

Ripristinare la pace, la sicurezza e i diritti umani nei paesi colpiti dalla guerra richiederà molto tempo e lavoro mirato. E’ vero che le persone maggiormente responsabili delle vittime di guerra e della migrazione sono quei leader che non sono riusciti a difendere i diritti umani, e hanno derubato il loro popolo della speranza. La comunità internazionale, e in particolare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha un potere e un’influenza significativi sui terribili conflitti in Siria e in Iraq, e deve ora trovare urgentemente il consenso per agire.

Bruxelles, 17 Settembre 2015